«Trappola cinese per Clinton» di Andrea Di Robilant

«Trappola cinese per Clinton» Anche voti democratici nel documento che chiede al presidente di evitare una cerimonia sulla piazza del massacro «Trappola cinese per Clinton» // Congresso non vuole che vada sulla Tienanmen WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il brontolio del Congresso contro la visita di Bill Clinton in Cina alla fine del mese diventa ogni giorno più chiassoso. E promette di alimentare un clima davvero esplosivo attorno allo storico viaggio del Presidente. Soprattutto non piace il fatto che il 27 giugno Clinton sarà ricevuto con gli onori militari sulla piazza Tienanmen, dove nove anni fa il governo cinese schiacciò nel sangue la protesta degli studenti che invocavano maggiore democrazia. La Camera dei rappresentanti ha approvato a larghissima maggioranza (305 a 116) una risoluzione in cui esorta il Presidente a non recarsi a Tienanmen. L'iniziativa non è vincolante, ma riflette chiaramente il malumore generale del Congresso. E segue gli appelli a Clinton di vari dissidenti che risiedono in America, tra cui Harry Wu. «Quale piacere profondo e infinito deriveranno le autorità cinesi dal fatto che colui che dovrebbe essere il leader morale di questo mondo si faccia ricevere da una banda di delinquenti», commenta sarcastico il deputato Lincoln Diaz Balart, repubblicano delI la Florida. Ma la Casa Bianca non dà alcun segnale di voler cambiare i piani. I cinesi, del resto, non ci starebbero. E allora l'amministrazione giustifica la cerimonia a Tienanmen dicendo che sarà una grande occasione per fare un intervento in difesa dei diritti umani. In tutta questa vicenda c'è una buona dose di partigianeria politica. La campagna elettorale in vista delle elezioni congressuali di novembre si è già scatenata. Ed appare sempre più evidente che la «questione cinese» - il controverso intreccio di rapporti tra Washington e Beijing - sarà al centro della contesa. Ma Clinton si deve difendere anche dalle critiche del suo stesso partito. «Credo che il Presidente abbia bisogno di aiuto per quanto riguarda l'itinerario», dice Nancy Pelosi, democratica della California, storcendo il naso. E del resto 85 democratici - quasi la metà del contingente alla Camera si sono uniti ai repubblicani per approvare la risoluzione contro la visita a Tienanmen. E quel voto era solo un primo assaggio. Molto più significativa è la battaglia che si prepara sul rinnovo del «Most favored nation status» per la Cina (per legge il Presidente deve certificare ogni anno che la Cina godrà di un trattamento simile a quello degli altri Paesi nei rapporti commerciali con gli Stati Uniti, ma il Congresso ha diritto di veto). Questa settimana il Presidente ha aperto la contesa rinnovando la certificazione. Ma una parte cospicua del Congresso, che include repubblicani e democratici, si oppone. E se dovesse spuntarla, se dovesse raccogliere abbastanza voti per bocciare l'iniziativa, darebbe un colpo durissimo al Presidente proprio alla vigilia della visita (la Casa Bianca spera ancora che il voto possa essere rimandato a dopo il viaggio). Al centro della discussione sui rapporti commerciali UsaCina non c'è tanto il simbolismo della visita alla piazza Tienanmen quanto la complicata vicenda legata al trasferimento di tecnologia missilistica americana alla Cina. I repubblicani accusano Clinton di aver «violato la sicurezza» degli Stati Uniti dando il via libera alla ditta Loral, uno dei maggiori costruttori di satelliti in America, di usare i missili cinesi per mandare i loro apparecchi in orbita. Il presunto trasferimento di tecnologia sarebbe avvenuto nell'ambito della collaborazione tra la Loral e l'agenzia spaziale cinese. La vicenda è ulteriormente complicata dal fatto che il padrone della Loral è uno dei maggiori contribuenti del partito democratico. E la commissione intelligence del Senato, controllata dai repubblicani, ha aperto un'inchiesta per appurare se la licenza alla Loral non sia stata concessa in cambio di somme cospicue finite nelle casse del partito democratico. Andrea di Robilant . .;:.:-^:.v.-.. . Piazza Tienanmen a Pechino in questi giorni

Persone citate: Bill Clinton, Clinton, Harry Wu, Lincoln Diaz Balart, Most, Nancy Pelosi