«Osservo il mondo immerso fra i libri»

«Osservo il mondo immerso fra i libri» In ritiro sul Garda, Vittorio Messori legge e scrive tutto il giorno: per capire non serve viaggiare «Osservo il mondo immerso fra i libri» ESSORI, lei è fuggito dalle metropoli, vive in un eremo sul lago di Garda. Come mai? «Quando mi sono trasferito da Milano a Desenzano fu perché ero inseguito dai vituperi dei vicini di casa. 1 miei libri avevano superato una certa quantità e cominciavano a creparsi i muri». Quanti libri aveva? «Tanti. Troppi. Li caricai così su due tir e presi l'autostrada MilanoVenezia per raggiungere quello che dai tempi di Catullo e Virgilio è il lago dei padani». Messori, perché tanti libri? Il suo è un vizio? «No, non sono un bibliofilo. Ho una biblioteca ingombrante che è lo strumento del mio lavoro e fare saggi è un'attività da cannibale e da scippatore. Dai libri degli altri nascono i libri. Ho un motto di lavoro: "Studiare come un professore e scrivere come un giornalista"». Che libri ha in biblioteca? «Sono libri da monomaniaco. In molte lingue antiche e moderne e solo saggi di storia delle religioni. Chi non condivide questo interesse non troverebbe nulla da leggere». Non ha mai desiderato fare il monaco? «Mah, seppure con una moglie posso dire di tentare di fare da anni l'eremita. Intrattengo dai tempi del mio primo libro, "Ipotesi su Gesù", un costante dialogo con i miei lettori: il postino del mio paese mi vorrebbe convincere a prendere una casella postale. Ma non faccio alcuna fatica, anzi mi piace la sera rispondere a chi mi scrive». I suoi rapporti con il Papa come sono? «Consistono in un pranzo a Castel Gandolfo quando preparavo "Varcare le soglie della speranza", il libro-intervista. Rispetto la gerarchia e ho venerazione per il Papa, ma ciò che mi interessa è ii problema della fede. Io non sono nato cattolico». No? Era un laico? «A Torino ho fatto il curriculum scolastico del buon laicista subalpino. Ho frequentato il liceo D'Azeglio nella sezione A, dove studiavano Pavese e Ginzburg e insegnava (anni prima, s'intende) Augusto Monti. Mi sono laureato, sempre a Torino, in Scienze Politiche con tesi sulla storia del Risorgimento con il professor Galante Garrone». E dopo questa formazione laica tra Gramsci e Gobetti com'è diventato cattolico? «In quegli anni per la prima volta lessi i Vangeli. Da allora, di fronte a quei libriccini mi chiedo ogni mattina: e vero o non è vero? Io, a differenza di certi uomini della Chiesa, non dò la fede per scontata e ogni volta che durante la Messa recito il Credo mi chiedo se possa essere ancora condiviso da un uomo che cerca di usare la sua ragione». I suoi libri trattano sempre di argomenti religiosi? «Domani vado da Rizzoli, a consegnare il testo del mio tredicesimo libro. Girano tutti, in fondo, attorno alla domanda: "E' possibile oggi essere non solo cristiani ma cattolici e prendere sul serio i Vangeli?" Quando il Papa a Castel Gandolfo mi disse: "Mi faccia qualche domanda", gli chiesi subito se credeva davvero nel Dio che si sarebbe incarnato in Gesù Cristo». Lui come ha reagito? «Confermandomi che ci crede e spiegandomi perché: senza troppo stupirsi, malgrado il pallore dei segretari...». E la Sindone? «Dieci anni fa, il cardinal Ballestrero, che pur doveva esserne il custode, la declassò a semplice icona. Si ebbe l'impressione che la Chiesa volesse chiudere quel lenzuolo in un cassetto con qualche imbarazzo. Dieci anni dopo, due milioni di pellegrini e il Papa sono andati a Torino. In quel lenzuolo c'è l'im¬ magine di mi Risorto. Proprio in questi giorni a Torino la Sindone mostra la sua resurrezione». Come trascorre le giornate? «Comincio con la lettura dei giornali in un bel caffè nella piazza di Desenzano. Non parlo con nessuno, ma ascolto la gente, tasto il polso alla cronaca che, giorno dopo giorno, si fa storia. Poi torno in bi¬ blioteca, studio, scrivo, rispondo alle lettere, alle telefonate, ai fax». E sua moglie? «La vedo a pranzo e alla sera». Che cosa fate la domenica? «C'è chi parte dal Nord Europa per venire sul Lago di Garda. Io ci sono già. La domenica, messa a parte, è un giorno come un altro. A differenza dell'ossessione dell'uomo moderno, il viaggio, per me ciò che conta è capire U mondo. Io lo capisco osservando le folle di tutti i Paesi che la domenica ingombrano la piazza di Desenzano». Lei non guarda mai la tv? «Ho subito assalti televisivi, ma non è il mio mestiere. Non la faccio e la guardo poco». E l'amicizia e il divertimento? «Ringrazio Dio che mi ha permesso di trasformare il mio bisogno di indagare in solitudine sulle ragioni della fede nella mia professione. I miei veri padroni sono i lettori». Come spende il denaro che guadagna? «Non mi costa nulla rinunciare al superfluo non per virtù, ma per mancanza di interesse. Detesto i moralisti che tuonano contro il "consumismo". Però, personalmente, "consumo" poco. Credo che la più grande libertà sia la libertà dalle cose». A che punto è la fede nel mon- do di oggi? «C'è una ricerca di religione che consoli senza gli obblighi della fede. Oggi il Papa è l'uomo più ascoltato e il meno ubbidito del mondo». La Sindone ci fa capire che l'uomo ha bisogno di religione o di simboli? «In fondo la politica, la sociologia, la psicologia, rispondono solo ad alcune domande. Alla domanda di fondo risponde solo la religione. La fede dà una risposta al Problema con la "p" maiuscola del senso della vita, ma crea tutta una serie di problemi con la "p" minuscola». Lei è un uomo sereno o tormentato? «Io, come ogni credente, ho una Speranza con la "s" maiuscola. So che la vita terrena è una preparazione alla vita eterna. Sono convinto che ciò che capita nella vita vada preso sul serio, ma non sul tragico. Si vive nel tempo presente, nella prospettiva dell'eterno». E l'amore, per esempio, per sua moglie? «Nella vecchia Torino mi hanno insegnato il pudore dei sentimenti e l'orrore istintivo per ogni retorica. Lo sa che, in piemontese, si dice "voler bene", ma non esiste il verbo "amare"? E' questa sobrietà che piace a me, a Milano per radici etniche e torinese per scelta». Alain Elkann tifi Quando superai i20 mila volumi dovetti affittare un altro magazzino come biblioteca: tutti i testi trattano di storia delle religioni Il pellegrinaggio alla Sindone dimostra la forza del mistero di quel lenzuolo p ij U Al Papa chiesi se credeva davvero nel Dio incarnato in Gesù Cristo I segretari impallidirono Lui senza stupirsi rispose sì Co8n<""« MJ$$Oft Nome •...Yfljòiiia" Prof, •wonei. Hobby In ritiro sul Garda, Vittorio Messori leggLo scrittore Vittorio Messori autore di best-sellers come «Ipotesi su Gesù» tifi Quando superai i20 mila volumi dovetti affittare un altro magazzino come biblioteca: tutti i testi trattano di storia delle religioni Il pellegrinaggio alla Sindone dimostra la forza del mistero di quel lenzuolo p ij «Osserimmer Lo scrittore Vittorio Messori autore di best-sellers come «Ipotesi su Gesù»