Iran, l'ora delle bombe di E. St

Iran, l'ora delle bombe Colpito il comando della Guardia rivoluzionaria. A settembre Khatami a New York per la sessione Onu Iran, l'ora delle bombe Trame oscure con attentati e veleni TEHERAN. Sbarca il terrorismo nell'Iran che sta cambiando con il presidente moderato Mohammad Khatami. Dopo l'attentato che martedì mattina ha ucciso tre persone e ne ha ferite due in una sede della Procura Rivoluzionaria, un'altra esplosione ha colpito la notte scorsa a Teheran un edifìcio governativo. Il governatore generale di Teheran, Mohammad Reza Ayatollahi, ha dichiarato alla televisione che la responsabilità dei due attentati è di Mujahedeen Khalq, la maggiore organizzazione della opposizione operante dall'Iraq. E' il primo dirigente a riconoscerlo. Secondo il quotidiano «Farda», una cinquantina di miliziani del gruppo di opposizione sono entrati clandestinamente in Iran nei giorni scorsi attraverso il contine con l'Afghanistan. E' la conferma di una rivendicazione di Mujahedeen Khalq (Combattenti del popolo). Il gruppo, che già martedì si era attribuito la responsabilità dell'ordigno alla Procura, ha sostenuto che nella notte suoi miliziani hanno sparato salve di mortaio prima contro il comando centrale della Guardia Rivoluzionaria Islamica e poi contro l'Organizzazione delle industrie militari. Nel primo dei due attacchi, stando al comunicato di Mujahedeen Khalq, «numerose guardie sono rimaste uccise». Nelle prime ore di ieri la polizia ha fatto allontanare precipitosamente ospiti e personale dell'hotel Ferdowsi, nel centro di Teheran, a seguito di una telefonata anonima che segnalava la presenza di una bomba. Non è stato però ritrovato alcun ordigno nell'albergo. Monta dunque la tensione e l'Iran, che già vive il primo visibile scontro di potere dai tempi della rivoluzione dell'89. con i moderati di Khatami da un lato e i conservatori dell'establishment religioso dall'altro, si trova a dover fare i conti con una violenza sconosciuta nella Repubblica Islamica. Il capo dei Pasdaran, i «guardiani della rivoluzione», ha denunciato i «com¬ plotti di elementi controrivoluzionari» e, alludendo ad alcune organizzazioni studentesche e alla stampa moderata, ha ammonito che «si occuperà a tempo debito della terza forza attiva» in Iran. Il generale Yahia Rahim Safavi ha detto ad un gruppo di studenti e volontari radunati all'università di Teheran che «una terza forza agisce nel Paese, con il sostegno dell'estero, e con l'intento di distruggere i fondamenti della religione». L'ufficiale, da tempo sotto accusa da parte degli studenti e della stampa vicina a Khatami (che ieri ha annunciato che sarà a New York a settembre per i lavori del'Onu), ha minacciato «i gruppi e dei giornali» che a suo dire costituiscono «la terza forza». E il presidente del Parlamento, Ah Akbar Nateq-Nouri, uno dei leader conservatori, ha affermato che i due attacchi sono il segnale che gli avversari della Repubblica Islamica intendono sfruttare la contrapposizione tra moderati e radicali. [e. st]

Persone citate: Akbar Nateq-nouri, Khatami, Mohammad Khatami, Mohammad Reza Ayatollahi, Yahia Rahim Safavi