«Nato intervieni, il Kosovo brucia»

«Nato intervieni, il Kosovo brucia» EX JUGOSLAVIA II leader albanese Rugova interrompe la visita a Roma. La Farnesina critica Milosevic «Nato intervieni, il Kosovo brucia» Pristina invoca aiuto, migliaia fuggono dal terrore ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Unità dell'esercito jugoslavo, pohzia e formazioni paramilitari serbe continuano a bombardare la regione di Decani, nel Kosovo sud-occidentale, dove vi sarebbero centinaia tra morti e feriti. Ieri i caccia di Belgrado hanno ripetutamente sorvolato la zona, ma non si ha notizia di attacchi aerei. Tutte le comunicazioni con Decani sono interrotte da giorni. Nella regione assediata dalle truppe serbe mancano cibo e medicinali. Nuove colonne di profughi sono in marcia verso la vicina Albania, ormai si tratta di un esodo in massa. Secondo le stime dell'Alto commissariato per i profughi dell'Onu, sono 50 mila gli albanesi del Kosovo costretti ad abbandonare le loro case: undicimila hanno cercato rifugio nel Paese vicino attraver¬ sando a piedi le montagne. Tre di loro non ce l'hanno fatta: due vecchi sono morti di sfinimento, un bambino di 2 anni è caduto dalle braccia della madre che per la stanchezza è scivolata; sotto gh occhi disperati della donna il piccolo è precipitato nel burrone. Tirana, che è al massimo delle sue capacità di accoglienza, reclama l'aiuto della comunità internazionale. In una lettera al segretario generale della Nato il premier albanese Fatos Nano ha chiesto alle forze alleate di controllare i confini con la Jugoslavia e di costringere il presidente Milosevic a cessare il «genocidio». «Nato, il Kosovo brucia», «Nato oggi, domani è troppo tardi», «Soltanto voi potete fermare il boia dei Balcani». Scandendo slogan contro il regime di Belgrado e inneggiando all'Esercito di liberazione del Kosovo, 50 mila manifestanti albanesi hanno invaso ieri il centro di Pristina, invocando l'intervento dell'Alleanza Atlantica. La risposta di Belgrado è stata immediata: «Se la Nato cercherà di intervenire nel Kosovo il mio Paese si difenderà, perché ha il dovere di difendersi», ha dichiarato il viceprimo ministro serbo, l'ultranazionalista leader cetnico Vojislav Seselj, che a suo tempo minacciò un attacco missilistico contro l'Italia perché dalle sue basi decollavano i caccia alleati. Nel pomeriggio la Farnesina ha comunicato che a causa della situazione d'emergenza il leader albanese del Kosovo Ibrahim Rugova è stato costretto ad anticipare il suo rientro a Pristina e a discare gh incontri previsti a Roma, tra i quali quello con il ministro degli Esteri Dini. Poco prima il partito di Rugova aveva annunciato che oggi la delegazione albanese non si presen¬ terà alla riunione con i rappresentanti serbi per continuare le trattative. E Adem Demaqu, leader storico della maggioranza albanese, aveva sottolineato che «Rugova non gode più del sostegno della popolazione perché è sceso a compromessi con Milosevic» mentre le truppe jugoslave continuavano con la strategia del terrore nel Kosovo. E a Palermo, dove si trovava per 11 vertice euromediterraneo, Lamberto Dini ha dichiarato: «Gh ultimi eventi denotano un nuovo atteggiamento delle autorità di Belgrado che non può essere condonato. Nel momento in cui ci si siede al tavolo del dialogo non si possono condurre azioni militari e inasprire il conflitto». Dini ha preannunciato una riunione del gruppo di contatto per il 12 giugno a Londra. ingrati Badurina