Otto anni al frate che uccise una ragana

Otto anni al frate che uccise una ragana Il religioso è stato sospeso a divinis, ha sempre detto di essere pentito Otto anni al frate che uccise una ragana Bergamo, venne strangolata dopo una cena BERGAMO. Tiene il capo chino sulla camicia coreana blu, come se ciò che gli sta accadendo intorno in tribunale - il suo avvocato che gongola, quello della parte offesa che s'indigna, parenti e amici che lo abbracciano - non esistesse. Padre Fabrizio Moretti scivola via in silenzio con i suoi occhiali da sole e una condanna per omicidio a 8 anni e 8 mesi sulle spalle. Pena mite, si mormora a fine processo, anche se c'è da credere che per questo frate fragile e belloccio la condanna più severa sia il peso che si porta dentro. Già, perché per padre Fabrizio, cappuccino di 32 anni originario di Cremona, sarà difficile dimenticare quella notte del settembre scorso in cui ha strozzato una giovane della Sierra Leone dopo aver fatto l'amore con lei. Decisione scandalosa - secondo Francesco Beccaceci, avvocato della parte offesa - alla quale il gip Rita Càccamo è giunto concedendo uno sconto di un terzo della pena (perché il processo si è celebrato con rito abbreviato) e riconoscendo due attenuanti: le generiche (tra cui l'incensuratezza dell'imputato) e il fatto che padre Fabrizio abbia risarcito i famigliari della vittima. Cento milioni a testa sono andati ai due figlioletti, affidati alla famiglia dell'ex convivente italiano, 35 finiranno alla sorella. Una bella cifra per uno che ha fatto voto di povertà. «Dove ha trovato i 235 milioni? - si chiede il difensore Piergiorgio Colombo - in parte Moretti li aveva, il resto lo ha ottenuto da un prestito che dovrà restituire». Padre Fabrizio aveva conosciuto Aminata Harding, 22 anni, quando era assistente spirituale all'Ospedale Maggiore di Bergamo. Lei era bella, sola e in cerca di aiuto: di una casa, di un lavoro, di un permesso di soggiorno. Lui, il fraticello dal volto di ragazzino, si era ripromesso di non abbandonare a se stessa quella donna capitata nella sua vita quasi per caso. Il religioso le portava cibo, le dava qualche banconota da centomila, ma soprattutto la confortava con le sue parole. Era nata un'amicizia che la donna - secondo la difesa - aveva pensato bene di sfruttare. Trovatasi con l'acqua alla gola e il rischio di essere espulsa dall'Italia, la giovane africana aveva escogitato la trappola a luci rosse. La sera del 9 settembre aveva invitato il frate nel suo appartamentino di Alzano Lombardo, paesotto industriale alle porte di Bergamo, accogliendo l'amico in sottoveste. Qualche parola, poi Aminata era passata alle avances. E padre Fabrizio aveva ceduto. Ma dopo il rapporto sessuale lei lo aveva ricattato: «Se non mi trovi una casa, un lavoro e un permesso di soggiorno, racconto a tutti quello che è successo». E a questo punto il religioso aveva strozzato l'amica. Lo avevano trovato i carabinieri nella camera accanto, nascosto in un angolo buio. Il frate era rimasto in carcere due giorni, poi era stato trasferito in un convento ligure dove è tuttora agli arresti domiciliari. Stefano Seppellirti

Persone citate: Fabrizio Moretti, Harding, Moretti, Padre Fabrizio, Piergiorgio Colombo, Rita Càccamo

Luoghi citati: Alzano Lombardo, Bergamo, Cremona, Italia