«Fate tacere i cannoni»

«Fate tacere i cannoni» Roma «Fate tacere i cannoni» ROMA. L'Italia lancia un appello «a far tacere le armi» fra le due ex colonie del Corno d'Africa in guerra e valuta la possibilità di evacuare i nostri 750 connazionali presenti in Eritrea (in Etiopia ne vivono oltre 1700 ma per il momento si trovano in aree non coinvolte direttamente dagli scontri): per ora in attesa di decisioni più drastiche la Farnesina ha fissato 140 posti su un aereo delle linee egiziane organizzato dall'Onu e diretto ad Asmara. Saranno i primi italiani a partire. Al termine di una giornata di fitte consultazioni con americani, arabi ed europei, la Farnesina ha diffuso un comunicato ufficiale chiedendo «la riapertura del dialogo e l'avvio di un esame dei motivi che hanno prodotto la crisi per ristabilire la collaborazione fra i due Paesi». L'Italia ribadisce quindi quanto detto dieci giorni fa dal Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro: «Siamo pronti a dare il nostro contributo per la soluzione della crisi». Gli sforzi italiani sono affidati a Rino Serri, sottosegretario agli Esteri con delega per l'Africa, in partenza per il Burkina Faso dove lunedì si apre il verice dell'Organizzazione dell'Unità Africana. «Incontrerò a Oagadou gou i ministri di Eritrea ed Etiopia e valuteremo poi la possibilità di un viaggio nella regione in guerra», promette Serri. In punto infatti è che la diplomazia internazionale deve correggere il tiro dopo la fallita mediazione americana e ruandese dell'ultima settimana: «La guerra è esplosa perché all'origine - sottolinea il sottosegretario agli Esteri - non c'è la crisi eh frontiera sulla zona contesa di 400 chilometri quadrati, come si era pensato, ma il maturato fallimento dell'accordo che sette anni fa portò all'indipendenza dell'Eritrea. E' quell'intesa che deve essere adesso ripresa, difesa e rinnovata lì dove è possibile per consentire la cooperazione fra i due Stati indipendenti». Anche se comporta sciogliere nodi difficili, come la richiesta etiopica di uno sbocco al mare per non dover dipendere dal (costoso) porto di Gibuti. La Farnesina ha monitorato ieri i nostri connazionali in Eritrea. Quelli presenti ad Asmara - circa 14 - stanno tutti bene. «Stiamo valutato l'ipotesi dell'evacuazione generale ma vogliamo valutare bene prima di prendere una decisione grave», conferma Seni. [m. mo.l

Persone citate: Oscar Luigi Scalfaro, Rino Serri