Spina nucleare nel fianco di Schroeder

Spina nucleare nel fianco di Schroeder L'Spd è tiepida anche se lo scandalo delle scorie radioattive preoccupa l'opinione pubblica Spina nucleare nel fianco di Schroeder / verdi vogliono fare del voto un referendum anti-centrali BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE I Verdi trasformeranno le elezioni nazionali di settembre in «un referendum per l'abbandono dell'energia atomica». In caso di vittoria della sinistra, il partito ecologista cercherà in ogni modo di garantire «l'abbandono della via nucleare» e «la fine della mafia dell'atomo», come un esponente del partito ha definito i produttori attirandosi un'immediata querela. L'onda d'urto dello scandalo «Castor» i treni carichi di scorie atomiche avviate ai depositi che per anni hanno emesso radiazioni superiori ai livelli di guardia, all'insaputa dell'opinione pubblica ma non dell'industria del nucleare e, forse, del governo - irrompe dunque nelle strategie elettorali della sinistra, facendo intravedere nuove tensioni all'interno dello stesso schieramento rosso-verde: il candidato Cancelliere Gerhard Schroeder è sempre stato tiepido, nei confronti del radicalismo antinucleare dei Verdi; e il programma dell'Spd è generico nei confronti di un possibile, futuro abbandono dell'atomo, che oggi fornisce circa un terzo del fabbisogno tedesco di energia. Dopo le rivelazioni sulle gravissime mancanze di sicurezza registrate sui treni carichi di scorie, tuttavia - soltanto negli ultimi due anni un convoglio su cinque era fuori legge, ha confermato il governo - l'occasione è ghiotta: ieri l'Spd ha chiesto a Kohl di intervenire personalmente nella crisi, per fornire «informazioni dettagliate» su una vicenda ancora ricca di punti di domanda: sono vere, per esempio, le accuse della televisione pubblica, secondo la quale il governo era al corrente fin dal 1985 del rischio di «grave inquinamento nucleare» durante i trasporti di scorie? E' vero che l'attuale ministro dell'Ambiente sapeva, da più tempo di quanto non voglia ammettere, che c'erano state perdite radioattive sui vagoni dei treni «Castor»? Angela Merkel si difende sostenendo di essere stata informata soltanto il 24 aprile scorso, e di essere subito intervenuta bloccando i convogli tedeschi diretti alle centrali di stoccaggio francesi e inglesi. Ma gli ecologisti non le credono, e vogliono le sue dimissioni. Anche il sindacato di polizia del resto chiede il ritiro del ministro: l'inquina- mento nucleare, sostiene il suo presidente Lutz, ha messo in pericolo per anni la salute di decine di migliaia di ignari poliziotti, incaricati di scortare i convogli per prevenire incidenti con i manifestanti più radicali, peraltro puntualmente avvenuti. Quali che siano gli sviluppi politici di una vicenda destinata comunque a condizionare la sfida elettorale, lo scandalo «Castor» ha in sè un aspetto paradossale: l'obiettivo che decine dì migliaia di dimostranti hanno cercato invano di ottenere, con anni di proteste spesso violente, è la stessa industria tedesca dell'atomo adesso a favorire: dopo lo scandalo «Castor» l'energia nucleare in Germania è in una gravissima crisi di consenso, una crisi che i giornali definiscono «la peggiore dal disastro di Cerno bil», la centrale sovietica devastata da un'e splosione nella primavera del 1986. Non un'esagerazione: in un Paese nel quale il fondamentalismo ecologista ha sohde ra dici e l'opinione pubblica è particolar mente sensibile ai rischi dell'energia ato mica, le rivelazioni sulla mancanza di sicurezza dei convogli di scorie radioattive rischiano di avere conseguenze decisive sul futuro di questa fonte di energia «L'abbandono del nucleare non può essere un tabù», notava ieri un editoriale del quotidiano liberal di Monaco Sueddeu tsche Zeitung. Ha ragione Angela Merkel «Senza trasparenza, senza le necessarie informazioni sui rischi e senza garanzie da parte dei produttori di energia, il nu cleare in Germania rischia la fine». Emanuele Novazlo Secondo la televisione il governo sapeva dell'inquinamento fin dall'85 Il leader dei verdi tedeschi Joschka Fischer

Luoghi citati: Germania, Monaco