Bertinotti alza il prezzo con D'Alema

Bertinotti alza il prezzo con D'Alema Diffidenza a due giorni dall'incontro a Botteghe Oscure che preparerà il vertice di maggioranza Bertinotti alza il prezzo con D'Alema «Sull'Alleanza atlantica Rifondazione non farà sconti» ROMA. Sarà per non subire una delusione, sarà perché, nonostante le apparenze, il personaggio è dotato di una robusta dose di realismo, fatto sta che Fausto Bertinotti non coltiva troppe illusioni sull'incontro di giovedì, con Massimo D'Alema. E, per amor di verità, occorre aggiungere che nemmeno il vertice di maggioranza, fissato per il giorno dopo, apre il cuore bertinottiano alla speranza. Il segretario del Prc è convinto che il leader della Quercia virerà a sinistra, che prenderà solenni impegni su occupazione, Mezzogiorno e «fase due» del governo. Ma il capo di Rifondazione sa anche che, parole a parte, quando si tratterà di scendere sul più prosaico terreno delle proposte concrete tutto si farà più difficile. Questa convinzione ha insinuato un dubbio, nella mente di Bertinotti, molesto e persistente. «D'Alema - è il ragionamento che il segretario va facendo in questi giorni con i suoi fedelissimi - è perfettamente conscio del fatto che noi non accettiamo né un patto di legislatura né l'offerta di entrare dentro il governo. «Ma perché mai allora pensa di proporci questo? Non è che, sentendosi obbligato, per pressioni interne, di partito, ed esterne, di governo, lui apre al Prc, però lo fa avanzando ipotesi che sa che verranno respinte, per poter poi dire: "Vedete, io ci ho provato, ma è impossibile"? Mica vuol far saltare il tavolo?». Non è per sfiducia nel suo interlocutore o per propensione al sospetto che Bertinotti nutre questi timori. No, è che il leader di Rifondazione ha delle richieste da avanzare, ai Ds, all'Ulivo e al governo, che sono la premessa perché il rapporto di maggioranza non si spezzi, e comprende che per D'Alema non saranno facili da digerire. Di qui la preoccupazione che «sollevando questioni di metodo, come patti di legislatura e ingressi nel governo, si vogliano scavalcare le questioni di merito». Che sarebbero, ridotte all'osso, tre o quattro. Le 35 ore, innanzitutto, perché Bertinotti vorrebbe che la legge passasse prima dell'estate sia alla Camera sia al Senato, e propone anzi di anticipare la riduzione dell'orario per le aziende nelle quali si prospettano stati di crisi. Poi i contratti d'area. Quindi, c'è la flessibilità: non la si può bandire dal Paese, cancellarla dalla taccia della Terra, di questo il segretario del Prc si rende ben conto. Perciò chiederà che almeno la «flessibilità non sia più l'asse della politica economica del governo». Trentacinque ore, flessibilità... Quale sarà la risposta di D'Alema, stretto tra il fuoco bertinottiano e quello del presidente di Confindustria Fossa? Con quest'ultimo il leader della Quercia avrebbe fatto determinati ragionamenti, e ora conciliare il segretario di Rifondazione con il presidente di Confindustria è impresa improba. La lista delle richieste di Bertinotti comprende un altro capitolo: «Niente soldi alle scuole private». «Il Ppi deve decidere se vuole collocarsi definitivamente con la sinistra - è il ragionamento del leader del Prc - e tutti nella maggioranza devono rendersi conto che il centro non si batte facendo la sua politica». Ma anche su questo tema D'Alema ha dato delle rassicurazioni, a Franco Marini, questa volta, e tra i due fuochi, quale brucerà di meno? L'idea diessina, in questo caso, è di rinviare il problema, affrontandolo dopo il «semestre bianco» per evitare che il Prc apra una crisi senza elezioni. Ma Bertinotti si accontenterà di uno slittamento? E gli basteranno le solenni dichiarazioni di intenti su occupazione, Mezzogiorno, riduzione dell'orario di lavoro? Difficile. E i risultati elettorali, più che insoddisfacenti per il centrosinistra, forniscono al segretario rifondarolo una spinta in più per avanzare le sue richieste: «La maggioranza è entrata in crisi con il Paese e servono atti concreti del governo», dice Bertinotti. Il quale Bertinotti può raggiungere un compromesso, ma non può tirarsi indietro (come dimostra, su un altro fronte, il suo rinnovato «no» all'allargamento della Nato). «Noi - è l'ammonimento che il segretario rivolge ai suoi - andremo fino in fondo. Se la sentono i Ds di fare altrettanto? Se la risposta è sì, possiamo lavorare insieme». Ma quando pronuncia quel «fino in fondo», il leader del Prc pensa già alle prossime battaglie: rinnovi contrattuali, a cominciare da quello dei metalmeccanici, revisione degli accordi del 23 luglio, legge sulla rappresentanza sindacale. In un futuro così delineato, sarà difficile, per D'Alema, «seguire-inseguire» Bertinotti. Maria Teresa Meli Il segretario: con le proposte di patti di legislatura forse si vogliono scavalcare le questioni concrete 4* 1 RISULTATI FINALI A CONFRONTO% ELEZIONIPRECEDENTI COMUN5 CAPOLUOGO ELEZIONIATTUALI 16 CINTRO SINISTRA 8 7 CINTRO DISTRA 14 CINTRO 1 ELEZIONI PRECEDENTI TOTALS COMUNI ELEZIONI ATTUALI 72 CINTRO SINISTRA 66 29 CINTRO DISTRA 37 7 LIOA 6 7 CINTRO 1CIVICHI 6 US TOTALI IIS ELEZIONI PRECEDENTI PROVINCIAL! ELEZIONI ATTUALI 5 CINTRO SINISTRA S 6 CINTRO DISTRA 6 1 LIOA 1 12 TOTALI 12 ELEZIONI PRECEDENTI PROVINCE SICILIANS ELEZIONI ATTUALI 4 CINTRO SINISTRA 3 5 CINTRO DISTRA 6 9 TOTALI 9 PRESIDENTS Dl PROVINCIA Al primo turno PALERMO Francesco Musotto (centrodestra) 53,3% MESSINA Giuseppe Buzzanca (centrodestra) 67,1% CATANIA Nello Musumeci (centrodestra) 60,2% TRAPANI Giulio Adamo (centrodestra) 52.7% AGRIGENTO Vincenzo Fontana (centrodestra) RAGUSA Giovanni Mauro (centrodestra) 30,8% 36,6% ANCONA Enzo Giancarli (centrosinistra) 66,2% REGGIO CALABRIA Cosimo Calabro (centrosinistra) 50,3% ENNA Michele Galvagno (centrosinistra) 56,3% Al ballottaggio TREVISO Luca Zaia (Lega Nord) 60,0% CALTANISETTA Filippo Coltura (centrosinistra) 62,4% SIRACUSA Bruno Marziano (centrosinistra) 61,7% SINDACI Nll COMUNI CAPOLUOGO Al primo turno RIETI Antonio Cicchetti (centrodestra) 62,2% LECCExi Adriana Poli Bortone (cenj^jtnl|gA% CAGUARI Mariano Delogu (centrodestra) S6,«% MESSINA S. Leonardi (centrodestraf 53,2% ROVIGO Fabio Barattella (centrosinistra) 52,9% PISTOIA Lido Scarped (centrosirtiStrrj)' ' kWM5<% SAVONA Carlo Ruggeri (centrosinistra) 52,7% Al ballottaggio ASTI Luigi Florio (centrodestra) 59,2% COMO Alberto Botta (centrodestra) 58,3% VERONA Michela Sironi (centrodestra) 58/1% PARMA Elvio Ubaldi (centrodestra) 57,2% PIACENZA Gianguido Guidotti (centrodestra) 51,1% LUCCA Pietro Fazzi (centrodestra) 54,8% LAQUILA Biagio Tempesta (c.destra) 56,4% ENNA Antonio Alvano (centrodestra) 52,9% TRAPANI Antonino Laudicina (centrodestra) 50,8% RAGUSA Domenico Arezzo (centrodestra) 53,6% CUNEO Elio Rostagno (centrosinistra) 59,8% FROSINONE Domenico Marzi (centrosinistra) 54,6% ISERNIA Giuseppe Caterina (centrosinistra) 57,2% MATERA Angelo Minieri (centrosinistra) 52,8% SIRACUSA /\ Vincenzo DellArte (centrosinistra) 58,2% ORISTANO A A Piero Ortu (centro) sa 65,4%