Crociata di 10 aani per battere la droga

Crociata di 10 aani per battere la droga Clinton e Prodi al Palazzo di Vetro applaudono il piano di Macchi: «Difendiamo i tossicodipendenti» Crociata di 10 aani per battere la droga L'Orni: satelliti e aiuti in dollari contro le coltivazioni WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Bill Clinton «applaude» l'ambizioso piano Onu firmato da Pino Arlacchi per sconfiggere il traffico della droga pesante nel giro di dieci anni. E invita Paesi «produttori» e Paesi «consumatori» a seppellire l'ascia di guerra per farlo funzionare. Non è la prima volta che parte una «qrociata» internazionale contro i trafficanti. E la giornata inaugurale della sessione speciale dell'Onu sulla droga è servita ancora una volta da passerella per capi di governo e capi di Stato. Ma la sensazione di molti esperti è che per la prima volta uno sforzo concertato della comunità internazionale possa dare risultati concreti. E che la strategia del sociologo italiano - che il segretario generale Kofi Annan mise alla guida del programma antidroga dell'Onu lo scorso settembre - sia quella giusta. Il Piano Arlacchi mette fine all'eterna diatriba sull'importanza di colpire prima la domanda o l'offerta affrontando i due problemi allo stesso tempo, con una spesa complessiva di circa cinque miliardi di dollari da qui al 2008. Arlacchi è convinto che la domanda di droga nei Paesi consumatori possa essere ridotta del 50 per cento nei prossimi dieci anni attraverso una massiccia campagna d'informazione. E l'impegno di Clinton di stanziare almeno 2 miliardi di dollari (3500 miliardi di lire) per informare i giovani sui pericoli della droga attraverso i media è un primo passo concreto importante visto che gli Stati Uniti sono ancora di gran lunga il principale Paese consumatore. Allo stesso tempo Arlacchi conta di eliminare buona parte della produzione di papaveri da oppio, foglie di coca e cannabis nei prossimi dieci anni. Come? Usando satelliti per identificare le aree coltivate, e varando programmi per la sostituzione delle coltu¬ re nei Paesi produttori. In passato iniziative del genere non hanno avuto molto successo perché sono state portate avanti in maniera sporadica, ma Arlacchi è convinto che possono funzionare se sono perseguite con maggiore sistematicità e continuità. L'obiettivo di eliminare la coltura della cannabis in tutto il mondo non è realistico - lo ammettono anche fonti delle Nazioni Unite che hanno lavorato al progetto - non è assolutamente realistico. Ma la marijuana è stata inclusa nella terna per questioni di opportunità politica. Al di là di quest'ultimo aspetto, l'obbiettivo strategico di eliminare il grosso della produzione di oppio e coca non viene più liquidato come una chimera. La fine della guerra fredda ha aperto una stagione nuova, dicono fonti diplomatiche, in cui uno sforzo internazionale è finalmente possibile. Ma l'aspetto nuovo che forse più di qualsiasi altro spiega l'ottimismo che si respira sul fronte anti-droga dopo decenni di sforzi inutili contro la potenza crescente dei narcotrafficanti è la graduale caduta del «muro» tra Paesi produttori e Paesi consumatori, tra Nord e Sud. Per anni la lotta internazionale alla droga è stata minata dallo scambio di ostilità e di recriminazioni tra gli uni e gli altri. Ma la realtà è che molti Paesi consumatori sono oggi anche produttori, e di converso, molti Paesi produttori sono diventati consumatori. E Clinton ha preso atto di questa nuova realtà: «Il dibattito tra consumatori e produttori è durato troppo a lungo. Continuare a puntarci il dito a vicenda non ha più alcun senso. Non è certo così che riusciremo a smantellare il cartello dei narcotrafficanti o a impedire ad un giovane di bucar¬ si». Altro elemento importante del Piano Arlacchi: l'enfasi sulla riabilitazione del drogato, concetto, questo, che ha trovato larga eco nell'intervento di Romano Prodi. «E' importante - ha detto il presidente del Consiglio - sviluppare una rete di servizi pubblici e del privato in grado di favorire la riabilitazione, il miglioramento dello stato di salute e il reinserimento lavorativo e sociale dei tossicodipendenti, superando un'impostazione semplicemente repressiva». Andrea di Robìlant «Clinton si è congratulato per la rapidità con cui abbiamo preparato il piano. Ed è la prima volta che tanti Paesi appoggiano un simile progetto Non capisco lo scetticismo di alcuni italiani» pslib1fMzrrc9t A sinistra: il presidente Clinton e il segretario generale dell'Onu Kofi Annan ieri alla Conferenza sulla droga. A destra: la distruzione di una piantagione di stupefacenti sotto: il sociologo Pino Arlacchi

Luoghi citati: Stati Uniti, Washington