STRAGE DI GUAZZO BARBARIE E INDIFFERENZA

STRAGE DI GUAZZO BARBARIE E INDIFFERENZA STRAGE DI GUAZZO BARBARIE E INDIFFERENZA Solo dopo 48 anni il responsabile sotto accusa Lrivò a Caiazzo con la 34a divisioancora molte cose da imparare: morti soldati. La strage era avvenuta il giornqua continuava a infierire sui pvecchi e donne folgorati sul'aia della masseria Marsella: Raffaella Palumbo Albanese, contadina vedova di 47 anni uccisa con le figlie Mariangela 20 anni), Maria (18), Elena 16), Angelina (12) e il figlio Antonio (14). E ancora Francesco D'Agostino (39), i figli Saverio (12), Antonio (10), Orsolina (8) e Carmela (6) e poi Nicola Perrone di 37 anni e la moglie Anna (34) con i figli Giuseppe (12), Antonietta (9), Margherita (6), Elena (4) e Orsola Massadoro di 52 anni con i figli Raffaele (26) e Vito (25). I tedeschi, ritirandosi, avevano voluto lasciare il segno della loro civiltà. «Sono stati trucidati a freddo, senza che ci sia stata alcuna provocazione», scrisse Stoneman sul Chicago Daily News del 18 ottobre, riferendo le prime notizie fornite dai superstiti della zona e il giorno dopo, sul New York Times, Herbert Matthews rincarò: «L'antica città di Caiazzo, situata su un poggio a Nord del fiume Volturno, merita un'infelice piccola nicchia nella stanza degli orrori tedeschi». Roberto Ciuni - nel suo denso e appassionato volume, L'Italia di Badoglio, cui siamo debitori di più di una notizia - racconta che furono quelle esasperate corrispondenze di guerra a far risalire un poco la stima dell'Italia nell'opinione pubblica americana restata molto delusa dai fatti di Roma. «L'8 settembre è divenuto nella memoria collettiva uno dei momenti più tragici della storia dell'Italia unita - scrive Elena Aga Rossi in Una nazione allo sbando -. L'annuncio dell'armistizio dell'8 settembre 1943 fu seguito dalla pre¬ A strage di Caiazzo, che fu registrata dai giornali americani come la prima avvenuta sullo scacchiere europeo durante la seconda guerra mondiale, non fu affatto la prima. Era stata preceduta da molti altri orrori, ma servì da sintesi di quale livello di ferocia poteva raggiungere la sconsiderata natura umana. William M. Stoneman, corrispondente di guerra del Chicago Daily News, aveva già visto molti morti. Ma quando il 14 ottobre 1943 arne americana scoprì che aveva i morti civili erano diversi dai o prima. Pioveva ancora e l'acoveri corpi di ragazzi, bambini, cipitosa fuga del re, del governo e del Comando Supremo da Roma. Le massime autorità dello Stato lasciarono come unica direttiva alle forze armate le ultime parole del proclama che Badoglio aveva letto alla radio annunciando l'armistizio: esse dovevano cessare le ostilità contro le forze angloamericane, ma reagire «ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza». Le conseguenze per l'Italia furono drammatiche. Con la dissoluzione dell'esercito e la fine della breve illusione di uscire dal conflitto e di schierarsi tempestivamente dalla parte degli angloamericani, togliendosi di dosso il marchio di nemico sconfitto, l'intero Paese fu abbandonato alla violenta vendetta dei tedeschi...». A colpi di orrori subiti l'Italia riconquistò qualcosa di positivo nell'immagine di sé offerta al mondo: se non l'ammirazione verso manifestazioni di coraggio emerse, almeno, la pietà per le sofferenze patite. Prima di Caiazzo quelli della Wehrmacht avevano fucilato soldati italiani sbandati e civili trovati con le armi in pu- gno a Nola, Napoli e Teverola, avevano fatto saltare il Palazzo della Milizia a Matera con dentro dodici persone arrestate, e fatto rappresaglie a Barletta e Rionero in Vulture ma non se ne sapeva ancora nulla. La stampa non era stata così tempestiva come a Caiazzo, località che presentò ai giornalisti alleati il più terribile degli spettacoli. Stoneman non riusciva a dimenticare la visione di quei morti, e non ebbe pace sinché gli americani non individuarono il responsabile di quella strage. Le indagini furono laboriose perché i contadini superstiti chiamati a testimoniare entravano spesso in contraddizione e ancora più spesso si perdevano in racconti fantastici. Non bastava più che le povere vittime fossero state crivellate di colpi. Ogni volta che una deposizione veniva ripetuta la denuncia s'ingrandiva di atroci particolari sadici. Per fortuna il tenente Hans Mabe-Bekessi del PWB scoprì che il colpevole era già agli arresti, fermato nel corso di un rastrellamento della 34a divisione e assegnato al campo di prigionia di Aversa. Era piccolo, mingherlino, si chiamava Lehnigk-Emden e pareva un giapponese malato. Confessò subito di aver partecipato alla strage ma aggiunse di aver obbedito alle istruzioni di un suo superiore. Un soldato della sua stessa compagnia però lo accusò e, rischiando di essere incriminato per lo stesso episodio, lo costrinse ad ammettere. Stoneman si fece ricevere da Benedetto Croce e gli fornì nome e cognome e data di nascita del responsabile del crimine e chiese al filosofo di dettare un'epigrafe da lasciare sul luogo della strage. Croce la dettò e Stoneman aggiunse: «un americano che vide con orrore e pietà/le salme degli uccisi/pose questa memoria». Lehnigk-Emden fu trasferito in vari campi di prigionia in Africa e nel 1945 tornò addirittura libero per motivi di salute e rientrò in Germania. Il 26 luglio 1946 il governo americano trasferì il caso a quello italiano, pur proseguendo le investigazioni prescritte dalla Dichiarazione di Mosca sui crimini di guerra, dato che si trattava di un episodio sottoposto alla United Nations War Crime Commission. Il governo italiano non si degnò di far nulla per ottenere la consegna di Lehnigk-Emden sino al 1991. Nel 1991, grazie alle ricerche di Joseph Agnone negli Stati Uniti e di Giuseppe Capobianco in Italia la procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere aprì un procedimento penale. Dalla strage di Caiazzo erano trascorsi 48 anni. Oreste del Buono Giorgio Boatti Testi citati: William M. Stoneman Chicago Daily News, '43 Roberto Ciuni L'Italia di Badoglio Rizzoli Elena Aga Rossi Una nazione allo sbando. L'armistizio italiano del settembre 1943 // Mulino Benedetto Croce Quando l'Italia era tagliata in due Laterza Joseph Agnone e Giuseppe Capobianco La barbarie e il coraggio a cura dell'Associazione storica del Caiaimo 1990 Cesare De Simone Corriere dello Sero 28 giugno 1991 Il maresciallo Badoglio In alto, vittime della strage di Caiazzo