fossa sfiducia la Federchimica di Roberto Ippolito
fossa sfiducia la Federchimica Cofferati allarmato: «Mai viste pressioni così esplicite su una categoria». Bersani difende l'accordo fossa sfiducia la Federchimica Dopo l'intesa, scoppia la bomba dei contratti SANTA MARGHERITA DAL NOSTRO INVIATO Anche i chimici sbagliano formula. Almeno secondo Giorgio Fossa, presidente della Confindustria. Tanto che Fossa non ci ha pensato due volte per criticare la Federchimica che giovedì sera ha firmato con i sindacati il nuovo contratto di lavoro, da lui non condiviso neanche un po', in particolare per le soluzioni adottate per gli straordinari. Per evitare equivoci sul suo pensiero, ieri pomeriggio il presidente della Confindustria è uscito dal grande salone dell'Hotel Miramare teatro dell'annuale convegno dei giovani imprenditori a Santa Margherita Ligure, ha chiamato i giornalisti e nel bar della piscina ha elencato i capi d'accusa contro la Federchimica, bollata come «l'anello debole» del mondo industriale. Risultato: la Federchimica, guidata da Giorgio Squinzi (presidente della Mapei), è sfiduciata. La sfiducia è priva di valore formale essendo la Federchimica un'associazione di categoria con piena autonomia per i contratti. Ma la sostanza è enorme: la Confindustria, che rappresenta tutto il mondo imprenditoriale, boccia l'organizzazione di settore. La divisione è senza precedenti. Fossa è stato spinto a parlare dal fatto che in mattinata a Milano il segretario della Cgil Sergio Cofferati (arrivato poi anche lui a Santa Margherita) ha lamentato interferenze per lui inaccettabili: «Non ho mai visto un intervento così pesante e esplicito di Confindustria su una categoria. Sono preoccupato». Replicando a Cofferati, Fossa ha spiegato perché sconfessa la formula contrattuale dei chimici ovvero perché boccia la Federchimica. Innanzitut to per gli straordinari, per i quali è previsto un meccanismo di riposo compensativo della prestazione sostitutivo in parte del pagamento dell'indennità dovuta: «Bisognerà convincere i lavoratori - dice Fossa prima a fare gli straordinari e poi spiegare loro che per il 50% c'è l'obbligo di recuperarli, mentre sull'altro 50% mi sembra ci sia la facoltà di farlo una volta sentite le rappresentanze sindacali». Si arriva così, secondo il presidente della Confindustria, a «irrigidire le regole» e a «introdurre un ulteriore controllo del sindacato anche sullo straordina¬ rio». Cofferati pensa esattamente l'opposto: secondo lui, il contratto dei chimici ha come elemento più importante l'introduzione di «forme di flessibilità». Ed è un contratto che «è lì a dimostrare come si possa intervenire correttamente sugli orari riducendo gli straordinari e aumentando il controllo sulla prestazione di fatto come condizione di base fondamentale per ridurre gli orari». E anche il ministro dell'Industria Pierluigi Bersani, appena messo piede all'Hotel Miramare, esalta il contratto, come del resto il titolare del Lavoro Tiziano Treu: «Mi pare - dice Bersani - sia un passaggio veramente importante; la fantasia con cui le parti hanno affrontato i problemi non semplici che avevano di fronte mi fa ritenere che ci si avvii verso un buon andamento della stagione contrattuale». La disputa sulle clausole fa parte quindi del dibattito più ampio sull'occupazione: la Confindustria ritiene che le aziende possano svilupparsi senza vincoli stretti; la Cgil crede che il freno agli straordinari faciliti le assunzioni. Fossa, che nei giorni scorsi si sarebbe adoperato per il rinvio della firma del contratto, critica anche il fatto che sia stata l'issata «la soglia dell'orario a 37 ore e mezzo effettive e tutto quello che eccede questa soglia diventa straordinario». Inoltre il presidente della Confindustria definisce «costoso» il contratto che fra l'altro concede «40 mila lire in più del dovuto» e ricorda la diversità del settore chimico poiché il costo del lavoro incide meno che in altri campi. La censura, quindi, è netta, ma non può provocare l'annullamento dell'accordo contrattuale (da sottoporre al giudizio dei lavoratori): «Il contratto - afferma Fossa - è dei chimici. Confindustria può dire il suo parere e lo ha fatto». Resta però un problema: chi ha voluto allora questo contratto? Fossa considera «strano» che al momento decisivo della firma non c'erano (a parte la Confindustria, alzatasi dal tavolo) l'Assolombarda, l'Unione di Torino e i delegati di molte aziende importanti, come l'Enichem e la Snia. E invece chi ha sostenuto il presidente della Federchimica nella firma? «C'erano il direttore generale dei chimici e il responsabile delle relazioni sindacali che già quattro mesi fa avevano in testa questo contratto». Le assenze per Bersani però contano poco: «A volte senza non vuol dire contro». Cioè la mancanza di alcuni protagonisti alla firma non è prova di opposizione. La divisione nel mondo imprenditoriale tuttavia è un dato di fatto. In serata Emma Marcegaglia, presidente dei giovani imprenditori, ha comunque rettificato una sua dicliiarazione a favore del contratto: anche lei lo boccia. Roberto Ippolito Il presidente della Confindustria Giorgio Fossa. A sinistra l segretario della Cgil Sergio Cofferati
Luoghi citati: Milano, Santa Margherita Ligure
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