Geronzi tratta con l' estero

Geronzi tratta con l' estero Geronzi tratta con l' estero In vista un partner mediterraneo La Procura: vertici non indagati ROMA. Mentre la procura di Roma precisa che non sono in corso indagini a carico dei vertici della Banca di Roma, l'istituto capitolino ha vissuto il giorno dopo la grande rottura come se niente fosse accaduto. Il presidente della Fondazione, Emmanuele Emanuele, in un convegno organizzato dalla Luiss ha annuciato che l'Ente Cassa di Risparmio di Roma ha intenzione di stringere i tempi per cedere entro il 1998 un ulteriore 10 per cento della controllata Banca di Roma e scendere così ad mia partecipazione di circa il 18 per cento. L'operazione, che ai corsi di Borsa attuali vale circa 2000 miliardi di lire, viene prospettata da Emanuele insieme con la segnalazione dell'interesse di un partner internazionale per un possibile matrimonio con l'istituto guidato da Cesare Geronzi. Parlando della mancata intesa con la Comit, Emanuele ha criticato il comportamento dell'istituto di Piazza della Scala: «Se aveva tutte queste riserve sin dal primo momento - ha detto -, allora non doveva neanche aprire una trattativa minimale. Non è un modo coerente di svolgere un negoziato. Ho detto e ribadisco che quando ci si sposa lo si fa per fare un progetto e non per contare l'argenteria di casa. E se proprio voghamo contare l'argenteria, contiamola pure Noi abbiamo delle sofferenze perché operiamo in un territorio come il Meridione. Ma nonostante tutto abbiamo un Roe (Rendimento del capitale) prospettico che è intorno al 10% e che oggi è già al 7%. La Comit non ha quésto livello di Roe». Secondo il presidente dell'Ente cassa di Roma, la Comit è carente anche nel suo posizionamento sul mercato. La Banca di Roma, ha detto, «capitalizza ventimila miliardi e la Comit a diciannovemila: è un concambio mio a uno. Il nostro titolo viene scambiato attorno alle 3700 lire e loro intorno alle 10.000: anche da questo punto di vista il concambio sarebbe 2 e mezzo a 1. Da dove viene fuori il 4 o 5 a 1 di cui ho sentito parlare?». Anche in base a queste considerazioni, ha insistito, per la Banca di Roma il discorso delle alleanze non è chiuso: «Credo che sia necessario trovare soluzioni intemazionali», ha detto. Quali? La risposta di Emanuele è cauta: «Sono convinto sostenitore dell'Europa del Sud e della centralità del Mediterraneo: l'Italia deve trovare aggregazioni molto forti hi questa grande Europa che si sta realizzando». C'è comunque una possibilità che il filo fra Roma e Milano non sia definitivamente interrotto. Il direttore della Banca di Roma, Giorgio Brambilla, in un'intervista che sarà pubblicata quest'oggi su Il Giornale, afferma infatti «non siamo vergini offese. Se i vertici della banca milanese vogliono riprendere il dialogo noi siamo disponibili». Brambilla, fra l'altro, conferma l'esistenza di contatti in corso per un'alleanza con altri istituti di credito italiani e con banche estere, in particolare in Spagna. Ieri si è intanto diffusa la notizia di un'inchiesta aperta su alcuni finanziamenti concessi dall'istituto capitolino. Un comunicato della procura di Roma recita che, «in riferimento a quanto pubblicato da taluni organi di informazione, non vi sono iscrizioni al registro degli indagati a carico di amministratori o dirigenti della banca di Roma». In ambienti della Procura, al di là dello scarno comunicato diffuso ieri mattinata, non trapelano particolari sull'oggetto degli accertamenti, ma, a quanto si è appreso, è in corso una consulenza tecnica sui criteri di finanziamento adottati dalla banca. [r. e. s.]

Persone citate: Brambilla, Cesare Geronzi, Geronzi, Giorgio Brambilla