Treviso, il Carroccio vince ma perde voti per strada di Cesare Martinetti

Treviso, il Carroccio vince ma perde voti per strada Treviso, il Carroccio vince ma perde voti per strada TREVISO DAL NOSTRO INVIATO L'ultima di Gentilini sono le siepi. Tagliate, sradicate, rimosse. Via dai giardini pubblici davanti alla stazione, via dagli altri parchi. Dietro le siepi si possono nascondere gli extracomunitari, lì possono consumare i loro trafficucci. Da dietro le siepi possono saltare addosso alla gente, spaventarla. Via, via. Il sindaco alpino e leghista ne inventa una ogni giorno. Qualche mese fa le panchine, tolte di mezzo per evitare che i perdigiorno ci consumassero la vita; ora le siepi. Qui a Treviso, capitale d'Italia della Lega, sembra di vivere in una duplice dimensione. Due mondi si divaricano: nella lingua, negli interessi, nell'immaginario, nelle prospettive. Qualche giorno fa si sono riuniti i 500 imprenditori «più dinamici d'Europa», tra i quali 72 italiani e 17 del Nordest. Padrone di casa il trevigiano Massimo Colomban, titolare della «Permasteelisa», quotata a Singapore, 500 miliardi di fatturato, 1100 dipendenti, strutture prefabbricate esportate e installate in tutto il mondo. S'è parlato - in in¬ glese - di problemi economici e, anche, di politica. «Com'è possibile ha detto più o meno Colomban - che il 40 per cento dei trevigiani voti per la Lega?». Non aveva ancora visto i risultati di domenica, ballottaggio per l'elezione del presidente della Provincia. Primo Eletto Luca Zaia, Lega, 59,8%. All'uomo dell'Ulivo, Ivano Sartor, partito popolare, sindaco di Roncade e battuto anche a casa sua, il 40,2%. S'è consolato così: «Era una sfida impossibile». Dopo il sindaco, la Lega installa in Provincia un altro dei suoi. Treviso e dintorni, capitale leghista. Ma è l'unico exploit del Carroccio. E nemmeno così limpido. Ha votato il 36%, record negativo. La Lega al primo turno aveva il 42,154 mila voti in cifra assoluta. Al secondo giro ne ha presi «solo» 139 mila. Alle politiche di due anni fa, furono 225 mila a votare per Bossi. E non basta. Domenica, nei 4 collegi di città - per la prima volta - la Lega ha perso, di poco, ma ha perso: 55, 51, 50 e 54 per cento a Sartor. Zaia ha 30 anni, è intelligente, pragmatico, disinvolto. E' un imprenditore della notte, organizza Ù lavoro nelle discoteche. Ha fatto l'assessore all'Agricoltura e anche uno come Gianni Maddalon, che lo ha sfidato sotto il simbolo sofistico ed elitario del Nordest di Massimo Cacciari, riconosce che è il «più bravo» tra le file leghiste, imbottite di capipopolo arruolati tra «quelli che battevano i pugni in osteria». Chiediamo a Zaia come mai ha perso in città e lui si fa una risata: «Una vittoria di Pirro, quella dell'Ulivo: abbiamo vinto in 32 collegi su 36; nel '95 avevamo il 21%, quest'anno abbiamo preso il 42 al primo turno». Sì, ma Bossi, quand'è venuto qui, vi ha detto: «Se non Ì prendete il 70%, siete degli sfigati...» E Zaia: «Ha ragione, ma tanti dei nostri non sono andati a votare perché pensavano che avessimo già vinto». Dopo il primo turno, Luciano Benetton, tiepido sponsor del Movimento di Cacciari, ha ributtato il sasso: «Non capisco i trevigiani: adesso che hanno la pancia piena, che motivo hanno ancora di protestare?». Venerdì scorso una ventina di trevigiani illustri hanno firmato un appello contro il «localismo angusto» della Lega, n poeta Zanzotto, industriali e intellettuali per Sartor. La risposta di Zaia è stata affilata: «Culi da salotto». Aveva già la Bmw carica di soppressa e salami e cartoni di prosecco per festeggiare la vittoria. Fare «schei», anarchia, deregulation. Il «rniracolo» del Nordest continua. Lo scrittore Sergio Saviane dice che è una specie di malattia: «Una volta votavano de, adesso Lega. La pasta è la stessa». Il presidente degli industriali Nicola Tognana, schiacciato tra l'elite dei Colomban e l'irritata base dei piccoli filo-le ghisti, continua a chiedersi: «Dov'è il ceto politico veneto? Lontano, in penombra». I veri poteri della città si organiz zano, a prescindere dalla Lega. Se il sindaco fa tagliare le siepi, 2 presidente della potentissima banca Cas samarca De Poli (ex de, ora ppi e filo Ulivo) spende 30 miliardi per la se de dell'Università. E per l'esordio mondiale dell'Italia, l'associazione degli industriali ha organizzato uno strano connubio: manifestazione al cinema Embassy con Luigi Abete a sostegno del referendum contro la quota proporzionale e subito dopo tutti insieme a vedere Italia-Cile sul maxischermo. La Lega, per ora, non corre pericoli: il 64 per cento dei trevigiani non vota nemmeno più. Cesare Martinetti «Non ci saranno le elezioni anticipate Non credo che D'Alema abbia il coraggio di andare al voto» Il leader della Lega Umberto Bossi

Luoghi citati: Cile, Europa, Italia, Roncade, Singapore, Treviso