«Rifare il Grande Centro è un progetto eversivo»

«Rifare il Grande Centro è un progetto eversivo» «Rifare il Grande Centro è un progetto eversivo» MARINI non ha tutti i torti, anzi; mons. Giuseppe Casale, arcivescovo di Foggia, una delle voci più significative dell'episcopato italiano, non teme di usare parole dure; giudica «eversivo» il tentativo di ricreare un centro sotto l'ombrello cattolico, parla di «miseria» di questi giochi politici e non respinge con sdegno, anzi, l'ipotesi che «Avvenire» e «Osservatore Romano» vengano usati strumentalmente per favorire alcuni politici cattolici rispetto ad altri. Mons. Casale, c'è nostalgia della «Balena bianca» fra i vescovi? «C'è una ripulsa forte. Mi sono battuto in assemblea Cei per superare questa situazione negli anni passati. Credevo che avessimo bell'e sepolta questa nostalgia che è pericolosissima, anche perché che cosa ci ha fatto guadagnare in quarant'anni? Non siamo riusciti a evitare né aborto, né divorzio. Il problema è culturale, passa attraverso la coscienza delle persone. Se vogliamo essere coeren¬ ti con quello che la Cei oggi dice, la scelta culturale, dobbiamo fare una battaglia culturale. Difendere la fede intorno a un gruppo di partiti è quanto mai pericoloso». I vescovi possono parlare di politica, e in che forma? «I vescovi danno una linea morale sostanziale; dopodiché sta ai singoli cattolici interpretarla in coerenza. E io non posso sostituirmi alla coscienza di ciascuno. Io dico: questi valori vanno difesi. Come? Poi siamo nel contingente, perché se io cattolico da solo non ce la faccio, devo stabilire delle alleanze. E qui entra la opinabilità della politica, nella quale si gioca l'indole secolare dei laici, come dice il Concilio, che debbono impegnarsi; e qui ognuno valuta secondo la propria coerenza». In che modo Marmi si è sentito attaccato? «Non so, non posso leggere nella mente di Marini. Certo dal di fuori appare un certo tentativo di risuscitare un grande centro confondendo poi scelte politiche con scelte di va- lori. Dico: stiamo attenti a non appaltare scelte di valori a questo o quel gruppo. Mi sono battuto e vorrei battermi perché questi principi di forte intensità morale attraversino tutti gli schieramenti». Anche la sinistra, e i laici? «Questo è il punto importante. Un Amato che oggi difenda la vita e critichi la 194, è un fatto positivo. E vorrei tanto che altri non si schierassero non perché stanno più a destra o più a sinistra, ma si schierassro perché sono più vicini agli interessi della dignità della persona». Vede il pericolo di uno «steccato» cattolico? «Lo steccato era stato abbattuto in passato; ricorda il Tevere più largo, per usare un'immagine di Spadolini? Lo avevamo abbattuto, perché io non mi sento come vescovo chiuso in mio steccato, mi sento aperto a tutti. Io rappresento qui a Foggia un punto di riferimento per tutti, perché mi batto per i più poveri, per la giustizia, per la libertà, per la dignità dell'uomo. Non posso far chiudere questi grandi valori nella miseria, mi lasci dire questa parola, proprio brutta, di un gruppo di partiti che poi fa i suoi meschini interessi». Come può la Chiesa intervenire in politica? «I vescovi possono parlare di politica, ma devono parlare dei grandi valori che fanno la salvezza della nazione, senza scendere nei particolari partitici che poi molte volte più che partiti diventano gruppi di interesse, corporazioni di interesse. Penso a che cosa accade in im certo schieramento che oggi difende non la libertà, ma la finanza, le borse, gli interessi di alcuni che stanno cavalcando malamente la politica. Certi "cavalieri" li lascerei andare per altre strade. Mi ha capito, no? Bene». Le accuse di Marini ad ((Avvenire» e air«Osservatore Romano» hanno un fondamento? «Se uno guarda gli scritti può dare la risposta. Guardiamo gli scritti e vediamo se non si sta, purtroppo, strumentalizzando una certa fedeltà per fare un cammino di parte. O per favorire un certo disegno, che certamente per me sarebbe eversivo. Il Grande Centro è un'illusione». Il Papa è al corrente della situazione? «Perché voghamo ridurre il Papa a un piccolo orizzonte? Il Papa fa il suo discorso di grandi principi». Marco Tosarti

Persone citate: Giuseppe Casale, Spadolini

Luoghi citati: Casale, Foggia