Quintana svela il gusto della vita

Quintana svela il gusto della vita Incontro con lo scrittore giramondo Quintana svela il gusto della vita E' MILANO venuto in Italia un nuovo scrittore a cui non piace per niente la vita del sedentario, dell'intellettuale che si guarda attorno e poi scrive alla moda per finire sui media. Si chiama Anton Quintana ed è un innamorato di Hemingway e dei posti più disgraziati, quelli dove ogni giornata diventa una conquista, una vittoria della sopravvivenza. Adora ad esempio la Lapponia, dice che c'è stato sei settimane l'anno per ben sedici anni di fila e ogni volta il periodo gradevole sarà durato al massimo un'ora. Troppo freddo, troppa desolazione. Ma lui è fatto così. Eppure non è masochista. Semplicemente si sente vivo soltanto se si butta allo sbaraglio, se sfida, beve e ama stringendo i denti. Figlio d'una basca e d'un marinaio olandese andatosene quasi subito dopo la sua nascita. Quintana lottò per l'intera infanzia e adolescenza ad Amsterdam per non sentirsi schiacciato dal fratello gemello, da tutti ritenuto più carino e intelligente. Finì all'orfanotrofio, dove gli sembrava d'impazzire. Si salvò leggendo «un libro al giorno d'ogni argomento, e da allora tra la vita e me c'è stata sempre la letteratura». Scappa in Spagna, è messo in prigione per vagabondaggio, sceglie per amore il cognome della madre, va per il mondo, comincia a scrivere. Quattro libri, finora. Tutte storie di un'allegria feroce, crudele. Uno studente svedese che sopravvive alla tundra adattandosi alle condizioni più elementari, come fosse un filo d'erba. Un adolescente mezzo kikuiu e mezzo masai che viene cacciato da tutt'e due le tribù e diventa re dei babbuini. Un orfano che si pone alla testa di briganti alla Robin Hood. E questo Vento che parla, sabbia che canta, il primo ad apparire da noi, appena pubblicato da Salani. E anche qui soffia il vento dell'avventura, prediletta da capitan Spagnol e da tutti i suoi editori del gruppo Longanesi. Un'avventura nelle steppe d'una regione indefinita in un tempo remoto, quando sfilavano carovane di pastori nomadi e s'allungava l'ombra di Gengis Khan. Si favoleggiava pure d'un veneziano in mezzo all'Asia, Marco Polo. In un accampamento il ragazzo Perregrin ha una gamba che non gli funziona, gli si rompe sempre la tibia. Perregrin non si sente uguale agli altri, se ne sta ai margini, fa lo spettatore. La vita è oltre, lui non partecipa. Finché un giorno, chiamato dal padre e come portato dal vento, giunge dal Nulla, dal Nord, dalla polvere e dal silenzio, un cavaliere accompagnato da un cane e un corvo. Un cavaliere d'eccezione: è un nano, uno gnomo, un folletto alto come una spada, vecchio e cieco, assai spesso ubriaco. «E costui sarebbe lo sciamano che vuol guarirmi?», si chiede Perregrin. Eppure lo guarirà. Senza pozioni, senza unguenti, senza danze rituali. Soltanto con la parola, raccontando i suoi viaggi e i suoi incontri, e con gli scherzi, le sorprese anche sgradevoli. Perregrin alla fine impara ad aprirsi, ad avere contatto con la terra, i tronchi, gli animali, gli uomini. «Un libro per ragazzi, ma anche, se non soprattutto, per gli adulti, coloro che trovano sempre un alibi per non impegnarsi nella vita», dice Quintana. Sono molti per lui gli uomini che fingono di vivere, essendo come murati nell'estraneità. Il suo nano, che si chiama Bod Pa, cioè Uomo venuto dal Nord, è uno sciamano anti-sciamano, privo dei saperi misteriosi tanto accarezzati in quest'epoca New Age. «Bod Pa racconta Quintana, che ama evocare, descrivere, fantasticare sulle cose, e ha uno stile epico e lirico insieme, ricco di battute sentenziose a volte astutamente sibilline - dice la cosa più dura: "Sei vivo, quindi accetta di vivere". Non dà ricette o droghe, neanche religiose. Come non le do io. Io so soltanto che devo vivere, che devo accettare la mia disperazione». Quintana, 60 anni, una bottiglietta di grappa nella giacca, il viso asimmetrico, un po' storto, la disperazione se la porta scritta negli occhi, piccoli e gravi. «Forse perché conosco, credo di conoscere il gusto della vita». Claudio Altarocca

Luoghi citati: Amsterdam, Asia, Italia, Milano, Spagna