Rai, valzer di poltrone in vista di Giulio Borrelli

Rai, valzer di poltrone in vista Il Presidente del Consiglio scrive a Zaccaria: scegliete lontani dalla politica Rai, valzer di poltrone in vista Oggi il cda decide le nomine ROMA DALLA REDAZIONE Non è facile far quadrare il cerchio della nuova ondata di nomine Rai e, infatti, le riunioni e i conciliaboli sono andati avanti per tutta la giornata di ieri, e fino a notte fonda, in vista del Consiglio odierno. E che la tensione sia alta lo si è capito ieri sera quando il consigliere Giampiero Gamaleri ha lasciato Viale Mazzini, a quanto pare, in segno di protesta contro scelte che penalizzerebbero le forze di opposizione. Eh già, perché la politica resta sempre il criterio regolatore intorno a cui ruota l'intero congegno delle nomine. E forse proprio per far sapere a tutti che lui a questo mercato non partecipa, il presidente del Consiglio Prodi ha scritto una lettera al presidente della Rai, Roberto Zaccaria, esortando i vertici aziendali a decidere in piena autonomia «lontani dalla politica». L'esortazione di Prodi difficilmente verrà ascoltata fino in fondo, almeno a giudicare dagli organigrammi che ieri si inseguivano e si smentivano a vicenda. Fermo restando l'attuale assetto della seconda rete, con Freccerò a Raidue e Mimun al Tg2, entrambi salvati dai buoni risultati d'ascolto, i nodi da sciogliere riguardano in prima linea Raiuno, destinata a perdere tanto il direttore di rete Giovanni Tantillo come quello del Tgl Marcello Sorgi. A sostituire Tantillo, pidiessino, sarà Agostino Sacca, oggi suo condirettore, appoggiato dal Polo. Ma se la rete ammiraglia va all'opposizione, secondo gli equilibri del «pluralismo» Rai, il Tgl deve andare al governo, e per l'esattezza al suo partito più forte, quello dei Democratici di sinistra. Una decisione resa più complessa dalla tradizionale attenzione di OltreTevere verso il più seguito tg nazionale, resa ancora più difficile dall'imminente Giubileo. Ma tant'è. D'Alema non vorrebbe rinunciare a un Tgl diessino, e Tgl diessino sarà. Sì, ma governato da clù? Da Giulio Borrelli, «mezzobusto» storico, giornalista interno, uomo da cui ci si aspetta che riporti la pace nella redazione, nervosa anche per effetto del calo di ascolti. Vicedirettore: Mazza (area An). Sistemata la prima rete, va riorganizzata da cima a fondo la terza, quella destinata a diventare la rete senza pubblicità, vero servizio pubblico dell'azienda. A capo della Divisione di Raitre resta l'immarcescibile Giovanni Minoli, anche se a qualcuno non starà bene perché (vecchia storia) cugino della Melandri, donna-comunicazione dei Ds, nonché genero di Bemabei, padrone della Lux che vende film alla Rai. Il candidato confermato alla rete tre è il direttorre del centro di produzione di Napoli, Pinto (ar- rea Pds). Al Tg3, invece, al posto di Lucia Annunziata dovrebbe arrivare una vecchissima conoscenza: Nuccio Fava, già direttore del Tgl. Nino Rizzo-Nervo, area Popolare e amico di Sergio Mattarella, manterrebbe la qualifica di direttore del Tg regionale. Infine, Aldo Materia diventa direttore della Divisione dei centri di produzione. A scendere, ovviamente, a seconda delle caselle, le nomine a pioggia di vicedirettori diversamente targati dai rispettivi capi. A salire, quelle dei grandi manager delle divisioni operative in cui l'azienda sarà organizzata in futuro. L'interim della Divisione 1 (che accorpa Raiuno, Raidue, Tgl e Tg2) andrebbe al direttore generale Pierluigi Celli; vice ad interim, Giovanni Tantillo. Alla radio potrebbe piombare Angela Buttiglione, lasciando le tribune a Magliaro (An). Tornerebbe pure Santoro, transfuga a Mediaset, ma per far cosa, non è chiaro: giornalista o manager? Borrelli al Tgl Rispunta Fava che va al Tg3 Più poteri a Celli e al vice Tantillo Qui accanto: Giulio Borrelli A destra: Roberto Zaccaria

Luoghi citati: Napoli, Raidue, Roma