L'Antitrust boccia il patto Telecom-Seat

L'Antitrust boccia il patto Telecom-Seat AFFARI E PUBBLICITÀ' Per l'Autorità l'intesa è lesiva della concorrenza e penalizza Pagine Utili di Fininvest L'Antitrust boccia il patto Telecom-Seat «Elenchi telefonici e Pagine gialle mai più assieme» ROMA. L'Antitrust boccia l'accordo Telecom-Seat per la distribuzione della Pagine Gialle insieme con gli elenchi telefonici: è lesivo della concorrenza, dà agli elenchi commerciali troppi vantaggi perché consente non solo di disporre dei dati ricavati dalle utenze, ma anche di «viaggiare» in abbinamento a un veicolo ufficiale come lo sono gli elenchi telefonici e di godere di grandi benefici economici grazie alla distribuzione capillare e semplificata. Infatti la concorrenza, le Pagine Utili Fininvest, hanno costi di distribuzione molto più alti. L'autorità garante della concorrenza e del mercato, conclusa l'istruttoria, ha imposto a Telecom e Seat di ripristinare le condizioni di concorrenza e di presentare entro 60 giorni una relazione sulle iniziative adottate per rimediare alla violazione delle norme. Una rivoluzione, per un settore che nel 1996 ha rastrellato 1644 miliardi; il 40,7% è andato sugli elenchi teleiònici Telecom (pagine bianche), il 44,3% sulle Pagine Gialle (Seat) e il 15% sulle Pagine Utili di Fininvest. Tutto era partito al monientu della privatizzazione Seat, nata e cresciuta come divisione operativa di Telecom Italia che ha comunque conservato il 20% delle quote azionane. Separate le due sucieta, l'accordo per la distribuzione e i meccanismi per la raccolta pubblicitaria sono rimasti in piedi ed hanno creato, secondo l'Antitrust, mia posizione di grande vantaggio rispetto alla concorrenza del Biscione. Telecom, nella sua difesa, ha spiegato che distribuire separatamente 24,3 milioni di elenchi e altrettanti volumi di Pagine Gialle, avrebbe comportato un aumento sensibile del contributo chiesto agli abbonati per la consegna a domicilio. Ma l'Antiti ust ha obiettato che il contributo chiesto agli utenti è già allo, superiore al costo unitario di distribuzione degli elenchi, tanto che la società telefonica dall'operazione ha tratto un utile, senza dimenticare che con gli elenchi telefonici Telecom produce anche un fatturato pubblicitario che nel 1996 è stato di 670 miliardi. Infine, l'autorità ha messo sotto accusa anche la «categorizzazione» degli utenti Affari, cioè la cessione a Pagine Gialle di 3,7 milioni di dati già classificati per categoria professionale. In questo caso il vantaggio della Seat rispetto alla concorrenza è confermato dal fatto che, solo durante l'istruttoria, Telecom si è decisa a fornire quel tipo di informazioni anche a Pagine Utili. Salvo riconoscere che si trattava di dati non pienamente affi- dabili, perché non sempre riguardano l'attività economica, hanno carattere di genericità e non sono sempre presenti. Sul fronte delle strategie Telecom, ieri il direttore generale del settore Francesco De Leo ha confermato che l'azienda punta soprattutto all'area del Mediterraneo, in particolare alla Spagna, in¬ sieme con l'America Latina. De Leo era a Madrid per la gara sulla terza licenza spagnola di telefonia mobile Dcs-1800, alla quale partecipa all'interno del consorzio Retevision Movil (che investirà 7 mila miliardi di lire nel progetto in caso di vittoria) e nel quale ha per concorrente un consorzio guidato da France Télécom. De Leo ha spiegato che la Spagna è un mercato in grande crescita e inoltre rappresenta una piattaforma per il Sud America. Telecom Italia è il socio tecnologico di Retevision, che già detiene la seconda licenza di telefonia fissa, e in quanto tale ha investito finora nel mercato iberico 1300 miliardi con altri 700 previsti entro il 2001. [b. g.J Giuseppe Tesauro presidente dell'Antitrust

Persone citate: Biscione, De Leo, Francesco De Leo, Giuseppe Tesauro

Luoghi citati: America Latina, Fininvest, Madrid, Roma, Spagna, Sud America, Telecom