Terzo gestore, oggi il verdetto

Terzo gestore, oggi il verdetto Si chiude la corsa al telefonino Dcs-1800. Lauda: ricorsi a raffica chiunque vinca Terzo gestore, oggi il verdetto Ultimo sprint per Picienne, Telon e Wind ROMA. E' stata un'attesa lunga e segnata da molte ansie e molti veleni, giustificati dall'enorme posta in gioco: un mercato stimato in tre milioni di «cellulari» nel solo biennio 1999-2000, per un valore di 5 mila miliardi. Oggi pomeriggio ci sarà il verdetto per l'assegnazione della licenza al terzo gestore della telefonia mobile (dopo Tim e Omnitel), che godrà per un certo periodo dell'ambito monopolio sulla nuova tecnologia Dcs-1800.1 tre consorzi Picienne, Telon e Wind si giocano se non tutto (perché un'altra gara, per il quarto gestore, è probabile entro l'anno) certo una bella fetta di futuro e fra chi perderà si prevedono aspre recriminazioni. Che cosa succederà oggi? L'«advisor» Crediop presenterà le sue conclusioni al comitato dei ministri (comprendente Comunicazioni, Industria, Tesoro, Funzione pubblica e Difesa) che deciderà sulla base dei seguenti criteri: il «business pian», cioè il mercato e l'offerta di servizi, il progetto tecnico (capacità di realizzare la rete), le prospettive economiche, l'impatto occupazionale, gli investimenti in ricerca e sviluppo e la qualità del gruppo dirigente. Ponderando questi parametri si stilerà per ognuno dei tre candidati un indice sintetico da 0 a 1000 dal cui confronto emergerà, nel modo più obiettivo possibile, il vincitore. Ma lo stesso sottosegretario alle Comunicazioni Michele Lauria ha detto ieri di ritenere probabile che dopo una gara così «cattiva» gli sconfitti difficilmente accetteran- no l'oggettività del giudizio e scateneranno l'offensiva dei ricorsi. Fra i tre concorrenti, tutti molto bene attrezzati, Wind vanta una partecipazione dell'Enel al 51% e di France Télécom e Deutsche Telekom al 24,5 ciascuno. Un monopolista pubblico italiano nel campo dell'energia e due stranieri nella telefonia: questa struttura ha creato mugugni da parte dei concorrenti e un aperto attacco, giorni fa, dal presidente di Telecom Italia Rossignolo secondo cui, con questi avversari, non si crea un vero mercato di libera concorrenza. C'è anche chi sospetta che lo Stato punti a far vincere Wind per valorizzare l'Enel in vista della privatizzazione. Ma al di là delle insinuazioni, il gruppo ha credenziali formidabili con una previsione di 12 mila miliardi di investimenti in dieci armi. H consorzio dispone della rete a fibre ottiche dell'Enel e punta a offrire i suoi servizi in 59 città già nel 1999 e in 94 entro il 2000 e per i servizi internazionali si allaccerà alle reti dei partner stranieri già estese a 65 Paesi. Stima di creare 10 mila posti di lavoro entro il 2007, più altrettanti nell'indotto. Nello stesso anno conta di avere 8 milioni di clienti, un fatturato di 10 mila miliardi e una quota di mercato del 20% nella telefonia mobile e del 15 in quella fissa (per la quale ha già ottenuto la licenza nello scorso febbraio). Una corazzata, insomma. Ma anche Telon non scherza, potendo contare sulla società Autostrade (27%) con una rete di oltre 3 mila chilometri di fibre ottiche posizionate lungo i suoi nastri di asfalto, e poi sulle tecnologie e le reti internazionali di Bell Canada (27%) e Distacom (22%), gruppo con sede a Hong Kong, e sul significativo impegno finanziario di Cofiri (7,5%), Unicredito (7%), Satap (3%), Banca del Salento (3%), Kefi (2%) e Tad Fin (1,5%). Anche in Telon la maggioranza è italiana con il 51%. Gli investimenti sono previsti in 7 mila miliardi in dieci anni, con passaggio all'utile nel 2002 e 8 milioni di clienti nel 2007. Il vero asso nella manica di Telon. però, potrebbe rivelarsi la scelta della sede a Napoli e la prospettiva di indirizzare inve- stimenti e posti di lavoro soprattutto al Sud: solo nel capoluogo campano si prevedono, in caso di vittoria, un migliaio di assunzioni entro il '98 e altre 500 nel centro di assistenza di Bari. E non sarebbe che l'inizio di una pioggia di posti negli anni successivi. Questo aspetto, ripetutamente sottolineato dal presidente di Autostrade Giancarlo Elia Valori, ha attirato su Telon la sua quota di acidi commenti da parte degli avversari secondo cui si tratterebbe di una «captatio benevolentiae» con la retorica dell'aiuto al Mezzogiorno. Infine il terzo contendente, Picienne, può contare su British Telecom (col 26% e una rete mondiale a cui connettersi), Mediaset (25%), i norvegesi di Telenor (20%), una società famosa per l'assistenza ai clienti (per esempio, rimborsa gli scatti se cade la linea), Bnl (10%), Ina (10%), Italgas (9%): il capitale è italiano al 54 per cento. Picienne ha sede a Milano e prevede investimenti per 8 mila miliardi, sempre nell'arco di un decennio. I punti di forza, almeno nelle promesse, sono costituiti dalla qualità e dall'innovazione tecnologica. Gran parte degli azionisti è già presente sul mercato italiano delle tic attraverso il consorzio Albacom, attivo nella telefonia fissa. A proposito: in settimana, forse già domani, sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il procedimento per l'interconnessione; lo ha annunciato Lauria. Luigi Grassia OLI SFIDANTI I TRE CONCORRENTI PER IL TERZO GESTORE DCS 1800 telon f piciehne 1 AUTOSTRADE *7% J BRITISH TELECOM 26% J jy^ll CANADA, _ _ _27% | MEDIASET _ 25% j ^DISTACOM ,„22%j telenor 20% j S2EI.1l. ™_ „ . „ J J?nl , t;<;. r _ _ io%J UNICREDITO 7% | INA 10% X J&^.~~~^»~^J&J JM9 as _ t „_»% J BANCA SALENTO 3%1 ^^^^^^^^^ wind ■ | ENEl 51% I

Persone citate: Giancarlo Elia Valori, Lauda, Luigi Grassia, Michele Lauria, Rossignolo

Luoghi citati: Bari, Bell Canada, Canada, Hong Kong, Lauria, Milano, Napoli, Roma