Pantani, un giorno da eroe

Pantani, un giorno da eroe Una occasione storica per il ciclismo italiano, che applaude il trionfo Pantani, un giorno da eroe Sfavorito a Lugano, batte Tonkov anche nella crono LUGANO DAL NOSTRO INVIATO Che sofferenza è questo duello che pure dall'inizio alla fine è un certo, sicuro dominio di Pantani. Il grimpeur impegnato in una difesa che l'altro ieri sembrava dovesse andare in pezzi sotto i precisi, regolati colpi di Tonkov, un esperto nel macinare i rivali della stessa materia e figuramoci quelli che gradiscono la cronometro come un pugno in un occhio, l'aggressore d'alta quota sul quale scommettere risultava un azzardo, non soltanto difende, ma mena. Tonkov ha sulle spalle la fatica della montagna; della ricchezza che possedeva non gli sono rimasti che spiccioli. Lo sorreggono l'esperienza e la classe, fruga, rovista nel proprio bagaglio di campione, e che trova? La stanca fotografia di se stesso. Ma un cronoman è sul proprio terreno come un toro d'arena che per quanto lo abbiano fiaccato le banderillas, una volta piazzatosi nel posto che crede propizio, gagliardamente si rianima e risorge. Pantani ne ha passate troppe per illudersi che la fortuna finalmente si sia decisa a riempirlo di carezze. Lussazione a una spalla nel 1990, un sopracciglio squarciato, lesione al menisco e la gamba spezzata nel '95, abbandono del Giro l'anno scorso per una caduta sulla Costiera Amalfitana. Non è un corridore, è un appuntamento di sventure. E proprio perché delle sventure s'è stufato e non ne può più, il grimpeur evita di rivolgere una supplica, si rifiuta di bussare alla porta di colei che costantemente lo frega. Agisce secondo l'istinto che è quello di un combattente. Si tuffa nella gara che deve elevarlo o abbatterlo con la furia con la quale riversa sui riVali gli scatti montani. E' una crono? Bene, la corro a modo mio. L'inizio è vigoroso, avvincente, uno selliamo visivo. Ce la fa a continuare così, o si sgonfia a metà della gara? Ce la fa eccome. Dopo tre chilometri Tonkov è già sotto di tre secondi. Altro che difesa, Pantani è uscito dalla trincea. Al nono chilometro ha un vantaggio di nove secondi, al dodicesimo di dieci. Sì, ma Tonkov è uno che misura le energie, non preleva di colpo i risparmi, emette assegni un po' alla volta, il grosso lo spende alla fine della festa. Pantani abbassa la fiamma. A metà corsa il suo bottino si riduce a due secondi: è ancora in zona protetta, e ci rimane anche se Tonkov lo precede di un secondo quando mancano quattordici chilometri alla conclusione. Tornano in parità i duellanti con quattordici chilometri ancora da pedalare. Tonkov è fisso nel disegno dell'eccellente passista nel pieno dell'attività, la sua figura finisce là dove la bicicletta comincia, una perfetta unione tra l'uomo e la macchina. L'eleganza è intatta, sono le energie che stanno prendendo congedo dal loro proprietario. Pantani si rizza sui pedali, carica su ogni gobba della strada, si abbandona a un lungo arrembaggio che invece di sfiancarlo lo innerva e invigorisce. A sette chilometri dallo stop ritorna in testa: due secondi; a cinque Tonkov è depredato di 7". Il cronometro, quel maledetto cronometro che per anni ha tolto al grimpeur il sonno e la pace sta per comunicargli, gli comunica sotto lo striscione che il suo tempo è un tempo coi fiocchi: 40'24". Terzo classificato alle spalle del vincitore Gontchar e del sorprendente Podenzana. E il tempo di Tonkov? Un modesto, per gli usi e costumi del russo, 40'29". E' quinto. Il Giro si chiama Pantani. Il Giro è suo per la prima volta, la prima, sudatissima, meritatissima volta. I compagni di squadra di Marco mimano un volo di colombi, planano sul capitano, lo soffocano d'amore. Il suo stratega non sa se piangere o ridere. L'omino rosa è una calamita di baci e di abbracci. C'è il padre di Marco al traguardo, e mica è imbavagliato dalla commozione. Papà e figlio sono refrattari all'esultanza, vagliano serenamente. Questo papà adesivo che non pianta il figlio un istante, lucidissimo disserta senza che gli scappi una virgola o gli barcolli un verbo. Maglia rosa anche a lui. Gianni Ranieri Le battaglie in quota hanno prosciugato le energie del russo, incapace di reagire MENDRISIO QUASI SEMPRE IN VANTAGGIO NEI 34 CHILOMETRI 1W LUGANO Questo II duèllo a dismnzaltra marco Parjtani e Pkvel Tonkpv n :lla tabella dnilorjietrii a della cronometro pi og ;i, dq Mehdrisjo a lugàrio :: di 34 kr| 1959' INTERGIRO 11 2001" imo CRONOMETRO CHILOMETRI 34 33 32 31 30 29 28 27 26.25 24 >23 22 21 20 19 17,9 17 16 15 14 13 12 II IO 9 8 7 6 5 4 3 2 italia I momenti della gioia per Pantani: a sinistra, sul palco, festeggia con lo spumante; a destra eccolo raccogliere l'abbraccio della folla e nel momento dell'arrivo trionfale a Lugano ireuter/ans/vapj

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