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Tutti gli accenti di Blair Il «cockney» del premier inglese in tv per ingraziarsi il popolo Tutti gli accenti di Blair Ee impossibile per un inglese aprire la bocca senza farsi odiare o disprezzare da un altro inglese». Così affermò George Bernard Shaw in Pigmalione e non esagerava. Ma da allora tutto è cambiato. Negli ultimi vent'anni, ogni pronunzia è divenuta accettabile e l'inglese è tornato ad essere un crogiolo di accenti, di suoni, di parole nuove e fantasiose. Ma se ognuno può oggi parlare come vuole, perché si analizzano con tanto interesse le poche frasi proferite da Tony Blair durante una tele-intervista? Risposta: perché il Premier le ha insaporite con un bell'accento cockney, per aggraziarsi gli ascoltatori. Attenzione: neppure la stampa più tory critica Blair, sa che i tempi sono mutati, si stupisce piuttosto per la sua destrezza linguistica. Si ricorda che il Premier ha studiato in Scozia e che, dotato com'è di una laurea in Legge, sa esprimersi in eccellente inglese. Ma il Premier è un politico scaltro, cerca di piacere al pubblico. L'intervista era in un programma assai popolare e Blair ha colorito i suoi aneddoti narrandoli in quel neo-cockney che è l'Estuary English, una pronunzia che dalla foce del Tamigi si è estesa fino al centro dell'Inghilterra. In perfetto Estuary English, Tony Blair ha abbandonato l'acca iniziale, le lettere T e la L, dando vivacità da Music Hall al suo racconto di una vacanza in Francia, di alcune cerimonie nonché di un breve incontro con Prodi. Era il Premier della Cool Britannia a parlare, quello dell'Inghilterra trendy, all'ultima moda, delle Pop Stars, dei giovani. Un tempo, un simile sfoggio di cultura pop avrebbe scioccato il Paese, oggi invece la stampa reagisce battezzando Blair un «camaleonte linguìstico». Un camaleonte, perche s'è appurato che Blair cambia accento e cadenza secondo il carattere del suo pubblico. Soddisfa tutti insomma. Mario Ciriello