con Berlusconi

con Berlusconi con Berlusconi I DUELLI IN AULA ROMA ASSIMO D'Alema sa benissimo che quando parla lui, tutta l'aula di Montecitorio ascolta sempre in silenzio, ma stavolta i leghisti hanno rotto i cordoni del rispetto. Mentre D'Alema sta pronunciando il suo ultimo discorso da presidente della Bicamerale, Daniele Roscia, deputato quarantatreenne della provincia bresciana, inizia a battere ritmicamente la tavoletta del suo scranno e poi urla: «D'Alema hai paura del popolo!». Infastidito, il leader dei pds prova a continuare a parlare, ma Roscia fa il bis: «Hai scuffiato!», cioè ti sei capovolto, che nel linguaggio dei velisti è il peggiore sfottò. E a questo punto D'Alema una fama da freddo tutta da verificare - si volta verso i leghisti e anziché limitarsi ad una contro-battuta scherzosa da velista, pesca la più perfida delle repliche: «Ma andiamo ragazzi... Anche grazie alla vostra collaborazione, ieri noi eravamo lì (e indica i banchi della sinistra, ndr) e oggi siamo lì» e indica i banchi del governo. Una battuta azzeccata, che come un coltello entra nel costato nei leghisti che infatti urlano. Ma quella battuta è anche una confessione postuma in una sede formale come Montecitorio, che il ribaltone ai danni di Berlusconi fu un'operazione architettata da D'Alema e nella quale Bossi fece da portatore d'acqua della sinistra. E nei brevi attimi che seguono la battuta di D'Alema, basta fare una carrellata sulle facce degli altri protagonisti di quella vicenda per capire l'effetto delle parole del leader pidies- sino. Silvio Berlusconi, seduto al suo scranno, intuisce che quella battuta irriterà i leghisti e tradisce un leggero sorriso su un volto che per il resto della seduta resterà tiràtissimo. I deputati di an? Applaudono freneticamente. E Bossi? Urla, sbatte la tavoletta e costringe il presidente della Camera Luciano Violante ad intervenire: «Onorevole Bossi, siamo lieti di averla tra noi... ma si contenga». E D'Alema, non ancora pago: «Grazie ancora della collaborazione e si compianga onorevole...». Quello scambio di battute appartiene certo alla dialettica parlamentare, eppure lo sketch di ieri alla Camera rimanda ad una trama politica da non sottovalutare. Tanto è vero che finito il primo tempo all'interno dell'aula, a sorpresa va in scena un secondo tem¬ po nel corridoio dei passi perduti. Bossi e D'Alema si incrociano in Transaltantico e D'Alema offre la mano al leader leghista: «Grazie, grazie ancora onorevole Bossi!». E Bossi non perde l'attimo: «Caro D'Alema, ti devo dire una cosa: non puoi che essere contento: dopo un anno finalmente la smetti di correre come un disperato... Ti ha dato un bel fisico, questo è certo. Però è stato un anno che ti abbiamo messo sotto con quel presidente lì - alludendo al voto leghista per il semipresenzialismo -. Un bell'anno davvero!». Bossi ride e D'Alema, che sa di essere scrutato dai cronisti: «Ma smettila! Più le spari grosse e più finisci sui giornali!». Anche il duetto in Transatlantico è finito: il freddo calato tra D'Alema e Bossi è un'al¬ tra conferma del disgelo tra la Lega e Forza Italia? Ieri Roberto Maroni rilanciava l'idea di un rinnovato feeling tra il Cavaliere e Bossi, raccontando che tra i motivi della svolta berlusconiana sulle riforme ci sarebbe anche una telefonata tra i due vecchi duellanti. «Berlusconi - racconta l'ex ministro dell'Interno del governo del Polo - ha capito che né D'Alema né l'Ulivo vogliono o sono in grado di "salvarlo" dall'azione di certe procure e che gli unici a guadagnare da quelle riforme, sarebbero stati D'Alema e Fini. Per Berlusconi se ne esce con le elezioni, che lui può vincere soltanto con l'appoggio della Lega». E Bossi come avrebbe risposto alle avances del Cavaliere: «Gli ha risposto - dice ancora Maroni che la Bicamerale deve sparire, magari per far posto all'As¬ semblea costituente». E Bossi? Abilissimo nel camuffare le proprie posizioni, rapidissimo a capovolgerle, il leader della Lega si esprime con parole prudenti sulle scelte di Berlusconi: «Le sue mosse non sono così scontate...». E un piccolo fascio di luce sui rapporti Bossi-Berlusconi lo porta l'ex senatore azzurro Saverio Vertone: «Stavo per aderire alla iniziativa politica di Cossiga, quando lessi una sua sorprendente intervista nella quale definiva la Lega "democratica e regionalista". Da antileghista chiesi chiarimenti a Cossiga e lui mi rispose candidamente che a consigliargli di assolvere il Carroccio era stato Giulio Tremonti», cioè uno degli uomini di fiducia di Silvio Berlusconi. Fabio Martini Le urla dai banchi del Carroccio «Stavolta hai paura del popolo» E il leader pds indispettito «Siamo al governo grazie a voi» Maroni: prima della rottura il Cavaliere ha cercato Umberto perché ha capito che l'Ulivo non lo salverà dalle procure Qui accanto il leader di Rifondazione Fausto Bertinotti e a centro pagina il segretario della Lega Nord Umberto Bossi durante il «match» con Massimo D'Alema Nella foto grande il presidente della Bicamerale durante lo scontro verbale con Vittorio Sgarbi (di spalle)

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