«Giovani a rischio di infarto»
«Giovani a rischio di infarto» Firenze: i risultati di una ricerca condotta in 40 scuole medie superiori «Giovani a rischio di infarto» I cardiologi: è colpa dell'errato stile di vita ROMA. L'infarto è, per solito, veloce e violento. Ma la sua storia ha, per cosi dire, origini lontane. La predisposizione alla malattia spesso nasce quando siamo giovani: dalle nostri abitudini alimentari, dal fumo, dalla sedentarietà, dallo stress. Ecco, allora, l'idea: perché non insegnare a scuola come evitare quello che, ancor oggi, è il primo killer dell'umanità? Il progetto è stato formulato dall'Arance-, l'organizzazione dei cardiologi ospedalieri, ed è stato realizzato in quaranta scuole italiane, due per Regione. Perché s'è sentita l'esigenza di un lavoro di questo tipo? «La patologia cardiovascolare - spiega il dottor Massimo Santini, presidente dell'Anmco e primario al San Filippo Neri, di Roma - è ancora la prima causa di morte. E anche se è calata là percentuale delle morti per infarto acuto, resta la grande massa degli infartuati che costituiscono un grave problema di sanità pubblica, nonché l'assorbimento di pesanti risorse economiche. E' proprio gra- ) zie a questi malati che si è visto come le abitudini, anzi le "cattive" abitudini, tendano a mantenersi anche in coloro che pure sono stati colpiti da una patologia così grave». Che fare? La risposta: prevenzione. Ma per farla occorre incominciare dai più giovani. «E non sarebbero servite a nulla semplici lezioni di medicina e di comportamento per mantenere il buono stato di salute». I ragazzi, studenti di licei e di istituti tecnici, sono stati coinvolti nella ricerca in modo attivo. L'Anmeo ha arruolato due insegnanti esperte in scienza della comunicazione, quindi ha radunato, nel centro di Firenze, gli insegnanti di Scienze degli istituti scelti per l'esperimento. «Hanno fatto una vera e propria full immersion di tre giorni - continua Santini - con nozioni di anatomia e fisiopatologia, materiale informativo e schede per la ricerca epidemiologica». Tornati a casa, gli insegnanti hanno spiegatoai ragazzi il lavoro che si doveva svolgere. E hanno dato il via a una serie di inchieste in vari luoghi, da gli ambulatori medici alle famiglie, sulle abitudini di vita a rischio d'infarto. «I ragazzi - conclude Santini si sono mostrati entusiasti e hanno partecipato con grande impegno. Ora stiamo esaminando lo studio prodotto e l'anno prossimo, forse, estenderemo questo progetto, unico nel suo genere, a tutte le scuole» Gli studenti sembrano aver recepito il messaggio: non delegare ad altri la tutela della propria salute. Del resto, c'è una certa urgenza: «Nel 2010-2020 avremo un incremento della mortalità derivante da episodi cardiocircolatori - prevede Sestini -. I giovani di oggi sono per un terzo obesi, per un terzo sedentari, per oltre un terzo fumatori. Nel biennio delle Superiori fuma infatti il 24%, al terzo anno si sale al 30% e al 40% all'ultimo anno. Nes suna differenza fra maschi e fem mine. E hanno pessime abitudini alimentari: mangiano spesso fuori volentieri panini e birra invece ( un piatto di pasta». [d. dan.j I
Persone citate: Massimo Santini, Santini, Sestini
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