Un cattolico doc conquista là cittadella di Telekabul di Simonetta Robiony

Un cattolico doc conquista là cittadella di Telekabul Un cattolico doc conquista là cittadella di Telekabul DAL GIUBILEO AL TG3-TGR AROMA trent'anni dal suo ingresso in Rai - dove è entrato con il mitico concorso del '68 insieme a Vespa, Fraiese, Ferretti, Pizzul - Nuccio Fava, area dei popolari, ex direttore del Tgl dopo Longhi e prima di Bruno Vespa, è stato nominato direttore della nuova Testata Unificata, quella, che dovrà, mettere insiemefa testata regionale e il Tg3 diventando, con oltre settecento giornalisti, la redpàq^jjra^tgpde d'Europa. A casa per malattia, tormentato da un'allergia piombata nella sua vita a più di cinquantanni, Nuccio Fava mescola il piacere per questa nuova responsabilità con la speranza che la scarica di adrenalina che gli attraversa il corpo risolva i suoi raffreddori da fieno, così come le considerazioni sul futuro della Rai e della neonata rete senza pubblicità si uniscono ai ricordi degli esordi professionali. Se l'aspettava la nomina? «Avevo dato la mia disponibilità, qualche tempo fa. Per la Rai, forse, tenermi alla Struttura del Giubileo poteva rappresentare un utilizzo insufficiente della mia lunga esperienza giornalistica. In quel posto possono far meglio persone come Iseppi che hanno più attitudini manageriali». Dirigere una redazione tanto numerosa la spaventa? «E' che bisogna metterne insieme due: quella del Tg3, che ha una grande storia alle spalle politicamente lontanissima da me, e quella della Testata regionale, forte di redazioni sparse in tut- to il Paese con cui spesso si pavoneggiano anche i direttori dei telegiornali. Bisogna farlo con gradualità. Per di più, in un'Italia attraversata da spinte federaliste che però deve guardare all'Europa. Non sarà facile. Certo, per me, passare dalle prospettive giubilali di fine millennio alla messa in atto di questo progetto è un grosso salto. Ma mi fa piacere perché avviene esattamente trent'anni dopo il mio ingresso in Rai. Torna Baggio ai Mondiali e torno anch'io, se non fosse un paragone troppo ardito». Lei si è sempre mosso tra giornalismo e politica: qual e la sua vera passione? «All'università, quand'ero presidente nazionale dell'Unuri, scrivevo già sul giornale della Fuci La ricerca: quindi i percorsi erano intrecciati. Si divisero nel '66, con la morte di Paolo Rossi alla Sapienza. Mi ricordo che venne Zavoli a fare il servizio sui fatti dell'università: presidente dell'associazione dei professori era Pincherle, il fratello di Moravia, dirigente dell'associazione degli assistenti Luigi Berlinguer, l'attuale ministro. L'orazione per Paolo Rossi la fece Walter Binni. Poi arrivò il Movimento degli studenti e travolse tutto. Nel '68 le organizzazioni universitarie furono sciolte con il consenso e la firma di gente come Covatta, Valdo Spini, Petruccioli, Giuliano Urbani, tutti nomi che ritroviamo anche oggi. Ma io, su consiglio di Zavoli, avevo già partecipato al concorso ed ero entrato in Rai». Ha rimpianti per. non aver scelto la politica? «Mai. Mi dispiace soltanto che la qualità della nostra vicenda politica non sia stata migliore. Certo, l'emergere con Mani pulite della questione morale cara a Berlinguer è stato un grande fatto, ma l'approdo a una sponda sicura mi pare lontano, come se non ci fosse stata una riflessione adeguata sulla tragedia di Moro. Comunque, son contento d'aver seguito da vicino l'evolversi dei partiti e non mi pento d'esser stato, sia pure per soli quaranta giorni, commissario a Reggio Calabria della de, allora travolta da una crisi». Gira la voce che questo nuovo assetto della Rai in divisioni dovrebbe favorire una ipotetica vendita della prima rete. «Sono voci. Al momento mi pare che l'azienda stia facendo uno sforzo per potenziarsi, in un clima di equilibrio favorito da queste nomine interne. Personalmente non sono contratrio alla cessione di una rete ai privati. Lo ha già fatto la Francia. Ma per ora sono chiacchiere. E poi c'è il Giubileo. Passeranno almeno tre anni e, tra tre anni, chissà cosa sarà successo in Italia». Simonetta Robiony «Mi sento come Baggio Lui torna ai mondiali io al vertice di un telegiornale Non sarà facile» Nuccio Fava ex direttore del Tgl è stato nominato direttore della nuova Testata Unificata che dovrà mettere insieme la testata regionale e il Tg3

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