Ma l'obiettivo è l'attacco al ppi

Ma l'obiettivo è l'attacco al ppi Ma l'obiettivo è l'attacco al ppi Anche i vescovi premono: non è tempo di mediazioni LA STRATEGIA DEL CENTRO aROMA UELLA chiacchierata a tu per tu in casa Berlusconi 10 ha messo di umore frizzante. E ora, tornato nel suo studio e tra i suoi libri, Francesco Cossiga racconta l'incontro col Cavaliere ai dirigenti dell'Unione repubblicana che sono andati a trovarlo. Col suo umorismo sulfureo Cossiga spiega che «è andata bene» e racconta anche i consigli-ch^ha dispensato all'amico ritrovato: «Gli ho detto: Silvio, ma perché non fai funzionare il partito? Avete fatto 11 congresso e ora perchè non riunisci i nuovi organismi dirigenti? Non capisci che ti conviene?». E Berlusconi? Il Cavaliere ha annuito, ha detto che «sì, è giusto» e presto gli organismi dirigenti di Forza Italia si riuniranno. Nella chiacchierata con i suoi amici repubblicani, Cossiga parla anche del partito popolare europeo e della freschissima adesione di Rinnovamento italiano, il partito di Lamberto Dini: «Qualcuno gli ha dato questo consiglio...», racconta Cossiga e chi lo ascolta ha il ragionevole dubbio che quel consigliere non sia altri che lui, il Picconatore. Ha un bel dire Francesco Cossiga che lui è «un vecchio signore», anzi ieri mattina, sotto casa Berlusconi, con la consueta gigioneria ha detto testualmente: «Io non sono nessuno...». In realtà, da due settimane quasi tutta la politica italiana è tornata a ruotare attorno alle sue intuizioni, ai suoi suggerimenti, alle sue trame. E Cossiga il suggeritore, Cossiga il regista si sente così «in palla» da anticipare ai suoi ospiti anche un dettaglio curioso del nuovo partito che sta per nascere: «Bisogna accelerare i tempi nella nascita dell'Udr e quanto a me, sarò il presidente d'onore del partito. Come Benedetto Croce lo fu del partito liberale. D'onore, non onorario...». Come dire: nessuno si illuda che Cossiga sarà un presidente decorativo, un «padre nobile», un anziano, rispettato notabile. E un'altra prova che il Cossiga regista stia facendo sul serio arriva da un fronte delicato: i valori cattolici. Finora Berlusconi - trattenuto dalla corposa anima liberale e laica presente dentro Forza Italia - aveva lanciato segnali intermittenti (e mai presi sul serio) al mondo cattolico e al Vaticano Ora, d'intesa con Cossiga, è stata decisa una corposa offensiva verso l'elettorato cattolico di frontie ra. Obiettivo: mettere in imbaraz zo il tentennante ppi di Franco Marini. E così, ecco apparire su Avvenire, il giornale dei vescovi, una lettera di Silvio Berlusconi che affronta senza chiaroscuri il tema del «diritto alla vita». Scrive Berlusconi: «Il programma di For za Italia considera fondamentale il diritto alla vita» e «da cattolici e liberali pensiamo che la scienza deve sempre servire l'uomo e non viceversa». E soprattutto Berlu sconi preannuncia una battaglia parlamentare sul tema della fe condazione assistita: «Il ppi - seri ve il Cavaliere su Avvenire - ha dovuto sacrificare i suoi principi sull'altare di un'alleanza innatu rale con i comunisti e alla Camera il voto dei popolari è stato deter- minante per il riconoscimento di costituzionalità di una proposta di legge imposta dalla maggioranza di sinistra». E guarda caso, dopo la lettera di Berlusconi al giornale dei vescovi, ieri pomeriggio il Cdu-Cdr, il futuro «partito di Cossiga» ha diffuso un duro comunicato che boccia la legge sulla fecondazione assistita: «Non si possono violare i principi costituzionali che tutelano la famiglia fondata sul matrimonio, legittimando le unioni di fatto e la sperimentazione embrionale. Noi non ci stiamo!». E guarda caso, sempre ieri la Cei, la conferenza episcopale, faceva trapelare la «moltissima rabbia» e il «dolore» con i quali i vescovi hanno accolto il voto di costituzionalità dato in commissione alla legge sulla fecondazione. E con una nota il Sir, l'agenzia dei settimanali cattolici promossa dalla Cei, scrive che la questione della procreazione assistita è «costituente nel senso più vero ed allora, piuttosto che di mediazioni, questo è il tempo delle sintesi». In parole povere, il Sir chiede «prese di posizioni chiare e coerenti a tutti coloro che si richiamano ai valori cattolici». Più chiara di così, meno curiale di così, la nota del Sir non poteva essere: cari cattolici di tutti i partiti - ma soprattutto cari popolari - su questi temi non cercate mediazioni con i laici e cercate di prevalere, costi quel che costi. Un'offensiva in grande stile sul partito popolare, ecco cosa unisce Cossiga, Berlusconi e i vescovi. E la difficoltà del ppi è raccontata dalle argomentazioni con le quali i popolari si difendono dall'offensiva: «Il richiamo all'unità sui valori lo accettiamo, ma quello sulle alleanze no», dice il presidente del Ppi Gerardo Bianco. Ma nelle prossime settimane, quando si voterà di nuovo sulla legge per la fecondazione assistita, Cossiga e Berlusconi, con Fini che dovrà «accodarsi», puntano proprio a spaccare l'Ulivo, trainando sulle proprie posizioni quanti più popolari possibile. Fabio Martini Richiamo ai principi cattolici «costi quel che costi» Gerardo Bianco: d'accordo sui valori di fondo ma non accettiamo pressioni sulle alleanze Nella foto in alto: Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi con l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga A destra: il presidente di An Gianfranco Fini

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