Treviso; tiene la roccaforte di Bossi

Treviso; tiene la roccaforte di Bossi Provinciali, il candidato del Senatùr batte il centrosinistra: è il più giovane presidente d'Italia Treviso; tiene la roccaforte di Bossi Ma ha votato solo il37per cento TREVISO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La bandiera della Lega sventola sulla provincia trevigiana e schiaffeggia l'Ulivo. I pronostici erano tutti per il Carroccio e i risultati usciti dalle sezioni scrutinate nella notte (1076 su 1176) confermano il successo del candidato leghista, il più giovane presidente d'Italia. Luca Zaia, 30 anni appena compiuti, di professione selezionatore di personale per le discoteche - barman e guardarobiere - è riuscito con il 59,8% a consegnare a Bossi la roccaforte veneta della Lega, l'unico centro del Nord dove il Carroccio è riuscito ad andare al ballottaggio, anche se non ce l'ha fatta a toccare quel 70% che il Senatùr pretendeva. Se nella provincia trevigiana ha votato soltanto un elettore su tre (la percentuale è del 36,6%), lo zoccolo duro della Lega consapevole della posta in gioco è andato fedelmente alle urne incurante del sole al mattino e dei temporali del pomeriggio. «Ce l'aspettavamo», ha commentato un po' emozionato Luca Zaia mentre Ivano Sartor, 45 anni, agente di commercio, un passato de mocristiano rimodellato sul le fronde dell'Ulivo, si è fermato al 40,2% ma si è conso lato: «Sono felice perché abbiamo quasi raddoppiato». Al ballottaggio Sartor era arrivato con il 24,1% (Zaia aveva raggiunto il 41,4%). Avrebbe fatto il pieno a Treviso città, ma la provincia, tradizionale serbatoio leghista, ha scelto Zaia. Sartor è stato battuto anche nel suo comune, Roncade, dove è sindaco. Una vittoria prevista, ma segnata dall'astensionismo che nel primo turno era stato del 38%: ovvero 250 mila cittadini avevano rinunciato ad esprimersi. Ieri ha votato soltanto il 36,6% dei trevigiani. Ieri pomeriggio alle 17, in provincia aveva votato solo il 16,9%, al di sotto della media nazionale, contro il 29% del primo turno alla stessa ora. Un astensionismo che assomiglia ad una sorta di ammutinamento dell'opinione pubblica che pare aver punito soprattutto la sinistra. Al candidato dell'Ulivo non sono bastati i voti del Movimento del Nordest che Cacciari, dopo un'iniziale ritrosia, aveva autorizzato a far confluire su di lui. E non è bastato neppure l'appello lanciato prima del ballottaggio da un cartello di intellettuali e industriali e firmato, tra gli altri, dal poeta Andrea Zanzotto e dall'imprenditrice Marina Salamon. Un appello a «non isolare la prò- vincia trevigiana» che il giovane leghista Luca Zaia non ha gradito per niente. E lui, che predilige il film «Signore e signori», appartiene alla Confraternita del Prosecco e del Raboso del Piave, non tifa per nessuna squadra di calcio ma ama andare a cavallo, ha risposto con la secchezza che ricorda quel '68 in cui è nato, liquidando industriali e gente di cultura come «comunisti» e «culi da salotto», definendo quei sistemi di appoggiare i candidati come «vecchi retaggi delle sinistre». E poi, affondando il coltello: «Mi ricordo tal Bettino Craxi, oggi domiciliato ad Hammamet, che ad ogni elezione ci presentava la sua corte dei miracoli di attori e donnine. Quando è girato il vento, sono spariti tutti. Come la Banda Bassotti». E poi la stoccata finale: «A questi signori dà fastidio la conquista del potere da parte del popolo vero: che sta con noi e non con la sinistra». Luca Zaia, sebbene con una laurea in tasca, non ha tradito il pedigree della razza Piave. Ieri sera aveva riempito la macchina di bottiglie di vino e salami. L'ha parcheggiata sotto il Palazzo della Provincia in attesa dei risultati. Ma soltanto quando le schede col suo nome si sono accumulate e sono diventate davvero tante ha cominciato a riempire i primi bicchiere e a brindare. Maria Grazia Raffele TREVISO (1076 su 1176) LUCA ZAIA 6& Lega Nord IVANO SARTOR 40% Ds, Rifondazione Verdi, Ppi Rinn.italiano VI Luca Zaia (Lega Nord)

Luoghi citati: Hammamet, Italia, Roncade, Treviso