« ibernata» la Bicamerale di Antonella Rampino

« ibernata» la Bicamerale « ibernata» la Bicamerale Mussi: qualcuno l'ha assassinata Berlusconi: fatemi un monumento ROMA. «La Bicamerale è finita: sono venute meno le condizioni politiche». Con queste parole, è stato ieri mattina lo stesso presidente Massimo D'Alema a sancire, dopo quindici defatiganti mesi di ingegneria costituzionale e opera di mediazione, la fine del percorso riformatore. Dunque, nessun discorso alto e solenne, ma solo la proposta, accettata da tutti i gruppi politici che nella riunione dell'ufficio di presidenza erano rappresentati dai capigruppo e non dai leader, di sospendere la discussione in aula del progetto di riforma. Proposta che poi D'Alema ha presentato a Violante, e che il presidente della Camera ha accettato: alle 15,07 lo ha comunicato egli stesso ai deputati in aula. Dunque, ieri c'è stato il funerale della Bicamerale: una riunione di 90 minuti nella quale si sono incontrate per l'ultima volta le due animo che hanno percorso il progetto di riforma. Il razionalismo freddo di D Alema, che ovviamente non era di buonumore, «Stiamo provvedendo a svuotare i cassetti» ha detto all'uscita della riunione. L'amarezza di Cesare Salvi, «per chi ha lavorato sodo oggi non è una bella giornata». Il sarcasmo nervoso di Fabio Mussi, «la Bicamerale è stata assassinata, e l'omicida lo conoscete tutti». Il presidente dei deputati diessini si riferiva a Silvio Berlusconi che, assente, è stato difeso da Fini: «Non è il Polo che ha affossato la Bicamerale, è stata la maggioranza, non accogliendo le proposte di Forza Italia». In serata, è stato poi 10 stesso leader di Forza Italia a fare una battuta: «Se qualcuno vorrà farmi un monumento, lo ringrazio...». Fatto sta che, in quei novanta minuti trascorsi nella stanza adiacente alla Sala della Regina, mentre Marco Boato proponeva di salvare 11 salvabile eleggendo una «assemblea per le riforme» nella primavera del '99 contestualmente ai deputati del prossimo parlamento europeo, e che di fatto sarebbe stata una sorta di riconversione della Bicamerale in mini-costituente, Gustavo Selva di Alleanza nazionale e Giuseppe Calderisi di Forza Italia scrivevano un goliardico epitaffio del progetto riformatore. Dunque, il diverso e contrario atteggiamento che maggioranza e opposizione ostentano circa le riforme si ripercuoterà anche sul cammino che esse potranno intraprendere in futuro. La maggioranza è percorsa dalla tentazione.di ripresentare alcune proposte: presidenzialismo a poteri invariati, bicameralismo perfetto, federalismo, riforma del sistema garanzie, come dice l'onorevole Soda, potrebbero essere ripresentate come^ifeiaMpidiaiaSS attraverso l'articolo 138 della vigente Costituzione. E certamente, lo stesso farà anche Alleanza nazionale per quel che riguarda l'elezione diretta del Capo dello Stato. Ma per l'esame di queste riforme sulla strada dei democratici di sinistra, già abbastanza divisi al proprio interno su queste complesse materie, ci sono rifondazione e i popolari, entrambi contrari o perlomeno titubanti. E mentre D'Alema svuota il cassetto di presidente della Bicamerale, il popolare Sergio Mattarella richiude nel proprio il disegno che trasformava in legge il patto della crostata, il cosiddetto «Mattarellum numero 2»; «La legge elettorale va benissimo anche così com'è» ha ripetuto dentro e fuori la riunione. E D'Alema si è detto d'accordo: sul fronte opposto, il vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni, che invece spinge perché il sistema italiano punti con maggior decisione verso il bipolarismo. Intanto, alla Bicamerale che è stata ibernata ufficialmente in aula, sarà tolta la spina con un disegno di legge costituzionale, e dunque «a doppia lettura», di Camera e Senato. E i primi a presentare una legge saranno i deputati della Lega Nord. Antonella Rampino

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