Addio al boss che salvò Buscetta di A. R.

Addio al boss che salvò Buscetta Scelse di ritirarsi da Cosa nostra pur di non tradire il vecchio amico don Masino Addio al boss che salvò Buscetta Morto in Brasile Salomone, ex re di San Giuseppe Jato PALERMO. E' deceduto domenica scorsa a San Paolo il boss mafioso Antonino Salamone, per un tumore. L'annuncio è stato dato dalla famiglia con un breve annuncio sul quotidiano Estado de San Paulo. Salamone aveva ottenuto la nazionalità brasiliana nel 1970, durante il regime militare, nonostante fosse stato condannato in Italia per traffico internazionale di stupefacenti e facesse ancora parte del vertice di Cosa nostra. Una domanda di estradizione venne respinta dalle autorità brasiliane, una nuova richiesta stava per essere inoltrata sulla base delle dichiarazioni di Giovanni Brusca. Salamone era l'unico grande boss riuscito a sfuggire per decenni alla giustizia. Lascia a San Paolo un immenso patrimonio di palazzine lussuose in quartieri chic e di magazzini in periferia. Da quando risiedeva in Brasile si era dedicato alla costruzione edile e allo smercio di pietre preziose, mantenendosi in contatto con la famiglia Caruana, responsabile del grande traffico di droga in Brasile. Il suo più grande amico, Masino Buscetta, sostiene di averlo conosciuto nel '60, quando Antonino Salamone era capo incontrastato della famiglia mafiosa di San Giuseppe Jato. Considerato un boss con spiccate doti di diplomazia, Salamone è stato per anni componente della Cupola di Cosa nostra, militando nello schieramento di don Stefano Bontade, poi destinato a diventare il capofila dei perdenti. Fu proprio Salamone a consentire al suo braccio destro Bernardo Brusca una fulminea scalata al vertice della cosca jatina. Quando il vecchio boss decise di stabilirsi in Brasile, affidò a Brusca gli interessi della famiglia. Brusca, però, si alleò con i corleonesi Riina e Provenzano, nemici di Bontade. Salamone fece un tentativo disperato di fermare il successore, avallando il progetto di Bontade di assassinare Riina. Ma Brusca si era spinto troppo in alto e una volta chiese a Salamone di appoggiare un commando di «picciotti» spediti in Brasile per uccidere «qualcuno». Quando Salamone seppe che si trattava di Buscetta, preferì ritirarsi piuttosto che tradire il vecchio amico». [a. r.]