Storie dalla nuova Spagna

Storie dalla nuova Spagna Storie dalla nuova Spagna Lm ITALIA ha avuto frequentissimi scambi I commerciali e artistici con la Spagna fin dagli anni Trenta: moltissimi film italiani venivano regolarmente distribuiti nella penisola iberica mentre le case di produzione italiane e spagnole si coalizzavano spesso e volentieri per realizzare film destinati al vasto pubblico (commedie, film musicali, mitologici, western: in questi generi, la percentuale di film realizzati in coproduzione con la Spagna è stato veramente impressionante. Un referendum proposto nel 1956 da un noto rotocalco spagnolo sanzionò che Vittorio De Sica era l'attore più famoso del mondo in Spagna; e questo, naturalmente, non dipendeva dal fatto che la seconda moglie di De Sica, Maria Mercader, fosse nata proprio là. E, d'altro canto, il successo italiano della serie interpretata da Pablito Calvo e inaugurata da «Marcellino pane e vino» è testimonianza del fatto che esisteva anche un flusso nel senso contrario, dalla Spagna verso di noi; e l'importanza di Luis Buhuel (poco gradito al regime franchista ma sempre pronto a rivendicare le proprie origini spagnole) nel dibattito sulla cultura cinematografica è un altro aspetto del fenomeno. Dopo Luis Berlanga, Carlos Saura e qualche altro nome, la conoscenza del cinema iberico si è improvvisamente interrotta negli anni Settanta: la coincidenza con la fine del franchismo è casuale, il motivo vero è la drastica riduzione di schermi e di pubblico da un lato e la rinnovata supremazia del cinema hollywoodiano dall'altro, fenomeni rivelatisi letali per l'esportazione delle cinematografie meno forti. Il pubblico italiano riscopre poi l'esistenza di un cinema spagnolo grazie al grande successo di Pedro Almodóvar, che trasporta sullo schermo il ritmo della movida e propone storie ambientate in notti torbide che grondano sensualità e ambiguità. A seguito di Almodóvar arriva poi Bigas Luna, la cui carriera è però compromessa dal tonfo causato dal'invedibile «Bambola», esordio sul grande schermo di Valeria Marini e capolavoro di comicità involontaria. Ma i festival internazionali iniziano a mostrare altre opere interessanti che mostrano l'esistenza di una generazione successiva, con altre problematiche e altro linguaggio: ed è proprio a Cinema Giovani che si assiste al successo (primo premio nel 1993) di «Vacas», dell'esordiente Julio Medem. La rassegna dedicata al Nuovo Cinema Spagnolo organizzata dal Museo del Cinema in occasione di una mostra sull'architettura spagnola contemporanea consente di fare il punto sulla situazione del cinema iberico. Tra i lavori presentati a partire da venerdì 5 giugno nella sala del Massimo 3 (la manifestazione si chiuderà giovedì 18 giugno) va segnalato almeno un capolavoro, «Historias del Kronos» di Montxo Armendariz, definito dal compianto Marco Melani come «la sintesi completa tra tutto quanto ha fatto Buhuel e il melodramma fiammeggiante di Hollywood». La rassegna sarà presentata il 5 giugno da un incontro con il regista Augustin Diaz Yanez e con Elena VUardel della Filmoteca de Valencia. Pare proprio che questa manifestazione segni l'inizio di una nuova attrazione tra le due filmografie: a Cannes il festival di San Sebastian ha infatti annunciato che la retrospettiva di quest'anno sarà dedicata alla commedia italiana degli anni Cinquanta, con Alberto Sordi quale ospite d'onore. Stefano Della Casa Storie dalla nuova Spagna Maria Grazia Cucinotta in una scena delfilm in rassegna «Et dia de la bestia»

Luoghi citati: Cannes, Hollywood, Italia, Spagna