Parma, un «buono» tra i due sfidanti

Parma, un «buono» tra i due sfidanti Dopo 50 anni (quasi ininterrotti) la sinistra rischia di perdere la poltrona di sindaco Parma, un «buono» tra i due sfidanti Decisivi i voti di Mario Tommasini, ribelle di sinistra PARMA DAL NOSTRO INVIATO Strana storia, questa di Parma. La sinistra che rischia di essere buttata fuori dal municipio dopo cinquanta (50) anni di governo, quasi tutti nel segno del pei (poi pds, ora ds, tra un po' chissà). Solo tra l'85 e il '90, qui, i comunisti sono rimasti fuori. Anni «caffiani» (di Caf, per chi ricorda), preistorici. E tutto questo per colpa di un uomo di sinistra. Possibile? Possibile. Stefano Lavagetto, sindaco della sinistra, è arrivato solo secondo. Il primo turno l'ha vinto Elvio Ubaldi, uomo di centro (An è fuori dalla partita). Il pds ha dimezzato i voti. Anche se è finito terzo ( 18 per cento), al primo round ha sbancato quel matto di Tommasini, l'«uomo più buono d'Italia» secondo un riconoscimento del Corriere della Sera (dicembre 1996) che ha sistemato una carica di dinamite sotto la sedia dell'uomo «più cattivo», come dicono a Parma dell'attuale sindaco. Nelle urne del ballottaggio di domenica prossima ci sono dunque due nomi e un fantasma che si compiace di essere tale: «Eh sì, io sono la loro cattiva coscienza», ci dice il Tommasini che a settantanni non ha tradito la sua storia ribelle: «Sto male, sì, ma sentivo che questa cosa andava fatta. Se non lo facevo, sarei stato un vigliacco». Ma cos'è questa «cosa»? Intanto bisogna sapere che Mario Tommasini, classe 1928, prototipo di un'idea di «parmigianità» (il ribellismo, l'utopia da raggiungere, il sogno da realizzare) è uno che viene dal pei profondo, che dal partito è uscito quando ha cessato di essere «comunista», che a Rifondazione non s'è mai iscritto e ad essa guarda con orrore («è un partito chiuso»). Che alla sua non verde età giudica i cinquant'anni passati con disincanto («quante balle ci hanno raccontato») e come un interprete di Nanni Moretti dice. di.D'Alema: «Possibile che non abbia mai un lampo di umanità? Che non dica mai una cosa di sinistra?». Tommasini è un pezzo di storia di Panna. Ha spalancato l'orrore del manicomio di Colorno («Matti da slegare» di Marco Bellocchio ne ha raccontato l'epopea). Ha smantellato quell'altro orrore del brefotrofio in alleanza con il prete più anticomunista della città, don Dagnino (di cui ora dice: «Gli voglio bene come al mio papà»), insieme protagonisti di una storia alla Pepponedon Camillo. Ha fatto uscire i detenuti del carcere impiegandoli in lavori pubblici prima che fosse d'uso e moda. Ha creato cooperative, fattorie modello, convinto gli industriali (Salvarani, innanzitutto, ma anche Pietro Barilla) a collaborare con lui e i suoi diseredati, «amministratore delegato e perenne - si definisce - alla sfiga». Un campione del «sociale», insomma, un monumento della sinistra, un'utopia vivente e realizzata. Ebbene il Tommasini due mesi fa, ha fatto la sua «cosa», il grande strappo: una lista che al- la Palmella portava il suo nome («Mario Tommasini»), una sfida alla sinistra parmense che qui vuol dire all'Emilia rossa, alle istituzioni, alla tradizione, alle abitudini, allo «Stato». Ma anche al conformismo, alla sedimentazione della macchina, alla burocrazia del partito-Stato, all'imponenza del partito-governo, alla ieraticità del funzionariato politico, al riflesso condizionato dello schema emiliano, alla mitologia della sua nomenklatura. Un bel «rompicoglioni», per farla breve, come hanno detto in casa pds. Confortato ora dalla studiata uscita di D'Alema di qualche giorno fa contro il carrierismo dentro il suo partito: «Noi - ride amaro Tommasini - lo dicevamo da un pezzo e per questo ci hanno insultato». Capita sempre così ai Tommasmi di turno. L'ultima utopia si chiama Esperidi. Slegati i matti, liberati i bambini, responsabilizzati i detenuti, Tommasini pensa ai diecimila anziani di Parma che saranno molti di più di qui a pochi anni perché così va la demografia. Il suo progetto è lasciarli nelle loro case, ma costruire condomini sociali, con «portinerie» di servizio 24 ore su 24, mescolarli a una piccola quota di giovani coppie, far germinare l'utopia su terreni del comune, ridurre al minimo le spese, impiegarci capitali privati, a cominciare dai risparmi degli anziani, mescola- re fomie di proprietà pubblica e privata. Una rivoluzione: riadattare la città alla categoria di popolazione piii numerosa e più bisognosa di aiuti: gli anziani. Tutti d'accordo, a cominciare dagli imprenditori. Unico contrario il Comune rosso. Le motivazioni sono sicuramente serie; ma il modo in cui sono state espresse ò sicuramente sbagliato, impolitico, arteriosclerotico riilesso ideologico che ha l'atto dire a qualche chierichetto di partito: «E una speculazione edilizia E un business» E perché no? ri sponde Tommasini Comi: st noici t'osse bisogno di lavoro e di bu siness in città, o come se le terri bili case di riposo di adesso non t'ossero un affaraccio. Capita così, nel paradosso parmigiano, che ora il vecchio Tommasini, lui che è stato partigiano a 14 anni, è stato in carcere (1953) perché da comunista organizzava i comizi che Sceiba proibiva, accusa i nuovi compagni di essere «vecchi, dirigisti, burocrati». E da loro si prende il più scontato degli insulti: «Fascista, amico dei fascisti». E ancora: «Aiuti la destra dividendo la sinistra». Pressioni a non finire, minacce, anche alla moglie. Dice lui: «Ci sono tanti modi per costruire un regime e questo è uno: sottile, sottile. Togliere i mezzi di vita e di lavoro, poco per volta, giorno dopo giorno». «Morsicata ai polpacci dal so- ciale», come con ironia parmigiana ha detto il segretario del pds, la sinistra deve ora rimettere insieme le macerie del terremoto Tommasini. Che sono più profonde della voragini di voti che ha fatto scendere il pds dal 30 al 16 per cento. Un miracolo laico s'è compiuto intorno al «matto» durante la campagna elettorale aiuti da tutu le parti, soldi (respinti), solidarietà. Un movimento tanto più entusiasta quanto più accusatorio nei confronti del dinosauro buroi ;aico. Parma ribelle ha trovati una valvola civile in cui slogare la pressione della fantasia che sta nel Dna della città. «Liberare la libertà», ha detto Tommasini. E non importa che assomigli a un sogno: anche smantellare il manicomio di Colorilo sembrava impossibile. Tommasini l'ha fatto. Chiaro che in questa situazioni Elva Ubaldi. andidato di «Civiltà parmigiana . h • sa ita Ha 1 sicuramente destinatario dui voti dogi' ex missini (t oppo bolla l'idea di roy astiare la ministrai faccia grandi complimenti a Tommasmi, dica chi li Esperidi sono il più bei progetto del mondo, faccia leva su ciò per allargare l'accusa di immobilismo a tutto il campo dello attività comunali. Meno logico chi. il freddo notaio Lavagetto, un intellettuale azionista, cooptato dalla sinistra a nobilitare e laicizzare la carica di sindaco, stia a cavillare sulle questioni scaraventate da Tommasini nelle, stanze del potere. Alla colata lavica che è scesa sulla città delia politica, da sinistra si è risposto con sufficienza e fastidio. Ci dice Bruno Kossi direttore per anni della Gozzetto di Par ma, che in realtà qui lo scontro non ò tra destra e sinistra, non c'è la fotocopia del duelli- PoloUlivo. Ma in un certo senso c'è il confronto fra un centro e centro sinistra. Anzi Elvio Ubaldi viene dalla sinistra de e ha dichiarato di aver votato Ulivo alle politiche. Il vero scontro è sulla gestione dell'utopia, dell'emozione, dello «scandaloso)1 voto a Tommasini. Lui dice <:he. comunque vada a finire, niente sarà più coinè prima. Le Esperidi si faranno, degli anziani si parlerà. E, almeno pei adesso, gli basta cosi. Cesare Martinetti Il comunista che ispirò «Matti da slegare» accusa gli ex compagni d'essere solo burocrati L'ultima utopia si chiama Esperidi: un nuovo progetto per la terza età mette in ginocchio la Quercia Il leader storico dell'ex pei ha fatto dimezzare i voti pds Il primo cittadino dell'Ulivo arriva dopo l'uomo degli azzurri VOTI AL 1° TURNO STIPANO LAVAGETTO [DS] 30,50% DS 16,57% RIF. COM. IPRC} 12,38% SDÌ 1,55% PPI 3,68% RINN. ITALIANO - PRI 0,98% "WRDÌX72%" APPOGGIANO LAVAGETTO senza apparentamento r ELVIO UBA1DI [CIVILTÀ' PARMIGIANA] 31,10% CIVILTÀ' PARMIGIANA [LISTA CIVICA] 13,50% FI - CCD 13,97% SI 2,33% UBALDI? LISTA MARIO TOMMASINI 16,63% NON SI E' PRONUNCIATA NON SI E' PRONUNCIATA INSIEME PER PARMA 4,61% NON SI E' PRONUNCIATA LEGA 5,74% NON SI E' PRONUNCIATA 24 MAGGIO/7 GIUGNO VERSO IL VOTO jspw8 InTinlnlnTir r~ ~ Stefano Lavagetto sindaco proposto della sinistra è arrivato solo secondo Il Pds è sceso dal 30 per cento al 16 per cento Elvio Ubaldi appoggiato da una lista civica e da Forza Italia è in testa dopo il primo round elettorale