«Pronto a partire per il Corno ir Africa» di Francesco Grignetti
«Pronto a partire per il Corno ir Africa» «Pronto a partire per il Corno ir Africa» Serri: possibile una nostra mediazione Iprimi contatti akvertieedell*'Qua ■ ROMA B H NO spiraglio c'è. 0 almeno stiamo lavorando per aprirlo». Rino Serri, sottosegretario agli Esteri con delega agli Affari africani, è in viaggio verso Ouagadougou, nel Burkina Faso, dove è previsto un vertice dell'Organizzazione degli Stati africani (Oua). Incontrerà i ministri degli Esteri di Etiopia ed Eritrea. Nel frattempo resta in contatto telefonico con Roma. Quando La Stampa riesce a parlargli, Serri ha appena terminato una conversazione con il presidente Scalfaro. E' leggerissimamente ottimista. Sottosegretario Serri, in che senso si sta aprendo uno «spiraglio» fra Etiopia e Eritrea? «Dico così perché è appena stato raggiunto un accordo tra Etiopia ed Eritrea per permettere l'evacuazione degli stranieri, italiani compresi. E' un primo segno, forse, di spiraglio. Almeno io voglio leggerlo così, con un po' di ottimismo. Ma l'Italia ha deciso di fare un altro passo, il presidente Scalfaro ha inviato una lettera ai due contendenti. Al vertice dell'Oua penso di incontrare i ministri degli Esteri. E non è da escludere che io prosegua direttamente». C'è la possibilità di una mediazione italiana? «Sì, anche se non dico che la possibilià sia già reale. Stiamo lavorando per aprire la strada alla mediazione. Con l'iniziativa del Presidente mandiamo un segnale forte. Intanto alla Farnesina sono stati convocati i due ambasciatori, etiope e eritreo». Si è parlato della possibile mediazione ita¬ liana? «Anche. I nostri ambasciatori in loco stanno lavorando per organizzare gli incontri di Ouagadougou e l'arrivo della missione italiana nel Como d'Africa. Non andrei io da solo, ma con vari esperti. Andremo non appena verificheremo che esiste la possibilità tecnico-politica. Abbiamo già un pronunciamento favorevole di massima di tutti e due, sia di etiopici che di eritrei. Ci sono però ancora alcune questioni circa le condizioni che si pongono». Ecco, le questioni aperte. Qual è il punto di massima frizione? «Non è una risposta facile. Non esiste un punto specifico di frizione. Io credo che la questione sia non quella territoriale, quanto le relazioni economiche, politiche, di trasporti e di moneta tra i due Paesi. D'altra parte è un'indipendenza molto recente, che ha solo sei-sette anni di vita. I due Paesi avevano fatto un accordo di massima per gestire un'indipendenza che storicamente non è quasi mai esistita. E quest'accordo non ha retto. Bisogna farne un altro. Ma la cosa non è semplicissima». Tutto ruota attorno ai porti eritrei, o no? «Bisogna organizzare le relazioni economiche, commerciali, portuali e anche aeree che possano consentire ad ambedue una linea di sviluppo. Questa è la partita vera. Noi italiani ci apprestiamo ad avviare questo tipo di negoziato. C'è un conno esplicito, anche se un po' criptico, nella lettera del presidente Scalfaro». Francesco Grignetti
Persone citate: Rino Serri, Scalfaro
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