Un Polo per la Droite di Enrico Benedetto
Un Polo per la Droite Così il centro-destra tenta di mettere a tacere la sirena Le Pen e insidiare Jospin che vola nei sondaggi Un Polo per la Droite Gollisti e giscardiani fondano Alleanza PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La Destra risorge. E affida a una nuova, promettente sigla «Alleanza» - il rilancio delle sue fortune, assai in ribasso dopo gli ultimi rovesci elettorali nonché le feroci rivalità interne. Ieri, il battesimo. Solo in novembre, tuttavia, una convention fondatrice riunirà intorno al marchio idee, programmi e - si spera - militanti. Nell'attesa, un intergruppo parlamentare unitario cristallizza la convergenza delle tre formazioni-membro: rpr, udf e Democratie Liberale. Chi sognava il partito unico a Droite, si rassegni. Il neogollismo (rpr) si fidanzerà con il centro (udf) e le tesi liberal care a di, ma per le nozze c'è tempo malgrado «alliance» significhi pure «fede nuziale». Condominio politico su base confederativa, «Alliance» giudica prematuro se non rischioso e nocivo un partitone anti-Jospin. E che l'elettorato - dicono i sondaggi - la pensi diversamente, si direbbe problema secondario. Un «new start» era inevitabile. In crisi da quando - proprio un anno fa di questi giorni - la Gauche le rubò il governo, il centrodestra s'illudeva che Lionel Jospin ripetesse gli errori endemici in casa ps. Demagogia, statalismo, promesse non mantenute. Ma il «metodo Jospin» segna una parziale rottura con i predecessori. Non l'abbiamo dunque visto inabissarsi nelle rilevazioni demoscopiche. Indenne attraverso prove molteplici - sans-papiers, disoccupati, 35 ore: ma per un bilancio definitivo meglio aspettare l'attesa tregua dei piloti Air France - invecchia bene a Matignon. Il che costituisce, nella V Repubblica, un vero miracolo. Al disagio per l'altrui successo, l'avventuroso scioglimento chiracchiàno dell'Assemblée Nationale e gli scandali giudiziari, la Droite aggiunge la fresca «sindrome Regionali». Si votò in marzo. La Gauche s'impadronì di alcune regioni chiave come Provenza-Alpi-Costa Azzurra e l'Ile-de-France. E passi. Ma i guai giunsero dal Front national. I suffragi fn, spesso decisivi per l'elezione delle presidenze, tentarono parecchi notabili rpr e ancor più udf. Su chi li accettò, piovve la scomunica. Fu, nondimeno, il sintomo di un malessere non più arginabile fra i ranghi rprudf. Da allora la seconda, che Giscard fondò nel 1978 per opporre alla tradizione gollista un moderatismo eurofilo e liberale in economia, agonizza. Troppe anime, pochi leader. Il più carismatico, Alain Madelin, l'ha mollata per fondare Democrazia Liberale. Quanto al n° 1 in carica, Léotard, è ormai uno zombie della politica transalpina. Vorrebbe succedergli il centrista Frangois Bayrou, ma la candidatura trova una «base» tutt'altro che unanime. «Alleanza» serve dunque a scongiurare l'implosione. E' una camicia di forza contro le spinte centrifughe udf. Ma la contenzione può rivelarsi misura insufficiente. E anche le fleboclisi unitarie cui la Droite fa ricorso come extrema ratio. Si direbbe la sconfitta attizzi, dietro un trompe-l'oeil di concordia, antichi rancori. Presiederà «Alliance» lo rpr Philippe Séguin. E a capo del gruppo parlamentare potremmo ritrovarci una vecchia conoscenza: Edouard Balladur. Gollisti entrambi. Donde i mugugni udf. Temono il Rassemblement pour la République voglia lanciare un'opa sulle loro esangui truppe. Il nome stesso - «Alliance» - solleva perplessità. «Pare una compagnia d'assicurazioni» mormorano i peones, secondo il «Canard enchàiné». Ma aggiungergli «Nationale» non era possibile, giacché Jean-Marie Le Pen ha il copyright politico sull'aggettivo, sinonimo di «caccia ai non francesi». Ripiegare su «La Destra»? Ma ci ha pensato per primo Charles Millon, l'espulso udf che governa la regione lionese con il decisivo appoggio fn. Eppoi Bayrou, araldo del cristianesimo sociale, non ci starebbe. Fin dalla denominazione, insomma, trionfa il compromesso più che lo slancio. Ma rifondarsi era un passo comunque necessario. Per la resurrezione politica, tuttavia, è urgente aspettare. Enrico Benedetto Al progetto manca per ora l'assenso del leader liberista Alain Madelin Perplessi molti parlamentari «Sembra il nome di una compagnia di assicurazione» Francois Léotard presidente dell'Udf (Unione per la democrazia francese)
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