Prodi: «II Nord scommetta sul Sud »

Prodi: «II Nord scommetta sul Sud » Il premier a Milano, all'assemblea dell'Assolombarda, tra i banchieri e il Gotha dell'industria Prodi: «II Nord scommetta sul Sud » Fossa: siamo pronti, ma meno tasse MILANO. «Benvenuto», lo accoglie, impettito, il presidente degli industriali Benito Benedini. Sono le undici quando Romano Prodi arriva in Assolombarda, roccaforte dell'imprenditoria milanese, e si presenta con un «Eccomi qua» che è un sussurro. Non è la prima volta di Prodi in Assolombarda. Ma la prima volta che un presidente del consiglio conclude un'assemblea tanto importante e tanto affollata, a riprova di una Milano che vuol tornare a contare. E così, eccoli tutti schierati, in Assolombarda, i potenti della capitale morale. Tutti attorno a un Prodi preoccupato di allontanare dal governo le ombre del fallimento della Bicamerale. A destra Cesare Romiti, neopresidente di Rcs da ieri «milanese» a tutti gli effetti, a sinistra Marco Tronchetti Provera, poi Fedele Confalonieri e Luigi Lucchini, Pietro Marzotto e Carlo De Benedetti, dietro i Moratti schierati in blocco, Letizia, Massimo e Gianmarco, più defilati Leopoldo Pirelli e Alberto Falck, taciturni i banchieri: Cingano di Mediobanca, Fausti della Comit, Rondelh del Credit, Bassi della Popolare, Siglienti dell'Ina. Rissa di fotografi e tivù a immortalare l'attimo fuggente, la stretta di mano tra Prodi e Fossa, il confabulare tra Romiti e Prodi. Quasi ignorato, e alla fine se ne lamenta («Speravo in un accenno ai problemi della giustizia»), il gran capo di Mani pulite Francesco Saverio Borrelli. Ma gli anni ruggenti di Tangentopoli, si sa, sono alle spalle e la voglia di dimenticare tanta... Così, se una settimana fa all'Eur, a Roma, si era rotto il ghiaccio tra mondo delle imprese e governo con il grazie di Fossa al governo per aver portato l'Italia nell'Euro, ieri a Milano toccava fare un altro passo in avanti, lan ciare, se possibile, segnali di colla borazione. «Vedo qui il presidente del consiglio e il presidente degli industriali, un anno fa non succedeva», sottolinea il sindaco (imprenditore) Albertini. E quando il ministro Bassanini immagina una pubblica amministrazione più snella, Benedini esulta: «Musica per le nostre orecchie, per la prima volta un ministro usa la parola cliente e non utente per la pubblica amministrazione». Bassanini ringrazia e poco importa se, come vogliono gli esegeti confindustriali, Benedini è più colomba che falco, colomba che mostra gli artigli rivendicando di «poter far impresa» e tuonando «contro il fisco crudele e le 35 ore». Giorgio Fossa lancia la palla: «Siamo pronti a fare la nostra parte per costruire un forte sviluppo contro la disoccupazione, gettare un ponte tra generazioni, produrre opportunità per i giovani». Ma, attenzione, aggiunge il presidente di Confindustria, «per crescere e produrre occupazione bisogna dnninuire le tasse perché la promessa riduzione del 2% in tre anni della pressione fiscale è poco, troppo poco». Esplicito, non accondiscendente certo, Fossa, ma non è più muro contro muro. E Prodi? Raccoglie la palla venti minuti prima dell'una, nell'ultùno intervento: «E' una conclusione fuori programma...», riconosce, grato. Promette l'impegno del governo per «migliorare la pubblica amministrazione, aumentare la concorrenza, andare avanti con le privatizzazioni, imboccare la via della liberalizzazio ne». Poi arriva al dunque: «Vi chie do - dice - una maggior disponibilità per il Sud che è la nuova fron tiera». Usa un vocabolario inedito - «nuova frontiera», «missione comune», «sfida contro il tempo» quasi si accalora temendo un Mezzogiorno «insofferente, sbandato, che esige risposte». Per questo, spiega, «da un mese ripeto che la strategia per il Sud è definita, la riduzione dei costi è compiuta, dobbiamo limare qualcosa sul fisco ma le imprese adesso hanno certezze, il Sud può essere il Galles d'Italia, ripartire». Fossa dissente («Non basta una limatura delle tasse, si deve anticipare al Sud il taglio strutturale del carico fiscale che dovrà essere esteso a tutto il Paese») ma apprezza i toni kennedyani. Ammette: «Il fatto che Prodi abbia fatto questa apertura fa ben sperare per il tavolo quadrangolare sul Mezzogiorno che si apre la prossima settimana». Come dire: se sono rose... Armando Zeni «Un calo del 2% della pressione è troppo poco» Benedini boccia le 35 ore Il presidente della Confindustria Giorgio Fossa con Innocenzo Cipolletta

Luoghi citati: Fossa, Galles, Italia, Milano, Roma