«Ma io difendo Aquila selvaggia» di Enrico Benedetto

«Ma io difendo Aquila selvaggia» «Ma io difendo Aquila selvaggia» Gallo: contro la protesta attizzano la rabbia dei tifosi PROVOCAZIONI DELLO STORICO PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Max Gallo, rieccoci dinanzi all'ennesimo sciopero che paralizza la Francia. Ma con i Mondiali in ostaggio, la posta in gioco oltrepassa le frontiere. E le agitazioni rischiano di estendersi: metrò, ferrovie... Andiamo verso una paralisi totale nei trasporti pubblici? «Ritengo che il contagio sarà limitato. Anche se i macchinisti autonomi incroceranno le braccia il 10 giugno, il loro peso sindacale non lascia prevedere gravi disagi. E il rischio di blocco per la metropolitana mi pare esiguo. Non mi preoccupano insomma le conseguenze, bensì lo stato d'animo che affiora nel personale: una vera acrimonia contro la Direzione. E non credo serva, come fa il mio amico nonché ministro degli Interni Jean-Pierre Chevènement, esprimere "tristezza" e "vergogna" per indurlo a revocare gli scioperi». C'è chi riscontra una «situazione all'italiana». E non è un complimento... «Per il caso Air France, definirei legittimo il parallelo. Ma non dimentichiamo le ragioni strutturali. Il contesto è la deregulation e un'apertura alla concorrenza cui la Francia deve ancora abituarsi. Lionel Jospin vorrebbe far convivere servizio pubblico e privatizzazione parziale. La crisi Air France mette tuttavia in evidenza lo stallo. Ogni equilibrio successivo non potrà peraltro che essere instabile. Si infliggono ai piloti tagli salariali compensandone il sacrificio attraverso un indennizzo azionario come se Air France fosse già una compagnia privata. Ma oggi nessuno sa preconizzare il corso dei titoli Ai'. Dipenderà da decisioni politiche, non solo aziendali. Se i comandanti rifiutano il baratto avranno pure qualche ragionevole motivo». Li difende? «Trovo ingiusto li si voglia presentare come nababbi. I loro colleghi di British Airways guadagnano il 40% in meno, e alla Lufthansa il 19? Ma non bisogna confondere la massa salariale con il guadagno. Oltremanica, tra salario lordo e netto la differenza è piccola, da noi enorme. Credo inoltre Air France volesse forzare la mano ai piloti fidando sull'impopolarità di uno sciopero in pieni Mondiali. Giudico il metodo discutibile. E la previsione, come dimostrano le cronache, infondata». Il segretario pcf Hue plaude al «movimento sociale in corso», il suo ministro dei Trasporti lo attacca. Un doppio gioco pericoloso per Jospin. O no? «I comunisti francesi stanno liquidando la loro credibilità. Il pcf vuole restare al potere, Però cavalca il malcontento per coprirsi le spalle. Un comportamento meschino, ridicolo. Dinanzi a tattiche simili, viva Rifondazione comunista». Torniamo a Lionel Jospin. Si gioca il posto, o quantomeno la faccia, sui Mondiali? «Non credo. Il Paese non gli può oggettivamente imputare l'oltranzismo di una singola categoria. E l'esecutivo che dirige passa per il "meno peggio" disponibile sul mercato. La vicenda Air France testimonia comunque che malgrado Euro, buon sviluppo economico e disoccupazione in ribasso, la Francia non sa affrontare né risolvere i problemi reali. Sotto la ripresa cova l'incertezza, la paura, il distacco. Le astensioni record nelle ultime scadenze elettorali ne costituiscono la miglior prova. Ma, ripeto, Lionel Jospin è saldo in sella. E l'imbarazzo a destra ben fotografa l'impasse che regna nei ranghi avversari. Attaccandolo frontalmente, udf e rpr sembrerebbero fare il gioco dei piloti». I pericoli sono forse più ampi se esaminiamo l'immagine in¬ ternazionale. Parigi non rischia grosso? «Sì. E c'è chi non aspetta altro. Una manna per i tabloid inglesi. E Scalfaro ci critica en passant per i test atomici di India e Pakistan, come se li avessimo ispirati noi». Un pronostico? «Tra i piloti sembra esserci compattezza e determinazione. La loro strategia, inoltre, paga. E il conto alla rovescia per l'inaugurazione mercoledì prossimo, li favorisce sulla controparte. Siamo al parossismo. Penso cederà Air Franco. Ma non subito». E precettarli? «Sarebbe inutile, come del resto ricorrere all'aviazione militare. Nel '63, De Gaulle precettò i minatori. E servì solo a radicalizzare il conflitto». Enrico Benedetto i hé ii dli

Persone citate: De Gaulle, Gallo, Jospin, Lionel Jospin, Max Gallo, Penso, Scalfaro

Luoghi citati: Francia, India, Pakistan, Parigi