«Niente anticipo per la Finanziaria»
«Niente anticipo per la Finanziaria» Il premier promette una modesta riduzione del carico fiscale, poi scivola sulla vicenda Telecom-Agensud «Niente anticipo per la Finanziaria» Prodi: le priorità restano lavoro e Mezzogiorno ROMA. La legge finanziaria '99 non sarà anticipata: nonostante il modesto importo della manovra (confermato in 13.500 miliardi di lire) si dovrà operare sulla «qualità», cosa che richiede tempo. Così Romano Prodi ha annunciato ieri, in una audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato che è stata una specie di summa della politica economica del governo. Nei prossimi mesi, ha ripetuto il presidente del Consiglio, impegni prioritari saranno l'occupazione e il Mezzogiorno: il che significherà in primo luogo «velocizzare la capacità di spesa» e «fluidificare una macchina amministrativa che non funziona come dovrebbe». Come già il giorno precedente davanti agli industriali lombardi. Prodi ha respinto l'invito a una più forte riduzione del carico fiscale: i due punti percentuali in meno nei prossimi tre anni previsti dal Dpef (circa 40.000 miliardi, ndr) «non sono una cifra favolosa, ma sono realisticamente quello che si può fare senza compromettere gli equilibri di bilancio», considerando anche la pressione della Banca europea perché l'Italia arrivi quanto prima al pareggio di bilancio. In prospettiva, occorre spostare il carico dalle imposte dirette a quelle indirette; «ma è una trasformazione lenta ed accurata». L'impegno per il Mezzogiorno consisterà innanzitutto nella nuova Agenzia (la «Sviluppo Italia»), «strumento di promozione per la maggior parte, solo in minima parte di partecipazione» diretta in imprese industriali. Ma qui il presidente del Consiglio ha fatto un passo falso: durante l'audizione, ha detto di non aver «mai pensato alle plusvalenze della privatizzazione Telecom come risorse da affidare all'Agenzia per il Sud». Rifondazione comunista ha subito obiettato che Prodi si era espresso in questo senso il 9 ottobre dello scorso anno alla Camera. Più tardi palazzo Chigi ha precisato che nel discorso di ottobre il presidente del Consiglio si riferiva a «prendere impegni specifici a fronte di risor- se aggiuntive», non a vincolare in modo rigido una entrata ad una uscita, cosa che ha respinto ieri perché «nella costruzione del Bilancio dello Stato non si può fare». Più che di vincolare risorse nuove, si tratta secondo Prodi di saper spendere quelle, abbondanti, che già ci sono: «Il problema sono i tempi decisionali», la burocrazia insomma. Il vantaggio del Galles, più volte citato come esempio in Europa, «è che ìì per prendere una decisione ci vuole una settimana, da noi un anno». Ma su questo punto, ha detto Prodi a deputati e senatori, oltre all'azione del governo occorre il senso di responsabilità del Parlamento: «E' accaduto più volte che il governo delegificasse» semplificando le procedure, «e poi, senza volere, per mancanza di coordinamento, il Parlamento complicasse le cose di nuovo». Insomma, «sburocratizzare è una fatica di Sisifo. Quando è stato varato il decreto sbioccacantieri, un provvedimento fatto bene, giusto e convincente, pensavamo di aver trovato la strada buona. Invece, poi, sono tornati tutti i controlli di prima». Un altro argomento su cui occorre muoversi in fretta Prodi ha invitato il Parlamento a «dare un'occhiata» quanto prima - è la liberalizzazione delle norme che regolano le libere professioni. Se non si modificano gli attuali vincoli corporativi e burocratici «nella progettazione architettonica, nelle professioni legali, nella consulenza economica» si rischia di aprire la strada a una invasione straniera. Le privatizzazioni continueranno, senza coinvolgere probabilmente ferrovie e poste, «settori in cui nei Paesi che più hanno privatizzato, come la Gran Bretagna, si sono avuti gravi problemi»; bisogna puntare invece «sul settore immobiliare, dove la manomorta ha raggiunto dimensioni impressionanti» (in altre parole, gli enti pubblici non sono capaci di ottenere un reddito soddisfacente dalle loro proprietà). Il ministro del Tesoro, Ciampi A sinistra, Sergio Bilie
Persone citate: Ciampi, Prodi, Romano Prodi, Sergio Bilie
Luoghi citati: Europa, Galles, Gran Bretagna, Italia, Roma
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