A caccia di spacciatori mazze e bastoni di Alessandra Pieracci

A caccia di spacciatori mazze e bastoni Genova: due aggressioni in poche ore A caccia di spacciatori mazze e bastoni Ragazzi tra i 16 e i 20 anni hanno dato vita alle ronde nel rione del Biscione GENOVA. Una decina di giovani, tra i 16 e i 20 anni, ha deciso di usare la violenza contro spacciatori e tossicodipendenti che frequentano il loro quartiere, il Biscione, una grossa zona popolare che sovrasta, con una costruzione appunto adagiata come un serpentone, la collina dell'ospedale di San Martino. L'altro pomeriggio i ragazzi, organizzati in una sorta di ronda, hanno aggredito una coppia su un furgone, prendendo a mazzate il veicolo e poi l'autobus di linea su cui si era rifugiato uno dei due tossicodipendenti caduti nell'imboscata. Scopo dell'agguato, farsi rivelare il punto esatto in cui uno spacciatore extracomunitario consegnava le dosi agli acc^uirenti, ma soprattutto allontanare i drogati. Ieri mattina il bis: i ragazzi hanno aspettato alla fermata dell'autobus e, quando sono scesi due tossicodipendenti, o presunti tali, li hanno presi a calci. Il primo, inquietante episodio è accaduto lunedì poco dopo le 16, in via Leonardo Fea. Quando sono arrivati i carabinieri, i due aggrediti, Massimo, 33 anni, residente ad Alessandria, e Stefania, 40, di Tortona ma residente a Pieve del Cairo, in provincia di Pavia, visibilmente provati, hanno raccontato di essere semplici turisti in gita su un furgone a noleggio e che intendevano solo ammirare la città dall'alto, quando erano piombati in mezzo a una rissa giovanile. In realtà arrivavano tutti e due dall'ospedale, dove sono in terapia lui per problemi di depressione e ansia, lei per anoressia. «Ho visto un gruppo di giovani scalmanati che correvano e urlavano - ha raccontato l'autista del bus 356 - e ho proseguito il viaggio finche un uomo mi ha raggiunto chiedendo dalla strada di salire a bordo e poi di chiamare i carabinieri. Poi un ragazzo armato di mazza mi ha urlato di aprire le porte, ma io non gli ho dato retta, così quello ha spaccato il vetro a colpi di bastone». «Macché turisti, quei due che abbiamo picchiato erano tossici. Noi siamo ragazzi del quartiere che non vogliono vedere drogati sotto casa». Lo dichiara apertamente Alex, uno dei ragazzi della banda. «E' da un po' di tempo che qui arrivano a spacciare i marocchini. Quassù non ci sono i controlli di polizia come nel centro storico, qui si sentono sicuri e tranquilli» dicono gli altri giovani, tutti disoccupati, abbarbicati, con ragazze e bambini, a una ringhiera davanti all'unico bar e circolo ricreativo della zona, frequentato «da vecchi» per cui loro stanno rigorosamente fuori. «L'altro pomeriggio - prosegue l'orgoglioso racconto di uno dei protagonisti - è arrivato un marocchino ed è salito fino alla scuola elementare Borsi. Com'è arrivato, è cominciata la processione di macchine dei tossici». Tra queste, secondo i picchiatori, anche il camper dei due aggrediti. «Li abbiamo fermati per sapere chi era il loro spacciatore e dove si fosse nascosto. Non avevamo mazze. L'uomo è scappato e si è rifugiato sull'autobus, allora uno di noi è andato fuori di testa e ha dato una bottigliata alla portiera. Qualcuno ha chiamato i carabinieri e siamo fuggiti. Così il marocchino ci è sfuggito». Ma loro sembrano assolutamente intenzionati a intercettarlo: «Abbiamo controllato con i binocoli che non arrivassero tossici. Ieri sera non s'è visto nessuno, starna ni invece alle 8 e mezzo è ricominciata la processione. Abbiamo aspettato che due drogati scendes sero dall'autobus e li abbiano presi a calci per farli andare via». Alessandra Pieracci

Persone citate: Biscione, Borsi

Luoghi citati: Alessandria, Genova, Pavia, Pieve Del Cairo