La svolta di Roma di Gad Lerner

La svolta di Roma Fiducia alla fragile democrazia di Zeroual La svolta di Roma IPALERMO L nostro ministro degli Esteri, Lamberto Dini, si recherà in visita ufficiale nella prima settimana di luglio in Algeria. La notizia, confermata dallo stesso responsabile della Farnesina a margine della riunione euromediterranea di Palermo, è di grande rilievo per la politica estera italiana. Segnala infatti una svolta di atteggiamento nei confronti della grave emergenza terroristica che insanguina la più grande nazione del Maghreb: non più equidistanza tra lo Stato algerino e le formazioni islamiste responsabili di terribili violenze contro la popolazione, bensì riconoscimento della giovane e malcerta democrazia come interlocutore dell'Italia. Dini in un primo tempo aveva invitato a Roma il suo collega algerino Attaf, ma gli è stato fatto presente che già da quasi due anni giaceva inevaso l'invito affinché fosse l'Italia a mandare un alto esponente del suo governo a Algeri. E' evi¬ dente quanto la visita di Dini assuma un significato importante per il governo algerino, impegnato nello sforzo di superare il suo isolamento internazionale e particolarmente irritato da quelle associazioni umanitarie che lo mettono più o meno sullo stesso piano degli assassini del Già. All'inizio di luglio potrebbe dunque realizzarsi una svolta nei rapporti italo-algerini, caratterizzati fin qui da un paradosso: un solido legame economico garantito dalla presenza Eni con il gasdotto e con le basi petrolifere, mantenuto nonostante una serie di incomprensioni politiche. Polemiche vi furono dopo l'eccidio di marinai italiani in un porto algerino e, più di recente, quando si adombrò l'idea di proporre l'Iran - nazione amica degli integralisti - quale mediatore della crisi algerina. Storicamente il governo di Algeri è puntiglioso nel respingere ingerenze nelle sue vicende interne che possano metterne in discussione la sovranità: dovrà tenerne conto il ministro Dini per riallacciare un rapporto essenziale alla sconfitta del terrorismo islamista su entrambe le sponde del Mediterraneo. E' presumibile che il viaggio italiano in Algeria, immediatamente successivo al ricambio del nostro ambasciatore in quel tormentato Paese, volti pagina dopo il fallimento delle trattative sperimentate due anni fa a Roma su iniziativa della Comunità di Sant'Egidio. Oggi la situazione algerina è cambiata, il pluralismo si è consolidato con elezioni presidenziali e parlamentari, la sconfitta del terrorismo passa attraverso il rafforzamento e non la delegittimazione dello Stato: il ritorno di un ministro degli Esteri italiano a Algeri dopo un lungo periodo di congelamento dei rapporti corrisponde a queste novità. E l'Italia si candida così a un ruolo di protagonista politico e economico nel dialogo tra l'Algeria e l'Europa. Gad Lerner

Persone citate: Attaf, Dini, Fiducia, Lamberto Dini, Zeroual