Nelle agende verità e segreti della vedova Gucci

Nelle agende verità e segreti della vedova Gucci Il processo di Milano Nelle agende verità e segreti della vedova Gucci Patrizia Reggiani MILANO. Alla data del 27 marzo '95, tre bande nere e una scritta: «Paradeisos». Non vuol dire Paradiso in spagnolo, ma forse è solo un errore di Patrizia Reggiani Martinelli, che sulle agende griffate Cartier registrava tutto. Dai movimenti bancari agli appuntamenti, dai pensieri in libertà a quel «Paradiso», richiamato nel giorno in cui l'ex marito veniva ammazzato. Dalle sue agende, sequestrate al momento dell'arresto, presentate ieri al processo per l'omicidio di Maurizio Gucci, esce l'altro ritratto di Patrizia Reggiani Martinelli, superattico e ora cella a San Vittore. Dieci giorni prima dell'omicide sull'agenda, annota: «Non c'è crimine che non si possa comperare». Frasi suggestive, lette dopo i capi d'imputazione. Frasi in libertà, scritte giorno dopo giorno. Come il 10 gennaio '93, quando annota: «Il clamore è necessario per l'eliminazione dell'individuo». O ancora, il 7 novembre '93: «Se lavori in un bordello, tanto vale essere la migliore». In aula, è stato poi sentito il funzionario della Criminalpol Carlo Maria Collenghi, l'agente «Carlos» infiltrato nel gruppo, che spacciandosi per emissario di un cartello di narcotrafficanti colombiani ha raccolto le confidenze di Ivano Savioni, il portiere d'albergo che ha permesso di ricostruire la vicenda. Stretto tra i paletti delle numerose eccezioni presentate dai difensori, «Carlos» ha potuto ricostruire solo per sommi capi il suo ruolo. «A un certo punto Savioni disse che era arrivato Benedetto, ma non fece il cognome», spiega l'agente, mentre Benedetto Ceraulo, presunto killer, inizia ad agitarsi nella gabbia. Anche l'ispettore della Criminalpol Carmine Gallo, entra in contraddizione su Ceraulo. Prima dice che Gabriele Carpanese (è il confidente della polizia che telefonò alla Criminalpol) sin da subito gli aveva fatto il cognome del presunto killer, poi dice che lo chiamava solo Benedetto. Ceraulo sbotta, batte le mani, chiede la parola e contesta i riconoscimenti fotografici: «Sono foto di 11 anni fa, quelle mostrate ai testimoni». Gli avvocati di Patrizia Reggiani Martinelli insorgono quando emerge che sin dal '94, un anno prima dell'omicido, tre anni prima dei qnella telefonata alla Criminalpol, Carpanese conosceva sia Savioni sia Pina Auriemma, la maga che secondo l'accusa ha organizzato l'omicidio, confessato pochi mesi fa. Di più. La difesa dell'ex moglie di Gucci chiede che Gallo ricordi cosa disse la donna al momento dell'arresto, di quell'accenno a una truffa di cui sarebbe stata vittima da parte delle persone che avevano ucciso il suo ex marito, chiedendo poi in cambio dei soldi. Ma il presidente della Corte Renato Samek Ludovici dice «no». [f. poi.] Patrizia Reggiani

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