« Andremo avanti da soli » di Antonella Rampino

« Andremo avanti da soli » « Andremo avanti da soli » Mussi: per fortuna, non vedo Napoleoni TROMA IMEO Cossigam et dona ferentem»: Fabio Mussi riaggiusta il latino, e spiega il ragionamento. Dopo l'affondamento della Bicamerale, non si riapre solo la partita con Rifondazione. Nel nuovo scenario, spina nel fianco di Botteghe Oscure, e per un doppio ordine di motivi, è l'udr di Cossiga. Insomma, la Bicamerale nata e cresciuta per rafforzare il bipolarismo, è morta sotto i colpi del rimontante centrismo? «La vasta offensiva che ha assunto corpo nelle ultime settimane è di tipo restauratore, non c'è dubbio. Lo scopo è uccidere i germogli di bipolarismo, di sistema politico moderno europeo cresciuti dal '92 ad oggi, per ripristinare lo status quo ante. Berlusconi dovrebbe temere quest'offensiva più di noi, perché sconfitto il bipolarismo, se altri ci hanno messo la testa, Forza Italia metterà in questo progetto i voti che oggi sono suoi. Alla faccia del nuovismo, Forza Italia è via via riassorbita dentro un'ipotesi non più bipolare, ma con un centro governante, che poco a poco mette fuori gioco le ali, ovvero Alleanza nazionale e Rifondazione comunista. Un grande centro che, come ha sempre fatto la democrazia cristiana, può allearsi di volta in volta un po' più a sinistra o un po' più a destra». Onorevole Mussi, non sarà che voi politici, a furia di fare scenari, ne restate un po' vittime? «Niente affatto: è uno scenario realistico, ci sono forze anche potenti che si stanno muovendo. Glielo ripeto, temo Cossiga anche se porta doni, tuttavia ne riconosco l'intelligenza politica, in poche mosse sulla scacchiera ha cambiato la partita politica. Noi, per parte nostra, abbiamo deciso di rafforzare il governo e l'Ulivo, non so se ce la faremo, ma dobbiamo andare avanti». Perché dice: se ce la faremo? «Beh, sa com'è: la Bicamerale affonda, e se una situazione politica comincia a logorarsi, esiste il rischio dell'effetto palla di neve. Noi dobbiamo appunto evitarlo. E questo si fa stringendo i rapporti nella maggioranza con Rifondazione». Rifondazione, soprattutto se pensate di rimetter mano alle riforme costituzionali per via ordinaria, ricorrendo all'articolo 138, diventa decisiva. «Che devo dirle? Madame, c'est la vie. Dobbiamo vedere il da farsi. Intendiamoci, quello che è successo dal '92 ad oggi ha anche una sua classicità. Nel '92 sparisce Yancien regime, crollano i partiti, all'aria le istituzioni, si formano nuovi soggetti politici. Questa crisi, come un fiume fangoso porta al bipolarismo, al rinnovamento istituzionale, alla Bicamerale. Ora siamo al Termidoro, a un tentativo di restaurazione. E' un classico. Speriamo che non finisca con il bonapartismo». Vede in giro dei Bonaparte? Napoleone era giovane... «Infatti non vedo Napoleoni, in giro. Ma insomma noi, con la nostra geometrica potenza, se posso usare questa espressione, abbiamo davanti un processo nitido: c'è una maggioranza di governo, e c'è una maggioranza per le riforme costituzionali. La Bicamerale è andata a fi¬ nire sugli scogli, noi non possiamo consegnare ai nemici tutte e due le poste. Della Bicamerale hanno voluto la testa, non possiamo dargli il governo. E poi useremo l'articolo 138 per le riforme istituzionali. Ma stavolta, mi si lasci dire, con le proposte nostre. Non con il semipresidenzialismo che il Polo ha imposto alla maggioranza, e poi buttato». Torniamo a Bertinotti. «Le faccio notare, che Bertinotti in aula ha fatto un intervento "aperturista" anche sulle riforme di tipo costituzionale. Ha detto che ci sono cose che si possono modificare con un'intesa nel centro-sinistra. E' una strada di ripiego, ma se uno sbarra una, noi imbocchiamo l'altra. Abbiamo l'esercito più forte». Esercito forte, quello di Botteghe Oscure, non c'è dubbio: ma percorso da insoddisfazione. «Non in aula, per l'ultima seduta della Bicamerale. Quando ho detto "la legislatura è giovane" c'è stata un'ovazione. Anche dai banchi di Rifondazione, ha visto?». Antonella Rampino «Cossiga fa paura Con poche mosse ha cambiato lo scacchiere della politica» Il capogruppo della Sinistra democratica alla Camera Fabio Mussi