Bicamerale, segnali di resurrezione

Bicamerale, segnali di resurrezione Ancora incerta la sorte delle riforme. Marini non si rassegna, D'Alema non si dimette, Cossiga trema Bicamerale, segnali di resurrezione E nel Polo si litiga sulla Costituente ROMA. E' morta veramente la commissione per le riforme o si tratta di un caso di morte apparente? C'è chi non si rassegna, come il segretario dei popolari, Franco Marini, e dice: «Abbiamo ancora dieci giorni per provare». C'è chi, come Scalfaro, esorta a riflettere ancora. La controprova che non tutto è ancora perfettamente chiaro viene dai più accesi nemici della Bicamerale. Cossiga teme che «nei prossimi giorni possa succedere di tutto». E Bossi dice che «non è ancora certo» che tutto sia finito. Stanno col fiato sospeso gli avversari delle riforme, come se temessero la resurrezione di un vampiro anche dopo avergli piantato il piolo nel cuore. Ma Berlusconi, quello che ha dato il colpo mortale, è sicuro di aver fatto un buon lavoro: «E' stata messa sopra una pietra tombale». Probabilmente ha ragione lui, anche se D'Alema ha detto ieri che non pensa di dimettersi dalla presidenza della Bicamerale. Facendo correre un brivido di terrore lungo le schiene degli addetti ai funerali. Ma, per quel che si è capito, D'Alema non si dimetterà mercoledì prossimo solo per non fare un regalo a Berlusconi. Nel certificato di morte della Bicamerale deve apparire chiaro che il responsabile del fallimento è Berlusconi, avrebbe detto. L'interesse si è spostato sul modo di utilizzare per le riforme la procedura prevista dall'art. 138 della Costituzione. I democratici di sinistra recupereranno 12 articoli dal testo della bicamerale (su forma di governo, forma di Stato se¬ mipresidenziale, sistema parlamentare, federalismo) da votare in Parlamento. Con i voti di chi ci sta. La maggioranza cercherà di approvare le riforme trovando «intese ampie» ha spiegato Salvi. Intese che potrebbero estendersi ad An, stando alle manovre in corso. Il partito di Fini, infatti, si sta preparando a lanciare almeno sei proposte di legge costituzionale per modulare il presidenzialismo in dosaggi diversi. A cominciare da quello concordato in Bicamerale. Fini vuole seguire, cioè, lo stesso percorso di D'Alema. E' una deriva che approfondisce la frattura tra Forza Italia e An, e che Casini sta disperatamente tentando di frenare. Ieri ha esortato Berlusconi e Fini a parlarsi per «evitare l'autolesionismo» e sce- gliere una strada comune: o il 138 o la Costituente. Ma ieri non era la giornata buona per portar pace nel Polo. Dichiarazioni attribuite a Berlusconi, e poi smentite («non mi appartengono»), hanno fatto capire come stanno le cose. «Fini ha cercato la legittimazione a spese nostre, forse accarezzava l'idea di candidarsi lui al Quirinale». Fini e D'Alema «hanno la stessa matrice culturale totalitaria». Mentre i partiti del Polo si accapigliano, quelli della maggioranza stanno occupandosi con impegno dei futuri destini del governo. E per la prima volta, Pds e Rifondazione lo fanno quasi con le stesse parole e la stessa forza. Fallita la Bicamerale c, probabilmente, an- che l'operazione di accreditamento presso il centro moderato che D'Alema perseguiva, Rifondazione tira un sospiro di sollievo e punta a ristabilire un legame a sinistra, secondo la linea di Cossutta, fatta propria ora anche da Bertinotti. Sembra, così, allontanarsi la minaccia della crisi-tranello che Bertinotti avrebbe voluto aprire durante il «semestre bianco» per mettere nei guai D'Alema. Visto che D'Alema nei guai già c'è, ora è il momento di parlarsi. Rifondazione propone al governo «una rettifica e una svolta, non una rottura» per farlo somigliare a quello delle sinistre in Francia. E progettare l'alternativa di sinistra al centro moderato in gestazione. E D'Alema avrebbe risposto parlando con i deputati del suo partito: «Siamo pronti a farci travolgere da questo spirito unitario. Bisogna riorganizzare, attorno al programma della coalizione, una fase nuova del governo. E' necessario un segno di discontinuità». Dini, l'ala destra dello schieramento, ha capito subito l'aria che tira e ha minacciato di lasciare la maggioranza se Prodi dovesse allargare il programma di governo. I popolari, per il momento, stanno a guardare, sicuri di potere contare di più nella maggioranza nel loro ruolo di centro, visto che gli elettori li stanno premiando. Come ha spiegato ieri Marini a quanti sono parsi tentati dai canti da sirena di Cossiga. Alberto Rapisarda «D'Alema mi dice di cercarmi un buon avvocato? Lui non ne ha bisogno, ha i giudici dalla sua» «Greco dice falsità assolute e totali. E' uno che ha viaggiato in Russia e applaudito i processi negli stadi» infatti, si sta preparando a lanciare almeno sei proposte di legge costituzionale per modulare il presidenzialismo in dosaggi diversi. A cominciare da quello concordato in Bicamerale. Fini vuole seguire, cioè, lo candidarsi lui al Quirinale». Fini e D'Alema «hanno la stessa matrice culturale totalitaria». Mentre i partiti del Polo si accapigliano, quelli della maggioranza stanno occupandosi con impegno dei futuri destini del governo. E per la prima volta, Pds e Rifondazione lo fanno quasi con le stesse parole e la stessa forza. Fallita la Bicamerale c, probabilmente, an- II leader di Forza Italia Silvio Berlusconi A destra: Francesco Cossiga Nella foto a destra: Gianfranco Fini presidente di An tinotti avrebbe voluto aprire durante il «semestre bianco» per mettere nei guai D'Alema. Visto che D'Alema nei guai già c'è, ora è il momento di parlarsi. Rifondazione propone al governo «una rettifica e una svolta, non una rottura» per farlo somigliare a quello delle sinistre in Francia. E progettare l'alternativa di sinistra al centro moderato in gestazione. E D'Alema «D'Alema mi dice di cercarmi un buon avvocato? Lui non ne ha bisogno, ha i giudici dalla sua» «Greco dice falsità assolute e totali. E' uno che ha viaggiato in Russia e applaudito i processi negli stadi» II leader di Forza Italia Silvio Berlusconi A destra: Francesco Cossiga Nella foto a destra: Gianfranco Fini presidente di An Massimo D'Alema presidente della Bicamerale e leader dei Democratici di sinistra

Luoghi citati: Francia, Roma, Russia