UN ARCANGELO DIMENTICATO NELLA GUERRA DI SPAGNA

UN ARCANGELO DIMENTICATO NELLA GUERRA DI SPAGNA UN ARCANGELO DIMENTICATO NELLA GUERRA DI SPAGNA La storia di Malabocca, un «megafono» contro Franco ARCANGELI Paco Ignacio Taibo II // Saggiatore pp. 326 L. 29.000 ma volta». Era seduto in un capanneldel battaglione interrogava i primi priE poi insieme andarono in mezzo ai ptutte le informazioni apparentementmadre del capitano della seconda comdante... Tutto ciò gli sarebbe poi servprima offensiva delle divisioni fascismese di marzo e che invece aveva cautra i soldati di guardia, tra il 13 e il 18 nali mise in moto i suoi meccanismiNoce, aiutati dal giornalista e romanziere russo Il'ja Erenburg e da Camen (Giuliano Pajetta), cominciano a produrre volantini, che venivano stampati a Madrid e ad Alcalà de Henares e che inizialmente venivano buttati dagli aerei insieme alle bombe [...]. «Fratelli italiani, il popolo spagnolo lotta per la sua libertà. Disertate. Venite con noi, vi accoglieremo come compagni, noi, gli uomini del battaglione Garibaldi». Un proiettile mandò in pezzi il muro a pochi metri da dove si trovava Regler. «Niente male come risposta» si disse. Uno delle brigate francesi propose di piantarla con queste storie e rispondere al fuoco. Diversi italiani lo misero a tacere: «La propaganda continui». Lo dicono con una sorta di giubilo. Gustav Regler cerca di capire questo sentimento. «C'erano lacrime, ma di felicità, si faceva sentire la lingua degli esiliati, parlavano di nuovo con coloro che non avevano voluto ascoltarli anni prima». Tutto fu utile in quei primi giorni: opuscoli arrotolati intorno a un sasso e scagliati come bombe a mano, megafoni, bombardamenti aerei. Giunsero da Alcalà de Henares due altoparlanti e un microfono, davanti ai. quali venivano letti comunicati, oppure si formavano cori improvvisati che intonavano l'Internazionale o Fratelli d'Italia. Giuliano Pajetta, conosciuto in Spagna col nome di Camen, che concluse le sue lunghe peripezie per l'Europa a Mauthausen e ne uscì vivo, era il responsabile degli altoparlanti; ma questa era la voce ufficiale, che leggeva i comunicati mandati dalla sede delle brigate. Proprio allora entrò in azione Malabocca. Nel mezzo della notte i grammofoni erano stati portati vicino al fronte e improvvisamente, di colpo, si cominciò a sentire Bandiera ALABOCCA cantava nel sonno. Fortunatamente dormiva poco e cantava a voce bassa. Fumava dei sigari orrendi che si disfacevano al solo guardarli tanto erano secchi, benché la pioggia e l'umidità impregnassero il bosco. Malabocca mangiava come un disperato e spiegava il perché: «Bisogna sempre mangiare come se fosse l'ultiello all'esterno mentre il commissario rigionieri fascisti. Lì lo vide Carranza. prigionieri e Malabocca strappò loro nte più inutili che potè: il nome della mpagnia, la via dove viveva il comanvito nella guerra di parole. Frenata la ciste, con un clima impossibile per il ausato varie morti per assideramento 8 la direzione delle Brigate internaziomi di propaganda. Luigi Gallo, Teresa Rossa. Da Madrid era arrivata una camionetta con due grandi altoparlanti sul tetto che prima serviva per la pubblicità di un circo, la macchina arrivava con tutto l'equipaggiamento, compreso lo speaker che manteneva il suo stile: dieci magnifici elefanti, dieci... mentre insegnava agli italiani a utilizzare il congegno. Malabocca si accostò al commissario e gli chiese di lasciarlo lavorare, che lui era stato annunciatore alla radio. Per un po' lesse i comunicati. Poi cominciò a improvvisare. «Arrenditi Mariani. Tua moglie è un po' troia, e non ti sta mica aspettando, ti ha già messo le corna con Alfredo il bottegaio... Leone, culat- tone, sarai anche capitano, però ti fai le reclute... Soldati della seconda compagnia, se avete freddo non preoccupatevi, il capitano Barone con gran piacere vi ficcherà mi dito nel culo, lo fa già nelle retroguardie. Rosselli, sei li? Hai sempre gli incubi? Ladrone, delinquente, che in paese imbrogliavi sul peso della carne. Fascista di merda, non ti vuole nessuno». Era proprio scatenato, sembrava sapere il nome di tutti gli ufficiali e soldati che si trovavano nelle file nemiche, sembrava conoscere di ognuno qualche storia tremenda. Il commissario Barontini, dopo aver assistito divertito allo spettacolo per un quarto d'ora, gli si avvicinò e gli disse in tono perentorio: «Malabocca, leggi il comunicato, smettila di insultarli. Se continui così faremo in tempo a ucciderli tutti prima che si arrendano». E Piero per qualche minuto ritornò ad attenersi al testo, ma c'era qualcosa più forte di lui: «Capitano Pierini, sei un porco, non ti lavi mai. E' questo l'esempio che ci dà Mussolini? Leoni, ti chiami ufficiale e ti togli le caccole dal naso in faccia ai soldati. Ti chiami ufficiale, culattone, e corri quando ti bombardiamo?». La comparsa di Barontini concluse la festa. L'indomani le difese fasciste sarebbero state messe alla prova. «Piero, andiamo a dormire». «Noi, i veri italiani, gli uomini del battaglione Garibaldi, per ora vi salutiamo. Tra un po' verremo a trovarvi di persona. E ricordatevi, cani fascisti, il capitano Aldo si ruba le gavette con il pranzo». Malabocca disse questo o qualcosa del genere prima eh lasciare che un disco che qualcuno aveva miracolosamente recuperato, con Ylnternazionale cantata in italiano, mondasse l'aria gelata del bosco. Alcune ore dopo, un commissario politico italiano, giunto da un altro settore del fronte, diede a Piero una bella lavata di capo. Paco Ignacio Taibo II Truppe franchiste occupano Malaga

Luoghi citati: Alcalà De Henares, Europa, Italia, Madrid, Mauthausen, Spagna