Unicredito crescerà ancora

Unicredito crescerà ancora Presentato il piano industriale. La quota MedioJDanca è «strategica» Unicredito crescerà ancora Profumo: cerchiamo partner europei MILANO. La partecipazione del Credito Italiano in Mediobanca «resta strategica, e il progetto Unicredito non cambia nulla». L'I per cento in Telecom? «Rimane invariato, poiché sono sempre validi i motivi per i quali siamo entrati nel gruppo delle telecomunicazioni». La scelta di non entrare in Bnl? «Abbiamo valutato le nostre forze e i nostri limiti. Bnl è una realtà interessante, ma non era compatibile con la nostra capacità di gestione. Oggi siamo impegnati per portare a regime il gruppo appena creato entro il Duemila. Un impegno che ha priorità assoluta». Le risposte vengono dall'amministratore delegato del Credit Alessandro Profumo, che presenta a stampa e analisti il piano industriale al 2001 di Unicredito Italiano, il polo che sta nascendo dalla aggregazione di Credit-Rolo con Unicredito (Crt, Cariverona e Cassamarca). Spiega Profumo che, nel 2001, l'utile netto sarà di 3200 miliardi, ottocento miliardi in più rispetto alla proiezione al- gebrica della somma degli utili dei singoli istituti, con un Roe lanciato oltre il 20 per cento e una incidenza dei costi sul fatturato che scenderà al 47 per cento dall'attuale 66 per cento. Insieme, insomma, si faranno grandi cose. Si creerà un gruppo primo per patrimonio e utili, una «istituzione che può stare al pari delle grandi banche europee, sotto il profilo della redditività», il tutto al fine di «massimizzare il valore per gli azionisti, per i dipendenti, per la clientela». Parola d'ordine: eccellere. L'integrazione tra banche fe¬ derate garantisce tutto questo e oltre: entro due anni ci saranno sinergie per 1320 miliardi, mentre gli esuberi si risolveranno con mille prepensionamenti. Quanto alle linee di sviluppo, Profumo indica per l'estero Sud America, Paesi dell'Est e accordi con «banche europee su alcune aree di attività», per l'Italia il rafforzamento nel Mezzogiorno. Sulla dimensione l'amministratore delegato non esclude di allargare il gruppo ad altre banche, assicura che «non scarterà le opportunità». Ma ripete che, ora, prioritaria è l'azione volta a integrare il gruppo. Per quanto riguarda l'azionariato, entro il 1998 il capitale di Unicredito Italiano vedrà il 59 per cento nelle mani degli azionisti Credit e mercato, il 37 per cento alle tre fondazioni (Crt, Cariverona, Cassamarca), il 4 per cento agli azionisti di minoranza di Cariverona. Nel Duemila, dopo la seconda cessione di quote da parte delle fondazioni, queste scenderanno al 18,5 per cento. [v. s.l Alessandro Profumo amministratore delegato

Persone citate: Alessandro Profumo, Profumo

Luoghi citati: Italia, Milano, Sud America