Capital gain, dal primo luglio si cambia

Capital gain, dal primo luglio si cambia FISCO Cade dopo sei anni la franchigia sui redditi da capitale. Novità per i contribuenti. Ma mancano ancora 15 decreti attuativi Capital gain, dal primo luglio si cambia Tassati i guadagni, si potrà scegliere: regime amministrato o gestito ROMA. Nessuno slittamento: il nuovo regime fiscale per i capital gain, i redditi da capitale, entrerà in vigore dal 1° luglio, anche se mancano ancora i 15 decreti attuativi che regoleranno nel dettaglio tutta la complessa materia. Per ora, a confermare la sostanza del nuovo regime varato un anno fa, è arrivato un altro testo del decreto legislativo: il Consiglio dei ministri lo ha approvato mercoledì ed ha introdotto qualche sostanziale modifica ai meccanismi che unificano al 12,5% le aliquote fiscali escludendo le forme di risparmio fisso come depositi bancari e postali, libretti e certificati di deposito (sia italiani che esteri), tassati al 27%. Punto focale della riforma, dopo 6 anni di franchigia fiscale, è la tassazione non solo dei dividendi, ma anche delle plusvalenze, dei guadagni realizzati sulla quotazione dei prodotti (e la compensazione in caso di perdita). Un criterio che vale per tutti, anche per chi continua a puntare sui titoli di Stato: se li tiene fino alla scadenza naturale, paga la solita ritenuta del 12,5%; se li vende a un prezzo più alto dell'emissione, versa l'aliquota sulla differenza di quotazione. Le novità introdotte dal decreto di mercoledì, tenuto conto delle osservazioni della commissione dei Trenta, riguardano essenzialmente le differenze tra risparmio amministrato (quando esiste un deposito-titoli, ma è il contribuente a decidere le mosse) e risparmio gestito (gli investimenti sono scelti dal gestore), il regime transitorio per i titoli già in portafoglio al 1° luglio e la proroga al 1° novembre per i versamenti da parte di banche e intermediari che diventano sostituti di imposta. Il decreto introduce il principio del «silenzio-assenso» sui regimi in corso. Il Fisco, quindi, confermerà automaticamente al contribuente il regime, amministrato o gestito, già in corso. Chi volesse cambiare, dovrà darne comunicazione entro il 30 settembre. La differenza tra i due trattamenti è sostanziale. In entrambi i casi banche e Sim diventano sostituti di imposta: non è più il contribuente a segnalare direttamente guadagni e perdite senza anonimato nella dichiarazione dei redditi, ma è l'intermediario a trattenere l'aliquota ed a versarla allo Stato, consentendo l'anonimato al contribuente. Nel regime «amministrato», la trattenuta viene fatta al momento della vendita; nel caso del risparmio gestito, invece, il calcolo dell'aliquota verrà fatto ogni 12 mesi sul risultato netto della gestione, cioè sulla differenza di valore registrata all'inizio e alla fine dell'anno. Il 1° luglio sarà però necessa¬ rio calcolare il valore dei titoli in portafoglio. E ogni possessore ha la più che naturale tendenza a puntare su una valutazione alta, in modo da ridurre, sulla carta, le plusvalenze realizzate in seguito. Per evitare un mare di vendite il 30 giugno, il ministro Visco ha introdotto nel decreto un regime transitorio: ogni contribuente potrà scegliere se dichiarare il prezzo effettivo d'acquisto oppure, se sarà più conveniente, la media delle quotazioni calcolata su tutto giugno. Secondo Visco, la nuova normativa non provocherà scossoni: «Le aspettative dei mercati sono positive: tutto funzionerà meglio, a costi più bassi, in maniera trasparente e ci sarà una neutralità tributaria», ha dichiarato ieri al convegno organizzato a Siena da Ducato Gestioni (Gruppo Monte dei Paschi). Si tratta, ha spiegato Visco, di un modello per il resto d'Europa: la nuova tassazione «provocherà una canalizzazione verso il risparmio gestito con benefici che superano i maggiori costi amministrativi» e porrà limiti alle incertezze degli operatori finanziari e dei risparmiatori, «si rafforzeranno il mercato e la stabilità». [b. g.j L'IMPOSTA IN SETTE PUNTI • ENTRATA IN VIGORE. 1° luglio 1998. • ALIQUOTE 12,5%; 27% (per la cessione di partecipazioni qualificate). • REDDITI TASSATI. Plusvalenze; dividendi; interessi. • REGIMI DI TASSAZIONE. Risparmio gestito; risparmio amministrato (dossier JitolMn_deposito piesso un intermediario); dichiarazione «lai date». • CHI PAGA. Tutti. Nel caso del risparmio gestito, il versamento è dovuto anche se azioni e quote non sono state effettivamente vendute. L'aliquota del 12,5% viene applicata sulla differenza di patrimonio conseguita nell'anno, compensando plusvalenze e minusvalenze. In caso di minusvalenze prevalenti, la differenza può essere recuperata con altri redditi nei cinque successivi. g CHI VERSA. Dipende dal regime scelto. Chi sceglie la tassazione analitica nel proprio modello 730 o Unico, provvedere lui stesso al versamento. Per gli altri che sceglieranno l'imposta sostitutiva (conservando l'anonimato), questa sarà versata dal custode e/o gestore dei titoli. Fondi e gestioni in fondi: la tassazione (o il credito di imposta) saranno scontati dalle quote giornaliere. • PER CHI HA GIÀ' TITOLI. Vale il criterio del «silenzio assenso». Chi ha titoli in gestione o in amministrazione verrà inserito d'ufficio dal gestore o dal custode dei titoli nelle rispettive categorie salvo comunicazione contraria.

Persone citate: Ducato Gestioni, Gruppo Monte, Visco

Luoghi citati: Europa, Roma, Siena