Vìa da Asmara: ia salvo tutti gli italiani di Maurizio Molinari

Vìa da Asmara: ia salvo tutti gli italiani Altri seicento hanno voluto rimanere. Il Papa: basta con le sofferenze dei popoli africani Vìa da Asmara: ia salvo tutti gli italiani 1237concittadini traghettati nella notte da due C-130 ROMA. L'«Operazione Shuttle», nome in codice per la fuga degli italiani dall'aeroporto di Asmara, è iniziata subito dopo il tramonto di sabato, quando si è aperta la «finestra di sicurezza» per l'evacuazione degli stranieri negoziata con l'Etiopia dal nostro ambasciatore ad Addis Abeba, Marcello Ricoveri. 1237 italiani sono stati divisi in gruppi e, sotto sorveglianza, accompagnati all'aeroporto già teatro dei bombardamenti etiopici. Calato il sole sono arrivati da Gibuti i due C-130 dell'Aeronautica limitare che per tre volte hanno fatto la spola - da qui il nome «Shuttle» dell'operazione con Asmara coprendo gli oltre 500 km di distanza. L'ultimo volo è decollato verso le 4 del mattino di ieri. «Gli italiani partiti sono tutti quelli che ne avevano fatto esplicita richiesta, soprattutto donne e bambini» fa sapere la Farnesina. In Eritrea ora ne restano circa 600: si tratta in gran parte di italiani di seconda e terza generazione. Anche loro sono stati registrati dai diplomatici, nel caso in cui fossero disponibili nuove «finestre di sicurezza» al riparo dai duelli aerei. I due C-130 restano per quest'eventualità altre 48 ore a Gibuti. Fra gli italiani che hanno lasciato Asmara anche i 16 medici partiti con un volo russo affittato dall'Onu e altri 10 andati a Colonia con la «Luftwaffe». L'«Operazione Shuttle» dei C-130 ha portato in salvo a Gibuti - oltre ai connazionali - anche 114 stranie ri di 24 diverse nazionalità. Il ponte aereo notturno è stato seguito dagli uomini dell'Unità di Crisi della Farnesina, coordinati da Vincenzo Petrone. «E' stata una notte molto lunga» dice uno di loro. Tutto è filato Uscio ma gli attimi di tensione non sono mancati. Racconta Petrone: «Sulla pista di Asmara c'era anche un C-130 americano, per l'evacuazione degli statunitensi, a un certo punto hanno fatto scendere a terra trenta marines in assetto da guerra che si sono schierati, puntando le armi e facendoci temere una reazione degli eritrei che, per fortuna non c'è stata». «Anche a bordo dei C-130 italiani - aggiunge c'erano le teste di cuoio ma non le abbiamo mai fatte allontanare dagli aerei». La conferma della riuscita di «Shuttle» è arrivata a Palazzo Chigi con le prime luci dell'alba e il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha «ringraziato chi ha curato l'operazione che, evacuando anche molti non italiani, è stata di carattere umanitario». . I connazionali a Gibuti sono stati ospitati sotto le tende nella locale base navale francese da dove partiranno questa mattina con un Boeing 474 delTAlitalia per atterrare a Fiumicino nel primo pomeriggio. Sandro Vespignani di Faenza, di un'azienda ravennate, parla di «momenti di panico alla patenza da Asmara quando si era sparsa la voce di un nuovo attacco». Secondo le testimonianze i combattimenti sono stati «molto duri». «Il precipitare degli eventi ci ha colto di sorpresa - racconta Norman Piccioni - ma il bombardamento di sabato mattina è stato davvero violento e non ha lasciato dubbi sulla guerra». «La situazione ad Asmara è caotica - aggiunge - l'aeroporto è l'unica via per lasciare il Paese ed ora è chiuso e si vive con l'incubo dei raid». «La città è piccola, le bombe si sentono vicine» ricorda un'altra italiana. Ieri Giovanni Paolo II durante i saluti del dopo Angelus ha manifestato la speranza che Dio «voglia risparmiare alle care popolazioni dell'Africa, già tanto provate, nuove sofferenze». «La tregua dura ed è buon segno - ha commenta Prodi ma la nostra iniziativa diplomatica procede». E' stato il ministro degli Esteri, Lamberto Dini, a spiegare al Tg3 di cosa si tratta: «Lavoriamo attivamente per la riconciliazione, il sottosegretario Rino Serri è in Burkina Faso per il vertice dell'Organizzazione dell'Unità Africana e contiamo sui leaders africani per far sedere attorno ad un tavolo Etiopia ed Eritrea e porre fine a questa disputa sui confini». Ed al confine ieri si è registrata qualche scaramuccia. Le autorità di Addis Abeba hanno annunciato la riconquista di Zala Anbessa, città che le forze eritree avevano occupato la settimana scorsa. Un portavoce del governo di Asmara ha affermato che le truppe eritree sono ripiegare spontaneamente. Maurizio Molinari I due C-130, che hanno fatto la spola da Asmara a Gibuti per portare in salvo i 237 cittadini italiani, fotografati in attesa sulla pista dell'aeroporto eritreo