« Urlo la mia innocenza» di R. V.

« Urlo la mia innocenza» « Urlo la mia innocenza» Le lacrime dopo il verdetto CATANZARO. «Lo dico davanti a Dio e al mondo che sono innocente»: Francesco Mesiano lo ha ripetuto sino alla fine, fino a qualche secondo prima che i giudici entrassero in camera di consiglio, uscendone dopo poco più di due ore e mezzo con la decisione di condannarlo a 20 anni di carcere. Non se l'aspettava, Mesiano, 25 anni compiuti il 30 aprile. «Sono innocente», è riuscito a balbettare dopo che il presidente Luzza ha letto il dispositivo di sentenza. Era tanto convinto dell'assoluzione che ha voluto sedersi in prima fila, accanto ai suoi avvocati. «Sono qui perché ho la coscienza a posto, altrimenti non sarei venuto; ho la coscienza a posto, e per la sentenza andrò in prima fi- la», aveva detto ai giornalisti qualche minuto prima. Quando invece si è reso conto, è scoppiato in lacrime. Lacrime di disperazione, di smarrimento totale: ha preso ad abbracciare i parenti, persino i giornalisti. Tra le urla straziate della madre, degli altri famigliari che lo avevano accompagnato a Catanzaro e che lo hanno seguito con lo sguardo, pietrificati, mentre usciva dall'aula dietro ad un capitano dei carabinieri, precipitatosi ad eseguire l'ordine di arresto emesso dai giudici. (Adesso riprenderò il mio lavoro di fornaio, voglio dimenticare questa storia al più presto», aveva detto Mesiano dopo l'assoluzione in primo grado. E quell'attività di famiglia, a Mileto, pochi chilometri a Sud di Vibo Valentia, l'aveva ripresa davvero, era tornato ad essere il ragazzetto incensurato che era prima di essere arrestato per la morte del bambino statunitense. «Ditelo alla madre di Nicholas - ha urlato ai giornalisti, ieri, una zia di Mesiano - che come lei anche mio fratello adesso ha perso un figlio innocente». E Iannello, l'altro imputato, il suo trentesimo compleanno (il prossimo 27 giugno) lo trascorrerà dietro le sbarre. I giudici, che lo ritengono esecutore materiale dell'omicidio, anche per lui hanno ordinato l'arresto. Provvedimento eseguito nella località segreta in cui il giovane viveva da tempo sotto protezione, per essere da qualche anno collaborato¬ re di giustizia. Un arresto, ma soprattutto una sentenza, destinati a sollevare altre perplessità, sul perché, per esempio, Iannello non abbia ammesso le proprie responsabilità in ordine all'omicidio C;\ Nicholas, così come invece ha fatto per altri delitti. Non lo ha fatto per non tirare in ballo un suo congiunto? 0 perché l'omicidio di un bambino di 7 anni, nei canoni della 'ndrangheta, è infamante? D'altra parte era stato lo stesso Iannello, deponendo nel processo di primo grado, a dire che «chi ha sparato contro quell'YlO uccidendo Nicholas Green è solo un pazzo. Non si può - aveva aggiunto - sparare più volte contro un'auto in movimento per compiere mia rapina». [r. v.]

Persone citate: Francesco Mesiano, Iannello, Luzza, Mesiano, Nicholas Green

Luoghi citati: Catanzaro, Mileto, Vibo Valentia