Il Canada boccia la cura Di Bella

Il Canada boccia la cura Di Bella Un giornale anticipa il rapporto dei medici alla vigilia dell'arrivo a Toronto del fisiologo Il Canada boccia la cura Di Bella «Mancano prove chefunzioni» MODENA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Mentre il professor Di Bella si accinge a partire per Toronto, dagli oncologi canadesi arriva una solenne bocciatura sul metodo anticancro. Secondo quanto riferiva ieri il quotidiano «Hamilton Spectator», il rapporto dei 4 medici canadesi giunti in Italia in aprile per valutare da vicino la cura Di Bella, afferma che non vi sono motivi scientifici per sostenere che il metodo sia efficace contro i tumori, e critica l'inadeguatezza della documentazione del fisiologo italiano. Secondo il quotidiano, la delegazione canadese, che includeva Andrew Arnold del Centro regionale per il cancro, «non ha trovato alcuna evidenza, scientifica o clinica, che possa sottoscrivere i benefici della cura». La delegazione di oncologi canadesi era arrivata in Italia la scorsa primavera sull'onda della forte pressione della comunità italiana in Canada sul governo. I medici erano andati in Puglia, a seguire le speri mentazioni in corso presso un ospe dale. Notizie giornalistiche di quei giorni definivano i medici «molto interessati». Evidentemente, però, l'esperienza italiana non li ha convinti e al ri torno in patria hanno decretato la bocciatura del metodo Di Bella. «Affermare che la cura sia di beneficio per tutte le forme di cancro e in tut te le fasi dello sviluppo non trova credibilità secondo le evidenze in merito al meccanismo di crescita dei vari tipi di cancro». Questa la conclusione del rapporto presenta to al sottosegretario alla Sanità, Joe Volpe. «Ogni ulteriore analisi della documentazione dei lavori del professor Di Bella - si afferma nel rap porto - non sarebbe sufficiente per portare a una conclusione meno negativa, in quanto la documentazio ne stessa è risultata inadeguata». Le informazioni esaminate dai medici canadesi - riferisce il quotidiano sono state definite «aneddotiche senza dettagli, in merito alla terapia dei pazienti curati da Di Bella, pri ma, durante e dopo la somministrazione della cura. Inoltre la documentazione esaminata dai medici canadesi era priva di dati circa le dimensioni dei tumori, non aveva allegate le radiografie pertinenti, e in definitiva era troppo vaga per consentire una valutazione generale attendibile. E' stato chiesto al dottor Arnold, oncologo di fama internazionale, se si possa in definitiva provare il minimo beneficio nella cura Di Bella. Arnold ha categoricamente affermato che, attenendosi al contenuto del rapporto, la sua risposta deve essere: «No, non credo, anzi mi auguro di no». Sarà solo una coincidenza, ma questa solenne stroncatura è stata resa nota proprio alla vigilia dell'arrivo a Toronto del professor Di Bella, il quale parte dall'Italia oggi insieme al suo legale e a un gruppo di medici che praticano la sua terapia. Il fisiologo modenese, ospite per una settimana dell'Associazione Pro Di Bella, terrà una conferenza e visiterà i reparti di oncologia di due ospedali. Non crede alle coincidenze il legale del professore, Enrico Aimi: «Lo International club degli oncologi si sta specializzando anche in bombe a orologeria, che puntualmente esplodono non appena vedono la multiterapia Di Bella farsi strada. Non mi stupisce che arrivino attacchi di questo tipo da chi continua a difendere il primato della chemioterapia sulle altre terapie». Ai medici canadesi che accusano il professore di usare i pazienti come cavie, risponde: «E' ridicolo che la gente e il mondo scientifico possano davvero credere che Di Bella si serva di cavie umane. In realtà la medicina ufficiale, nonostante i convegni nei mari del Sud, le riviste patinate e i grandi fondi della ricerca, non ha ancora risolto il problema cancro». Luigi Di Bella da domani in Canada avrà incontri istituzionali e scientifici, «nonostante le deboli obiezioni di qualcuno» dice Aimi. Incontrerà anche la comunità ita¬ liana: dovevano essere 360 ospiti, saranno 3600. Ieri il figlio Giuseppe, al congresso di Omotossicologia di Milano, ha detto: «Per forza pochi pazienti partecipano alla sperimentazione: non li prendono! Alla definizione dei criteri di selezione dei pazienti mio padre non ha par tecipato. I pazienti vengono scartati in massa: ho saputo che un istituto ne ha scremati 250 in pochi giorni. Accettano solo chi vogliono loro». Raffaella Quaquaro Luigi Di Bella da domani in Canada avrà incontri istituzionali e scientifici

Luoghi citati: Canada, Italia, Milano, Modena, Puglia