Bere alla lattina? Nessun pericolo di R. Cri.

Bere alla lattina? Nessun pericolo Disco verde dalla Sanità, ma i consumatori: igiene scarsa in certi negozi Bere alla lattina? Nessun pericolo «Non esiste il rischio di contrarre un virus» ROMA. Non ci sarebbe pericolo per chi consuma bevande in lattina, soprattutto quelle che hanno sostituito l'apertura a strappo con l'apertura che resta attaccata all'interno della lattina e viene così a contatto con il Uquido da bere. L'«assoluzione» viene sancita dal ministero della Sanità dopo che l'Istituto superiore di Sanità ha analizzato 500 lattine contenenti 11 diversi tipi di bevande. I risultati sono stati resi noti dal sottosegretario Viserta Costantini in risposta a un'interrogazione parlamentare. Utilizzando 5 diversi ceppi di enterovirus, la sperimentazione avrebbe dimostrato che dopo due ore di contatto tutte le bevande hanno di fatto determinato una significativa riduzione del ceppo di microrganismo inizialmente inoculato. La riduzione, massima dopo 24 ore, è risultata più evidente per alcune bevande ricche di anidride carbonica. Per quanto riguarda le prove eseguite contaminando direttamente il dispositivo di apertura delle lattine - ha detto Viserta Costantini - si è rilevato un «significativo abbattimento della carica microbica». Un'altra indagine è stata condotta per valutare le implicazioni igienico-sanitarie di una contaminazione delle lattine che si verifichi nel corso delle diverse fasi della distribuzione e vendita. Questa sperimentazione è stata condotta soprattutto sui contenitori di tè e di birra «emerse come le meno inibenti» e prelevate in tutto l'arco delle fasi distributive. I risultati sono «sovrapponibili a quelli delle prime indagini». La con¬ clusione del ministero è che «non appare fino a oggi configurabile l'esistenza di un concreto pericolo per la salute dei consumatori», derivante dagli attuali meccanismi di apertura delle lattine. Gli esami condotti hanno infatti consentito di accertare che «il rischio infettivo non raggiunge una significatività epidemiologica» e non supera quindi «quel potenziale rischio di natura igienico-sanitaria che esiste ed esisterà sempre in questo settore ma che non è legato al dispositivo di apertura bensì al consumo di qualsiasi alimento». Ma non tutti sono d'accordo con questa linea tranquiUizzante. Secondo l'Adoc (Associazione per la difesa e l'orientamento dei consumatori) che cita una ricerca condotta dal prof. Caramello dell'università di Torino, la risposta di Viserta Costantini non soddisfa perché «per valutare gli effetti igienico sanitari le 500 lattine dovevano essere verificate prelevandole da tutta la gamma dei punti vendita, con una particolare considerazione verso la catena distributiva e di conservazione. E' ben diverso - sottolinea l'Adoc - acquistare una lattina in un supermercato, oppure nel negozio che la espone per ore al sole o aU'inquinamento del traffico o la conserva in scantinati in cui abbondano topi e scarafaggi. Oggi vi sono sistemi che garantiscono la totale igienicità - osserva l'Adoc - come quello col beccuccio da versare: adottandoli non sarebbe più necessario arrampicarsi sugli specchi per dimostrare la non pericolosità delle lattine». [r. cri.]

Persone citate: Costantini, Viserta Costantini

Luoghi citati: Roma, Torino