Autobombe del '93, raffica di ergastoli

Autobombe del '93, raffica di ergastoli g Carcere a vita a 14 boss per gli attentati di Firenze, Roma e Milano che causarono 10 morti Autobombe del '93, raffica di ergastoli Igiudici: un attacco eversivo della mafia allo Stato FIRENZE. Gli autori della stagione delle stragi, che nella primavera-estate del '93 squassarono l'Italia, hanno un nome. Ieri alle 15,40 il presidente della Corte d'Assise di Firenze Gaetano Tommaselli ha letto la sentenza che condanna all'ergastolo 14 esponenti di spicco di Cosa nostra e a pene pesantissime altri 10 imputati. Fu la mafia e far esplodere le bombe a Firenze, Roma e Milano. Fu la mafia ad uccidere 10 persone, ferirne altre 95 e danneggiare in modo gravissimo il patrimonio artistico. Cinque anni di indagini condotte dai pm Giuseppe Nicolosi e Gabriele Chelazzi hanno individuato negli uomini di spicco di Cosa nostra gli organizzatori degli attentati. Cinque anni di indagini durante i quali è stata costituita una colossale banca dati sul milione e mezzo di contatti telefonici presi in esame dagli inquirenti e sono stati fatti accertamenti su altre 4 mila persone. Un ruolo determinante lo ha avuto «Egis», un «annusatore elettronico di atomi» che ha fornito i riscontri alle dichiarazioni dei pentiti, confermando che l'esplosivo usa¬ to per gli attentati era stato nascosto nei luoghi che questi avevano indicato. E, poi, 19 mesi di dibattimento, quasi 200 udienze, 550 testi ascoltati, 300 faldoni di atti giudiziari: sono i numeri del processo alla mafia celebrato nell'aula bunker dell'ex carcere di Santa Verdiana. Cinque giorni è durata la camera di consiglio che ha deciso gli ergastoli per Leoluca Bagarella, Giuseppe Barranca, Salvatore Benigno, Giovacchino Calabro, Cristofaro Cannella, Luigi Giacalone, Francesco Giuliano, Filippo Graviano, Cosimo Lo Nigro, Antonino Mangano, Giorgio Pizzo, Gaspare Spatuzza, Matteo Messina, Denaro e Bernardo Provenzano (gli ultimi due latitanti). All'aspirante collaboratore di giustizia Giovanni Brusca sono stati inflitti 20 anni di reclusione, mentre a pene oscillanti tra i 12 e i 28 anni sono stati condannati Vittorio Tutino, Emanuele Di Natale, Antonio Scarano, Aldo Fabretti, Giuseppe Ferro, Pietro Carra, Antonino Messana, Salvatore Grigoli. E' la lista dei responsabili, a diverso titolo, dell'esplo¬ sione di via Fauro a Roma, il 14 maggio '93, che provocò 24 feriti e al quale sfuggì per miracolo Maurizio Costanzo; dell'attentato di via dei Georgofili a Firenze la notte del 27 maggio '93, in cui morirono cinque persone (fra cui due bambine), 37 rimasero ferite e danni gravissimi subirono alcune opere d'arte conservate negli Uffizi; dell'esplosione di via Palestra a Milano, il 27 luglio dello stesso anno, che costò la vita ad altre cinque persone, mentre 12 rimasero ferite; del duplice attentato del 28 luglio a Roma a San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro, dove furono ingenti i danni alle due chiese. Sono stati invece assolti Massimo Scarano e Giuseppe Santamaria, mentre erano state stralciate all'inizio del dibattimento le posizioni dei boss Totò Riina e Giuseppe Graviano. La lettura della sentenza è stata sospesa per tre volte a causa di interruzioni nel videocollegamento con le carceri (Spoleto, L'Aquila, Viterbo, Panna), dove gli imputati sono reclusi. Accanto alle pene detentive un lungo elenco di risarcimento danni di un centinaio di miliardi, tra cui spiccano i 30 miliardi a favore della presidenza del Consiglio e del ministero dei Beni Culturali e i 10 miliardi per il ministero dei Lavori Pubblici; 230 milioni sono stati riconosciuti a Costanzo, mentre risarcimenti sono stati previsti per i Comuni di Firenze, Roma e Milano e per la Regione Toscana. Ma il compito degli inquirenti non si può ritenere concluso. Resta un punto interrogativo: quello sull'identità dei mandanti delle stragi. La mafia ha organizzato le stragi, ma qualcuno le ha commissionate. Svelare questo mistero è il compito a cui cercherà di ottemperare l'inchiesta bis in corso. «Questa è una sentenza storica - ha commentato l'avvocato Danilo Ammarinato - perché sono stati condannati gli esecutori materiali di queste stragi e perché ciò è avvenuto in soli cinque armi. Ma questo non ci basta. Questa sentenza deve essere la base di partenza perché si arrivi ai mandanti». Francesco Matteini g al patrimonio artistico e religioso italiano: j la stagione delle stragi del 1993. Fauro, ore 21.45:24 feriti, tra i c ttivo dell'autobomba. a dei Georgofili, ore Nencioni, la moglie aterina, sei mesi, lo olicchio), 37 feriti. per sempre, d munitariq, ngentj ea Dieci morti, 95 leriti, danni enormi al patrimonio artistico e religioso italiano: j è questo il bilancio complessivo della stagione delle stragi del 1993. 14 MAGGIO 1993. A Roma, via Fauro, ore 21.45:24 feriti, tra i c Maurizio Costanzo, ritenuto l'obiettivo dell'autobomba. 27 MAGGIO 1993. A Firenze, via dei Georgofili, ore 5 morti (il vigile urbano Fabrizio Nencioni, la moglie Angela, le figlie Nadia, 9 anni e Caterina, sei mesi, lo studente universitario Dario Capolicchio), 37 feriti. Agli Uffizi tre dipinti sono perduti per sempre, 173 restano danneggiati, insieme 27 LUGLIO 1993. A Milano, via 5 morti(i vigili del fuoco Alessand Carlo La Catena e Sergio Pasotto, urbano Stefano Picerno, l'exlracomunitariq, Moussafir Driss), 12 feriti, danni ingentj al Padiglione d'arte contemporanea 28 LUGLIO 1993. A Roma, chiese di San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro, ore 00.03 e 00.08: 22 feriti, danni gravissimi alle due chiese.