Berlusconi accolto fra i popolari d'Europa

Berlusconi accolto fra i popolari d'Europa Esultano Kohl e Aznar. Ma tra Forza Italia e Ppi a Strasburgo sarà una difficile coabitazione Berlusconi accolto fra i popolari d'Europa Sì a grande maggioranza delPpe, gli italiani si dividono BRUXELLES DAL NOSTRO INVIATO Forza Italia ce l'ha fatta. Da ieri è sotto il tetto del Grande Centro: quello europeo, almeno. Quando, alle 17,30, lo spoglio dei voti non lascia più margini di dubbio, il volto di Antonio Tajani, finalmente, si distende: «E chi glielo avrebbe detto a Berlusconi se non fossimo passati alla votazione». La strenua battaglia procedurale del fronte del no, guidato dai popolari italiani, ha tenuto alta la tensione, ma alla ime i venti eurodeputati azzurri sono stati ammessi nel gruppo parlamentare del Ppe. Sono entrati nel salotto buono dei moderati in cui siedono Kohl, Aznar, Martens e i conservatori britannici. Per il Polo è il momento magico di un riconoscimento a lungo inseguito. Che arriva dopo- il successo neile elezioni amministrative e moltiplica gli entusiasmi. Pierferdinando Casini, subito dopo ii suo «si», esce dal parlamentino europopolare ed esulta. «Gli amici di Forza Italia sono siati accolti in una famiglia che conta moito in Europa. Credo che da oggi sia più forte il centro moderato in Italia che, con l'alleanza di An, è l'unica alternativa alla sinistra. Se c'è una anomalia è il governo Prodi e la posizione del ppi. Ma spero che già per le elezioni europee del '99 sarà possibile realizzare una grande lista unitailei moderati». E la rinascita della de? «Credo che Berlusconi sia sempre stato democristiano. E' la parabola del figliol prodigo: quando torna a casa, il padre lo abbraccia e gli perdona tutti i peccati». Ed esulta anche Claudio Azzolini, presidente degli eurodeputati azzurri e grande tessitore della trattativa che ha condotto Forza Italia nel gruppo del Ppe. «Martens ha detto che il nostro ingresso nel ppe va nella direzione della riunificazione delle forze del centro in Italia. Spero che i benefici effetti della decisione di oggi si facciano sentire anche nel nostro Paese. Ma intanto è molto importante quello che è successo qui. Anche l'Europa sceglie il bipolarismo e bipolarismo significa che i moderati devono stare insieme». Paura della «coabitazione» con gli eurodeputati del ppi e con gli altri - belgi, olandesi e irlandesi, soprattutto - che hanno votato contro Forza Italia? «No. Perché la nostra adesione alle scelte politiche del Ppe è chiara e non è dell'ultima ora. Su tutti i temi più importanti abbiamo sempre votato nell'europarlamento insieme al Ppe». E Berlusconi? Berlusconi, dice Azzolini, ha seguito per telefono le fasi calde di questa giornata ed è soddisfatto. «Molto soddisfatto», naturalmente. Soddisfatti si dicono anche i grandi sponsor dell'ingresso dei parlamentari di Forza Italia nel Ppe. I tedeschi, gli spagnoli e il presidente del partito popolare europeo, il belga Wilfried Martens. Con qualche prudenza. Diretta a non irritare ancora di più Romano Prodi che ha manifestato apertamente la sua contrarietà alla prospettiva di ritrovarsi sotto lo stesso tetto europeo il capo dell'opposizione al suo governo. Martens lo dice chiaramente. Il Ppe ha voluto dare all'adesione dei deputati azzurri un «profilo basso»: si tratta di una «adesione a titolo personale» (si è votato su ognuno dei venti nomi della Usta presentata da Forza Italia) e non di una «adesione come delegazione di partito». Tutto questo, si augura Martens, dovrebbe placare l'irritazione di Prodi: «Spero che partecipi al vertice di Cardiff», conclude il presidente del Ppe. A Cardiff, in margine al summit che concluderà domenica prossima il semestre britannico di presidenza della Cee, è in programma anche un incontro dei capi di Stato e di governo che si riconoscono nel Ppe. E su questo mini-vertice Prodi aveva fatto pesare l'ombra di una sue defezione. Anche Gerardo Galeote, del partido popular spagnolo getta acqua sul fuoco. A Cardiff, dice, «Berlusconi non ci sarà», quindi Prodi non si troverà fianco a fianco il leader dell'opposizione che ha appena dichiarato che «il governo Prodi va liquidato». Ma se lo ritroverà vicino al prossimo vertice entro la fine dell'anno. E le contraddizioni restano. E si sono espresse anche nelle votazioni di ieri. Gli italiani si sono divisi così: contro i sei del Ppi, i due di Rinnovamento, un pattista e un sudtirolese; a favore i due del Ccd, uno del Cdu e un indipendente. Tra gli stranieri, contrari i belgi (tutti eccetto Martens), gli olandesi, gli irlandesi, i greci, un catalano e un basco. Da oggi comincia una difficile «coabitazione», [e. s.] Martens: «Questo voto contribuisca a restaurare il centro politico in Italia» Casini: «Se c'è una anomalia è proprio il governo Prodi e la posizione del Ppi» Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi