DISPERATA LOTTA TRA POVERI di Boris Biancheri

DISPERATA LOTTA TRA POVERI TRA tanti conflitti che dividono il mondo, quello scoppiato da pochi giorni tra Etiopia e Eritrea per il possesso di un lembo di terra apparentemente di scarsa importanza strategica o economica è tra i meno comprensibili all'opinione pubblica. Due Paesi disperatamente bisognosi di stabilità e sviluppo si sono messi su una via che sembra condurli alla guerra. Eppure, questi stessi Paesi erano riusciti con la fine del confronto Est-Ovest e con il crollo del regime marxista di Menghistu a Addis Abeba, a raggiungere un accordo raro, se non unico, nella storia africana. L'Eritrea aveva ottenuto l'indipendenza e l'Etiopia gliel'aveva concessa senza che né l'una né l'altra facessero ricorso alla forza. Il problema dei confini africani - quasi tutti eredità del periodo coloniale - è un elemento potenzialmente esplosivo nell'equilibrio del continente, dove le realtà etniche raramente coincidono con le frontiere politiche e dove il precedente di una rettifica di confine rischia di essere invocato a catena da altri Paesi. La separazione dell'Eritrea dall'Etiopia e la costituzione di un nuovo Stato sovrano in Africa era stata dunque un'eccezione, accolta con favore dall'Organizzazione Regionale delle Nazioni Unite proprio in vista del carattere pacifico del processo di indipendenza e del fatto che le due nuove entità statali riproducevano la situazione storica preesistente all'occupazione italiana dell'Etiopia. Quell'accordo, che allora fu salutato come un miracolo, forse anche perché troppo frettolosamente concluso, conteneva in sé dei germi di dissidio. Era previsto, ad esempio, che i due Paesi avrebbero avuto la stessa moneta: dopo poco tempo, però, l'Eri- Boris Biancheri CONTINUA A PAG. 9 TERZA COLONNA sv DISPERATA LOTTA TRA POVERI

Luoghi citati: Addis Abeba, Africa, Eritrea, Etiopia