Rogo di libri per ordine del vescovo

Rogo di libri per ordine del vescovo Imbarazzate smentite all'iniziativa del presule ortodosso rivelata da un giornale Rogo di libri per ordine del vescovo Russia, i testi di teologia considerati «eretici» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Oleg Mironov, alias Nikon, 38enne vescovo ortodosso di Ekaterinburg potrebbe, a buon diritto, essere soprannominato «Fahrenheit 451». A quanto emerge da rivelazioni di un canale tv locale e della Nezavisimaja Gazeta, avrebbe ordinato prima la confisca e poi il rogo dei libri «eretici» di tre luminari della teologia ortodossa contemporanea. Le smentite, locali e di Mosca, sono state tanto immediate quanto imbarazzate. Anche perché c'è il testo di un decreto vescovile di Nikon che espelle dal seminario teologico di Ekaterinburg il prete Vokhimjanin per «aver abbracciato l'insegnamento dell'ultim'ora, il quale respinge la tradizione dei sacri padri e non ha l'approvazione dell'intera Chiesa ortodossa». L'imbarazzo moscovita viene dal fatto che Alessio II, il patriarca della Chiesa ortodossa russa e massima autorità religiosa, ha fatto più volte riferimento con grande rispetto proprio alle opere degli «eretici». Mentre l'autorità di Nikon in materia è misurabile con il suo curriculum scolastico: diplomato al Seminario teologico di Mosca, per corrispondenza, e - sempre per corrispondenza - attualmente discepolo dell'Accademia Teologica di Mosca. Giovane, questo Nikon, ma molto aggressivo. Sarebbe la punta di lancia di una vasta corrente conservatrice che sta prendendo largo spazio, specie nella lontana provincia russa e le cui motivazioni sembrano fermentare in una inquietante mistura di nazionalismo e oscurantismo. Non a caso due dei tre «eretici», Aleksandr Schmemann e John Meyendorf, sono americani. Entrambi furono decani del seminario teologico di San Vladimiro, a New York. Schmemann divenne notissimo in Russia per le sue preghiere che, durante gli Anni 70 e i primi 80, Radio Liberty mandava in onda settimanalmente. Il terzo, Aleksandr Men, venne assassinato a Mosca nei primi anni della perestroika e i responsabili non sono mai stati rintracciati. Era amato dai fedeli, ma appena tollerato dall'autorità religiosa della capitale. Ma probabilmente sui tre «eretici», ormai defunti, ricade post mortem una colpa che non è loro. Il fatto è che, al polo opposto rispetto a Nikon, sembra delinearsi in Russia una minaccia «modernista» anch'essa in espansione: quella del monaco Gheorghij Kocetkov, il quale fa insistente riferimento proprio al lascito teologico dei tre teorici. Da qui il rogo ordinato dal giovane Nikon ai bordi degli Urali. Ma, dietro a questo episodio superficiale e endogeno, c'è qualcosa di più profondo: una Chiesa ortodossa che sembra incapace di fronteggiare le sfide della modernità e del pluralismo e si volge con nostalgia alla separatezza protetta e pervasiva dell'epoca sovietica. Giuliette Chiesa

Persone citate: Aleksandr Men, Aleksandr Schmemann, Giuliette Chiesa, John Meyendorf, Oleg Mironov, Radio Liberty, Schmemann

Luoghi citati: Mosca, New York, Russia